San Marco d’Alunzio: I morti per Covid a “Villa Pacis”. Inchiesta archiviata per tre indagati

Il Gip del Tribunale di Patti EUGENIO ALIQUO’ ha disposto l’archiviazione per le tre persone, accusate di omicidio colposo e oggetto di indagine in relazione ad un presunto nesso causale tra la morte di undici anziani per Covid-19 in piena pandemia e l’operato di medici e addetti, della RSA (Residenza Sanitaria Assistita) di San Marco d’Alunzio, la “Villa Pacis” (foto in alto) e la “Residenza Aluntina”. Il servizio…

Il Gip del Tribunale di Patti Eugenio Aliquò, accogliendo la richiesta della Procura con il sostituto procuratore Andrea Apollonio titolare del fascicolo, ha disposto l’archiviazione per le tre persone oggetto di indagine in relazione ad un presunto nesso causale tra la morte degli anziani per Covid-19 in piena pandemia e l’operato di medici e addetti, della RSA (Residenza Sanitaria Assistita) di San Marco d’Alunzio. L’archiviazione del procedimento significa che non c’è alcun nesso come avevano spiegato i consulenti d’ufficio nella perizia che è stata al centro del complesso incidente probatorio che si è celebrato sulla vicenda nel giugno dello scorso anno.

Al centro dell’inchiesta la morte di undici anziani per Covid tra marzo e maggio del 2020, ai tempi della prima ondata del virus che paralizzò il mondo. E tutti provenivano dal focolaio di San Marco d’Alunzio, scoppiato nella RSA “Villa Pacis San Francesco” e nella struttura di supporto “Residenza Aluntina”.

L’inchiesta vedeva tre indagati accusati di omicidio colposo: Tindara Irò, presidente dell’Associazione dei Balocchi, gestore della “Residenza Aluntina”, assistita dagli avvocati Salvatore Librizzi e Salvatore Saccà; Nunziatina Miracula, amministratore unico della RSA “Villa Pacis San Francesco”, difesa dall’avvocato Salvatore Giannone; Biagio Todaro, responsabile di gestione della “Residenza Aluntina”, difeso dall’avvocato Massimo Miracola. Nei loro confronti quindi sono cadute tutte le ipotesi d’accusa prospettate all’inizio di questa vicenda.

Le risultanze della perizia – ha scritto tra l’altro il giudice Aliquò nel decreto di archiviazione -, non confortano un ragionevolmente proficuo esercizio dell’azione penale. E l’escussione dei periti in sede di incidente probatorio ha ulteriormente messo in luce come non vi possa essere un’evidenza probatoria circa il nesso di causa tra il mancato compimento dell’atto cautelativo doveroso e il decesso dei pazienti; e, in particolare, sulla prova della sicura evitabilità dell’evento pandemico all’interno della struttura”.

              Giuseppe Lazzaro

Edited by, venerdì 18 agosto 2023, ore 10,03. 

 

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