Tortorici: Tentata estorsione e incendio, ordinanza annullata dal TdR. Cambria Zurro in libertà

Il Tribunale del Riesame di Messina, in accoglimento del ricorso presentato dall’avvocato LAURA TODARO, ha annullato l’ordinanza cautelare nei confronti di GAETANO CALOGERO CAMBRIA ZURO, 36 anni, originario di Tortorici e residente a Capo d’Orlando. L’uomo, lo scorso 10 luglio, era stato arrestato dagli agenti di polizia del Commissariato di Capo d’Orlando (foto in alto) per tentata estorsione e incendio e si trovava ristretto nel carcere “Madia” di Barcellona. Il servizio…

Il Tribunale del Riesame di Messina (presidente Vermiglio, a latere Miraglia e Sergi), in accoglimento del ricorso presentato dall’avvocato Laura Todaro, legale di fiducia, ha annullato l’ordinanza cautelare nei confronti di Gaetano Calogero Cambria Zurro, 36 anni, originario di Tortorici e residente a Capo d’Orlando. L’uomo, lo scorso 10 luglio, era stato arrestato dagli agenti di polizia del Commissariato di Capo d’Orlando per tentata estorsione e incendio e si trovava ristretto nel carcere “Madia” di Barcellona. Il TdR ha annullato l’ordinanza per mancanza di indizi di colpevolezza e ha ordinato l’immediata scarcerazione.

A seguito di una complessa attività d’indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Patti, gli agenti del Commissariato di pubblica sicurezza di Capo d’Orlando, coadiuvati da personale del Posto fisso di Tortorici, avevano dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Patti Ugo Domenico Molina, nei confronti del 36enne.

Secondo la ricostruzione investigativa e gli elementi acquisiti nel corso delle indagini il soggetto, lo scorso 17 giugno, in piena notte, si sarebbe reso responsabile dell’incendio di un’autovettura (un fuoristrada), parcheggiata nel centro abitato di Tortorici, cospargendola di benzina prelevata da una bottiglia di plastica ed appiccandovi il fuoco con un accendino. Il mezzo risultava così completamente distrutto dalle fiamme. L’uomo, sempre secondo le indagini, avrebbe agito al fine di “convincere” due distinti nuclei familiari imparentati fra loro – ad uno dei quali apparteneva lo stesso proprietario del mezzo incendiato – a ritirare le precedenti denunce presentate nei confronti di altri soggetti, vicini di casa, con cui da tempo si era instaurato un contenzioso, con diversi processi penali tuttora pendenti.

Le frasi apertamente intimidatorie pronunciate dall’indagato e rivolte al proprietario del mezzo poi incendiato e ad alcuni parenti di costui appaiono dal contenuto assolutamente inequivocabile: “Di queste denunce bisogna risolvere tutto, dovete ritirarle!!!…non ti mettere in mezzo a questa situazione altrimenti ti finisce come a tuo cognato!”.

Poiché tali avvertimenti non avevano sortito l’effetto sperato, ossia il ritiro delle denunce, l’indagato, sempre secondo la ricostruzione accusatoria, era poi passato a “metodi più convincenti”, quali l’incendio del mezzo di cui sopra. Costui, sulla base delle indagini tuttora in corso, avrebbe agito su mandato di alcuni soggetti tortoriciani attualmente detenuti, con i quali il proprietario del mezzo incendiato ed i suoi parenti, come già detto, aveva da tempo un lungo contenzioso. Il personale del Commissariato di pubblica sicurezza di Capo d’Orlando, al comando del dirigente, il vice questore aggiunto Carmelo Nicola Alioto, aveva ricostruito i fatti attraverso l’acquisizione e l’analisi dei filmati estrapolati da impianti di video sorveglianza esistenti sul luogo dell’incendio. Determinante risultava la piena e coraggiosa collaborazione delle vittime, che non avevano ceduto alle minacce scegliendo di denunciare e collaborare con le forze dell’ordine. Le indagini proseguono e sono dirette ad accertare ulteriori responsabilità.

              Giuseppe Lazzaro

Edited by, martedì 30 luglio 2024, ore 18,09. 

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