L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha dichiarato pochi giorni fa il vaiolo delle scimmie “Emergenza di salute pubblica internazionale”. Questo l’importante argomento di questa settimana trattato dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, per la rubrica “Salute&Benessere”.
AVVISO- Nella settimana che sfocia nel Ferragosto la rubrica non verrà aggiornata e tornerà venerdì 19 agosto…
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha dichiarato pochi giorni fa il vaiolo delle scimmie “Emergenza di salute pubblica internazionale” (PHEIC – Public Emergency of International Concern). Ma cos’è il vaiolo delle scimmie, detto anche monkeyox?
Si tratta di un’infezione zoonotica (trasmessa dagli animali all’uomo) causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo (Poxviridae) ma che si differenzia da questo per la minore trasmissibilità e gravità della malattia che provoca. Il nome deriva dalla prima identificazione del virus, scoperto nelle scimmie in un laboratorio danese nel 1958. È diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa.
Nelle aree endemiche è trasmesso all’uomo attraverso un morso o il contatto diretto con il sangue, la carne, i fluidi corporei o le lesioni cutanee di un animale infetto.
Nell’epidemia attuale nei paesi non endemici la maggior parte dei casi è stata identificata nei maschi tra 18 e 50 anni, principalmente in Msm (men who have sex with men).
La trasmissione umana avviene principalmente tramite il contatto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee o con oggetti contaminati (lenzuola, vestiti…), oppure il contatto prolungato faccia a faccia (attraverso droplets respiratori). Nell’epidemia in corso, i dati finora disponibili e la natura delle lesioni in alcuni casi suggeriscono che la trasmissione possa essere avvenuta durante rapporti intimi.
Quali sono i sintomi? Nell’uomo si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, rigonfiamento dei linfonodi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste. La malattia generalmente si risolve spontaneamente in 2-4 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche; possono venir somministrati degli antivirali quando necessario. Fino a questo momento la maggior parte dei casi ha avuto sintomi lievi con un decorso benigno. Tuttavia, il vaiolo delle scimmie può causare una malattia più grave soprattutto in alcuni gruppi di popolazione particolarmente fragili quali bambini, donne in gravidanza e persone immunosoppresse.
È possibile che le persone che sono state vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) siano a minor rischio di infezione con il monkeypox per la similitudine del virus del vaiolo con il monkeypox.
Nell’attuale contesto epidemiologico non è raccomandata la vaccinazione per la popolazione generale.
Al fine di proteggere se stessi e gli altri, la Circolare del 2 agosto del Ministero della Salute prevede che i casi confermati e sospetti di MPX si mettano in autoisolamento.
La Circolare del 2 agosto prevede che i casi sospetti o confermati debbano:
rimanere in isolamento in stanza dedicata, quando sono a casa;
utilizzare oggetti domestici dedicati (vestiti, lenzuola, asciugamani, utensili per mangiare, piatti, bicchieri), che non devono essere condivisi con altri membri della famiglia;
evitare il contatto con persone immunocompromesse fino alla guarigione dell’eruzione cutanea;
evitare contatti stretti o intimi (abbracci, baci, contatti prolungati faccia a faccia in spazi chiusi) con altre persone fino alla completa guarigione dell’eruzione cutanea;
provvedere ad un’accurata igiene delle mani e respiratoria (per il caso e per tutti i membri della famiglia);
utilizzare una mascherina chirurgica in caso di contatto con altre persone;
astenersi dall’attività sessuale fino alla caduta delle croste.
lasciare la propria abitazione solo temporaneamente (per recarsi a visite mediche e per effettuare esercizio fisico necessario per la propria stabilità mentale), a condizione che si indossi una mascherina chirurgica e che l’eruzione cutanea sia coperta (vestiti con maniche e pantaloni lunghi);
evitare il contatto con qualsiasi mammifero da compagnia, in particolare con i roditori e lagomorfi da compagnia (topi, ratti, criceti, gerbilli, porcellini d’India, scoiattoli, conigli, ecc.). Eventuali contatti recenti con questi animali domestici devono essere registrati e riportati alle autorità veterinarie al fine di garantire la possibilità di mettere in quarantena e testare animali con sintomi potenzialmente riferibili a MPX (febbre, mancanza di appetito, tosse, secrezioni nasali o croste, congiuntivite, eruzioni cutanee come pustole e vescicole, in particolare sulle orecchie e intorno alle labbra).
Per la gestione dei rifiuti urbani dei malati da vaiolo delle scimmie si raccomanda di interrompere la raccolta differenziata, indipendentemente dalla loro natura (vetro, metallo, rifiuti organici, plastica, carta, ecc.), con l’accortezza di confezionarli in modo da non danneggiare e/o contaminare esternamente i sacchi (utilizzando ad esempio guanti monouso). Si ricorda che chiunque abbia sintomi riferiti al vaiolo delle scimmie deve contattare immediatamente il proprio medico.
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 5 agosto 2022, ore 17,01.