La DIA ha eseguito un provvedimento di confisca emesso dal Tribunale Misure Prevenzione di Messina nei confronti di VINCENZO GALATI RANDO (foto in alto), di Tortorici, già condannato sia nell’ambito del noto processo “Mare Nostrum” in quanto affiliato ad associazione mafiosa, che per tentata estorsione e furto aggravato. E’ stata confiscata la sua villa a Torrenova, sequestrata lo scorso anno. La sera del 7 maggio 1991, a Rocca di Caprileone, il Galati Rando sfuggì ad un agguato dove rimase ucciso un giovane innocente…
GIUSEPPE LAZZARO
La DIA (Direzione Investigativa Antimafia), articolazione del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, ha eseguito un provvedimento di confisca emesso dal Tribunale Misure Prevenzione di Messina nei confronti di Vincenzo Galati Rando, di Tortorici, già condannato sia nell’ambito del maxi-processo “Mare Nostrum” in quanto affiliato ad associazione mafiosa, che per tentata estorsione e furto aggravato.
La misura ablativa, che colpisce la villa del proposto sita a Torrenova, scaturisce da un’articolata attività investigativa svolta dagli operatori della DIA culminata nella proposta di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale a firma congiunta del direttore della DIA e del Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina Maurizio De Lucia.
Il lavoro degli investigatori ha fatto emergere la posizione di rilievo del soggetto in seno all’associazione mafiosa tortoriciana. Ruolo confermato, tra l’altro, da vari collaboratori di giustizia, secondo cui il Galati Rando era sfuggito, la sera del 7 maggio 1991 a Rocca di Caprileone, ad un agguato dove era rimasto ucciso, invece, un giovane che gli somigliava e che nulla c’entrava con le vicende della malavita organizzata: si trattava di Biagio Lombardo Facciale, che era uscito di casa per andare a comprare il gelato ai genitori e ucciso, di spalle, vicino alla caserma dei carabinieri.
Negli anni successivi Vincenzo Galati Rando è risultato coinvolto anche nella gestione del giro di prostituzione in tre frequentatissimi night club della zona costiera nebroidea. Da ultimo anche altri collaboratori di giustizia hanno confermato il ruolo rivestito dal soggetto, individuato quale persona che segnalava i cantieri da sottoporre successivamente ad estorsione. L’attività di indagine economico-finanziaria espletata dagli specialisti della DIA ha consentito di appurare come il soggetto sia riuscito nel tempo ad incrementare il suo patrimonio attraverso il reimpiego di profitti illeciti verosimilmente provenienti dai fatti costituenti reato, per taluni dei quali lo stesso è stato già condannato, pur non avendo redditi ufficiali proporzionati. L’attività di indagine oggi è culminata con la confisca della villa dell’uomo sita a Torrenova.
Edited by, venerdì 27 maggio 2022, ore 10,15.