Nella settimanale rubrica “Salute&Benessere” la dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, affronta un argomento particolare: l’applicazione di una tassa sulle merendine. Una idea in voga in Gran Bretagna e che è stata avallata, tempo addietro, da MICHELLE OBAMA (foto in alto), first lady USA dal 2009 al 2017 con il marito Barack presidente…
Dopo la sconfitta con l’Italia nella finale del campionato europeo di calcio, è in arrivo da Londra una notizia particolarissima. Proprio questa settimana, oltre all’aumento del Covid per la nota Variante Delta, è giunta dalla Gran Bretagna la notizia della possibile prima tassa al mondo sulle merendine. E’ un’idea simile a quella lanciata qualche tempo fa anche dall’ex first lady statunitense Michelle Obama. Si tratterebbe di un balzello su zucchero e sale contenuto nei cibi col chiaro obiettivo di scoraggiare il consumo di snack dannosi per la salute. È la principale raccomandazione contenuta nella National Food Strategy, che è stata pubblicata proprio questa settimana. E’ un rapporto stilato da una commissione nominata dal governo di Boris Johnson e guidata da Henry Dimbleby, il fondatore di una catena di fast food sostenibile e salutista. La tassa sulle merendine imporrebbe 3 sterline al chilo sullo zucchero e 6 sterline al chilo sul sale utilizzato per la preparazione di cibi, per un totale che equivarrebbe a 4 miliardi di euro all’anno: denaro che dovrebbe essere utilizzato per consentire ai medici di base di prescrivere ai loro pazienti frutta e verdura, nonché corsi di cucina. L’obiettivo è contrastare il declino delle condizioni di salute della popolazione britannica: secondo il rapporto, il cibo spazzatura contribuisce alla morte di 64 mila persone all’anno e impone un aggravio di costi al servizio sanitario nazionale di 74 miliardi di sterline. In Gran Bretagna ci sono 13 milioni di adulti obesi, una cifra che è raddoppiata nel corso degli ultimi venti anni; quasi un bambino su quattro che arriva all’asilo è sovrappeso e alla fine del ciclo elementare è sovrappeso un bambino su tre. Una «epidemia del grasso» che spiega anche l’alto tasso di mortalità dovuto al Covid, laddove l’eccesso di peso è risultato essere un fattore aggravante.
Nella pratica, la tassa sulle merendine farebbe lievitare il prezzo di una barretta snack dolce da 60 a 69 centesimi di pound, nonchè quello di un pacco di cereali tipici per le colazioni da 3 a 3,87 sterline. Nel rapporto, gli autori spiegano che si tratta di un incentivo per l’industria a riformulare le ricette e ridurre il contenuto di zucchero e sale negli snack, un po’ come è avvenuto con le bibite gassate dopo l’introduzione nel 2018 della tassa sugli zuccheri. Boris Johnson sembra però intenzionato a proseguire nella sua crociata contro l’obesità, che aveva già lanciato l’anno scorso: un obiettivo anche personale, visto che si è messo lui stesso a dieta, incoraggiato dalla moglie. Non dimentichiamo poi il crescente ruolo che sta avendo l’alimentazione nella prevenzione delle malattie più frequenti, dal diabete agli ictus o agli infarti. Sarebbe una buona idea anche in Italia una tassa sulle merendine?
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 16 luglio 2021, ore 22,07.