SALUTE&BENESSERE: SICUREZZA ALIMENTARE, OCCHIO ALLA SPESA (1)

E’ ancora sulla sicurezza alimentare che batte il tasto la dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, nella settimanale rubrica “Salute&Benessere”. Stavolta la branca affrontata riguarda la spesa con la prima parte…

Continuiamo a trattare il vastissimo argomento della sicurezza alimentare grazie al supplemento “Natura”, rivista di ambiente e territorio dell’Arma dei Carabinieri. Nelle scorse settimane abbiamo parlato dei consigli per una spesa consapevole e sicura e abbiamo anche visto quando scatta un richiamo in presenza di un contaminante da parte degli OSA, Operatori del settore alimentare, che sono una serie di Autorità, dalle ASL al Ministero della Salute fino alle Forze dell’Ordine, come i reparti specializzati dell’Arma, ovvero i NAS (Nuclei Antisofisticazione e Sanità) e il Comando per la Tutela Agroalimentare.

Ma se finora abbiamo visto cosa fanno “gli altri” per tutelare la salubrità degli alimenti, vediamo oggi cosa possiamo fare noi consumatori. Dobbiamo imparare a fare la nostra parte!

La consapevolezza degli acquisti, si legge sul supplemento Natura, passa inevitabilmente per il saper leggere e comprendere le informazioni riportate in etichetta, riconoscere il valore aggiunto delle Denominazioni Protette e nel saper distinguere tra i diversi metodi di produziona agricola.

Nel fare la spesa, come nella vita, l’apparenza inganna.

In altre parole, leggere gli ingredienti, consultare la tabella nutrizionale, controllare la scadenza o il numero di lotto, in caso di richiamo non sono meri esercizi di stile. Basta ad esempio una preposizione a mandare a monte i nostri piani: “con farina integrale” non significa che la fetta biscottata sia fatta solo di materia prima non raffinata, tutt’altro: possiamo scoprire che la farina integrale è del tutto marginale. Oppure possiamo scoprire che i corn flakes sono salati come, se non di più, almeno alcuni, un sacchetto di patatine fritte: in una porzione da 30 grammi di cereali da colazione possiamo trovare 0,2-0,4 grammi di sale aggiunto, appena meno di una corrispondente porzione di chips, che per loro natura si accompagnano con il sale.

Nonostante l’importanza delle informazioni riportate sulle confezioni, la maggioranza dei consumatori dichiara di non riuscire a comprendere appieno l’etichetta, la carta d’identità di un alimento.

Che sia fresco o confezionato, da essa possiamo ricavare informazioni indispensabili per conoscere il cibo che portiamo in tavola, e quindi per orientare le nostre scelte di acquisto.

L’etichettatura, conclude il supplemento Natura, deve essere chiara e facilmente comprensibile e le informazioni fornite devono permettere un acquisto consapevole dell’alimento e non indurre l’acquirente in errore, come previsto dalla normativa europea in materia.

Sulla confezione, ad esempio, non possono essere stampate immagini di ingredienti che non si ritrovino nell’alimento stesso e non può essere vantata una caratteristica obbligatoria per legge, quindi comune a tutti gli alimenti simili.”

La prossima settimana impareremo a leggere le informazioni riportate in etichetta.

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

ISABELLA SALVIA

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

Edited by, venerdì 2 dicembre 2022, ore 18,03. 

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