Il Gup del Tribunale di Messina MARIA MILITELLO, con il rito abbreviato, ha condannato a 4 anni di reclusione il docente di musica di 59 anni, residente a Sinagra, arrestato, e ancora ai domiciliari, quattro mesi fa con le accuse di pedopornografia minorile e adescamento di minore. Il servizio e le intercettazioni sfociate nella condanna…
Giuseppe Lazzaro, da Gazzetta del Sud
Il Gup del Tribunale di Messina Maria Militello, con il rito abbreviato richiesto un mese fa, ha condannato a 4 anni di reclusione il docente di musica di 59 anni, residente a Sinagra, arrestato e posto ai domiciliari, dove ancora si trova pure dopo la condanna, l’8 settembre scorso dagli agenti della Squadra investigativa del Commissariato di polizia di Capo d’Orlando con le accuse di pedopornografia minorile e adescamento di minore. Il professore, difeso dagli avvocati Alessandro Pruiti Ciarello e Vincenzo Amato, si è vista ridotta di un terzo la pena, secondo quanto previsto dall’abbreviato. La presunta vittima della vicenda è una ragazzina di 13 anni, residente nello stesso centro dove il docente insegnava (non nel comune di residenza) e sua alunna e la famiglia, precisamente il padre e la madre, si sono costituiti parte civile con l’assistenza dell’avvocato Daniele Letizia. Una eventuale quantificazione dovrà essere liquidata, in sede civile, ma solo se la condanna dovesse essere definitiva. Ovviamente, dopo il deposito delle motivazioni, l’imputato potrà presentare appello. La chiave di lettura dell’indagine, chiusa per il primo giudizio a tempo di record (quattro mesi), verte intorno ai telefonini del docente e della ragazzina, e con l’applicazione Whatsapp, dove sono contenuti gli elementi probatori a capo dell’accusa, sostenuta dalla Procura di Messina. Come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal Gip del Tribunale di Messina Ornella Pastore (per queste indagini delicate è la Procura del capoluogo ad occuparsene e non quella della sede naturale, in questo caso di Patti), sono stati circa settemila i messaggi scambiati tra il docente e la studentessa tutti compresi nell’ultima estate, dall’inizio di luglio e fino a quando, la mattina dell’8 agosto scorso, la ragazzina, accompagnata dal padre, si trovava negli uffici del Commissariato di polizia di Capo d’Orlando per sporgere denuncia. Era stato lo stesso padre, pochi giorni prima, a scoprire la fitta corrispondenza e delegando l’altra figlia maggiore a verificare tutto prima di presentarsi dalla polizia. Tra i messaggi esplicite erano state le richieste del docente di poter avere dalla sua alunna foto particolari o nude ma lei ha sempre respinto tali richieste limitandosi ad inviare al suo professore solo un paio di foto normali e vestita. E, inoltre, la ragazza non ha mai accettato le due proposte avanzate dal professore di incontrarsi in spiaggia a Capo d’Orlando e di andare a casa sua per vedere il nuovo letto che aveva appena comprato. Da parte sua mai il professore, oltre queste richieste, è andato, senza mai utilizzare un linguaggio volgare e mai ci sono stati contatti tra i due. La vicenda ha destato scalpore nell’hinterlan dei Nebrodi anche perché, seppur non siano state pubblicate le generalità del professore a tutela della ragazzina, tutti sanno di chi si tratta essendo noto nell’ambiente non solo scolastico ma anche musicale per la sua attività.
