Continua l’analisi della dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova, su cosa è possibile mangiare sui buoni cibi di stagione e se questo danneggia chi fa dieta o per chi non ha problemi del genere. Il tutto in base alle richieste dei nostri lettori. L’attenzione della puntata n. 77 della rubrica “Salute&Benessere” è puntata sulle melagrane (il cosiddetto granato)…
Dopo gli articoli sui funghi e sulle castagne, mi chiedete notizie sugli altri buoni cibi di stagione, avendo compreso che, come la stragrande maggioranza dei professionisti della nutrizione, non suggerisco l’acquisto di costose barrette sostitutive. In particolare, questa settimana mi sono state chieste notizie sulla melagrana, il frutto del melograno (che è l’albero). Sapendo che è rinomata per essere un potente antiossidante, mi domandate quanti ne possiamo mangiare. Voglio premettere che un piano alimentare non è mai valido per tutti (un nutrizionista lo prepara dopo aver visitato il paziente sulla base delle esigenze e delle patologie individuali). Inoltre, come vedremo anche nelle prossime settimane con altre delizie naturali di stagione, la frutta, sebbene sia certamente un alimento salutare, non sempre può essere mangiata in grandissime quantità, specialmente in caso di soggetti affetti da particolari patologie, come – ad esempio – il diabete (la frutta contiene zucchero, che un diabetico – e non solo – deve necessariamente limitare!).
Il frutto del melograno, la melagrana, è un alimento ricco di vitamine e fenoli dalla forte azione antiossidante. Spesso capita di fare il giro del mondo per trovare “super-alimenti”, quelli che gli americani chiamano “super-food”. Poi, alla fine, ciò che cercavamo era proprio sotto il nostro il naso, magari nel giardino di casa. Potrebbe benissimo essere il caso del frutto del melograno quando si parla di “alimenti-farmaco”. La melagrana, infatti, spicca per le sue caratteristiche antiossidanti, essendo ricco di vitamina C e di numerosi fenoli, tra i quali ricordo l’acido gallico, granatina, punicacorteina, punicafolina, punicalina, delfinidina ed altri ellagitannini particolarmente attivi contro i radicali liberi. Da sottolineare l’abbondanza di acido punico (dal nome scientifico del frutto Punica granatum), che, da recenti studi, sembrerebbe particolarmente efficace come possibile inibitore del cancro al seno. Tornando alle vitamine, oltre che di vitamina C, la melagrana è ricca di vitamina K, importante soprattutto per i bambini, seguita anche dalle vitamine del gruppo B e quelle A ed E.
Nonostante possa apparire, di primo acchito, come un frutto innocuo, in realtà potrebbe costituire un pericolo per la salute di chi lo consuma. I casi di intossicazione da melagrana sono tutti imputabili alla somministrazione eccessiva di principi attivi ricavati dalla corteccia: cefalea, sonnolenza, vertigini, difficoltà respiratoria sono i sintomi collaterali più ricorrenti in seguito all’uso smodato di estratto di corteccia di melograno. Quindi, prima di mangiarne in grandi quantità, è bene ricordare che alcuni potrebbero essere allergici ad uno dei numerosi principi attivi contenuti nei frutti del melograno. Alcuni di questi, poi, potrebbero negativamente interagire coi farmaci che assumiamo, inibendone l’azione.
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 2 novembre 2018, ore 18,50.