LE INTERCETTAZIONI
“Te ne sei fregata altamente e sei andata avanti per la tua strada, ogni volta che ti scrivo un messaggio o cerco di vederti rischio la gogna e la galera ma questo a te poco importa”. Aveva già timore di essere arrestato il professore di musica, residente a Sinagra, condannato come riportato nel servizio in alto. E’ lo stesso docente che lo scrive, in un messaggio su Whatsapp alla ragazzina lo scorso 28 luglio, alle ore 23,14, come si evince da una delle 52 pagine che formano l’ordinanza di custodia cautelare siglata dal Gip del Tribunale di Messina Ornella Pastore. La serie di messaggi, calcolati in circa settemila tra le due parti, è iniziata il 5 luglio scorso ed è andata avanti per un mese, a tutte le ore del giorno e della notte. Addirittura il professore ha scritto alla ragazzina mentre lei si trovava, con il padre, al Commissariato a denunciare i fatti.
“Anche in questo momento – verbalizza agli agenti la studentessa l’8 agosto –, in cui sto esponendo la denuncia, sto ricevendo messaggi da lui dei quali vi consegno la copia della conversazione…”. Dalla lettura dei messaggi si intuisce di come il professore, che ha 59 anni, non è sposato e non ha figli, si fosse invaghito di un’alunna che poteva essere anche sua nipote. Il 25 luglio, per esempio, alle 16,22, il docente chiedeva alla ragazza:”…quali sono le tue fantasie sessuali, i tuoi sogni erotici, quello che faresti con un uomo”. A questi messaggi la studentessa rispondeva vagamente sentendosi a disagio e non ha mai assecondato le richieste del suo docente di inviargli foto particolari. Solo in una occasione c’è stato l’invio di una foto, il 26 luglio alle 20,23, ma in maniera normale tanto che il docente rispondeva “…non si vede niente, solo un occhio e le labbra” e, nel successivo messaggio, apparendo la ragazzina vestita, “m. va benissimo, sei cambiata, sei bona”.
Alcune volte il docente ha invitato la giovane a mare ma mai i due si sono incontrati da soli, anzi, in spiaggia a Capo d’Orlando, dopo una lunga conversazione datata 8 luglio alle 21,41, l’indagato si lamentava del perché la ragazza fosse sì in spiaggia ma insieme alla sorella e al fidanzato di questa. Aveva timore, comunque, il professore tanto che invitava la giovane a cancellare le varie chat, soprattutto quelle inerenti i suoi discorsi sessuali. Uno dei messaggi consegnati dalla ragazzina alla polizia è quello quando, in più occasioni, il docente aveva richiesto foto intime ma la giovane ha sempre respinto tali richieste e cambiando argomento. Poco prima della denuncia, lo scorso 1 agosto e all’1,29 della notte, il professore scrive: “Non lo so se dobbiamo fare le cose in assoluta segretezza, sei d’accordo?…se dobbiamo vederci” ma senza ottenere risposta. Così come, lo stesso giorno, chiedeva la foto alla ragazza con un vestito che aveva appena indossato ma senza ottenerla (messaggio ore 10,57). Il docente cercava di andare avanti tanto da invitare la ragazza a casa sua (messaggio delle 15,30 sempre dell’1 agosto) “perché così ci vediamo – scriveva l’indagato – e ti faccio vedere dove abito perché mi fa piacere il mio letto, poi nella casa nuova”. Ma non c’è stato alcun incontro e il 2 agosto, quando la ragazza stava andando a dormire pronta per mettersi il pigiama, il docente scriveva: “Io pensavo ad una foto osè, nuda o quasi”. La ragazzina rispondeva che poteva inviargli una foto normale ma rifiutava anche questa.
Il Gip Pastore, nelle conclusioni, tra l’altro scrive che “il…(docente, indicato con le generalità nell’ordinanza e che qui non riportiamo per tutelare la ragazzina ndc) approfittando del proprio ruolo di professore, abbia intrattenuto conversazioni con la sua alunna minore con richieste, tramite l’invio di messaggi con l’applicazione Whatsapp, anche dal contenuto sessualmente esplicito e ciò al fine di soddisfare o eccitare il proprio istinto sessuale”(G.L.).
Edited by, sabato 17 dicembre 2022, ore 9,32.