Pressione alta: attenzione! E’ sempre un argomento delicato sul quale amplia l’analisi la dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, nella settimanale rubrica “Salute&Benessere”. In particolare sale e chili di troppo sono gli scomodi alleati dell’ipertensione arteriosa…
L’ipertensione arteriosa (pressione alta) è uno stato, costante e non occasionale, in cui la pressione arteriosa a riposo risulta più alta rispetto agli standard fisiologici considerati normali.
L’ipertensione colpisce circa il 20% della popolazione adulta e rappresenta uno dei maggiori problemi clinici dei tempi moderni.
Ma cos’è la pressione arteriosa?
La pressione arteriosa è la forza che il sangue esercita contro le pareti dei vasi sanguigni, a seguito dell’azione di pompa svolta dal cuore.
Secondo la comunità medico-scientifica, la pressione arteriosa ottimale a riposo è pari a 120 (p. sistolica)/80 (p. diastolica) mmHg.
Per valori di pressione mimina (diastolica) superiore a 90 mm/Hg e massima (sistolica) superiori a 140 mm/Hg, si parla di ipertensione.
Il danno principale a carico dei vasi sanguigni è l’aterosclerosi, un danno vascolare che si ripercuote negativamente sull’irrorazione sanguigna degli organi del corpo, i quali, proprio per effetto dell’inefficiente irrorazione sanguigna, sono a loro volta vittime di un danneggiamento.
Ecco allora che da una prolungata presenza di ipertensione possono derivare gravi complicanze, quali: infarto, ictus, formazione e rottura di un aneurisma, insufficienza cardiaca, compromissione della funzionalità renale, retonopatia ipertensiva, deficit di memoria e problemi cognitivi.
Cosa possiamo fare per prevenire o comunque ridurre la nostra pressione arteriosa?
Di sicuro dobbiamo mantenere uno stile di vita sano!
Alimentazione corretta, esercizio fisico, riposo notturno adeguato e bassi livelli di stress sono sicuramente le armi vincenti che possono fare la differenza.
E’ ormai noto che l’assunzione eccessiva di sale aumenta la pressione sanguigna e quindi aumenta il rischio di malattie cardiovascolari (CVD), che è la principale causa di morte e disabilità nel mondo.
L’OMS ha fissato un obiettivo globale provvisorio di ridurre l’assunzione di sale nella popolazione del 30% entro il 2025 e raccomanda a tutti gli adulti di ridurre l’assunzione di sale a meno di 5 g / die.
La popolazione italiana assume in media giornalmente una dose di sale quasi doppia rispetto a quella raccomandata dalle linee guida della Società Europea di Cardiologia: 9,5 grammi al giorno rispetto ai 5 grammi consigliati.
E basterebbe anche un solo grammo in meno per trarre grandi benefici e salvaguardare la salute del cuore. È quanto emerso dai risultati di un nuovo studio condotto in Cina dalla Queen Mary University of London, pubblicato sulle pagine della rivista specializzata “BMJ Nutrition Prevention & Health”, secondo cui questa riduzione sarebbe in grado di abbassare i livelli della pressione arteriosa sistolica in media di circa 1,2 mmHg.
A detta del team di ricerca, mantenendo questa abitudine, in Cina (dove il consumo medio di sodio è 11 grammi giornalieri) entro il 2030 si potrebbero evitare circa 9 milioni di ictus e infarti, 4 milioni dei quali risulterebbero fatali.
Una cifra che sale a 13 milioni entro il 2040.
Oltre al consumo di sale, una significativa associazione tra ipertensione arteriosa e obesità è stata evidenziata in numerosi studi epidemiologici.
In particolare, esiste un incremento lineare e sostanzialmente sovrapponibile nei due sessi nella prevalenza di ipertensione arteriosa con il progressivo aumento dell’indice di massa corporea a partire dalla condizione di normopeso. Tale relazione è indipendente dall’età, dal sesso, e probabilmente anche dall’appartenenza etnica.
Anche in soggetti con pressione arteriosa normale o addirittura ottimale, la presenza di obesità si associa ad un più frequente successivo sviluppo di ipertensione arteriosa.
Di contro, da un punto di vista terapeutico, è noto che la riduzione del peso corporeo si accompagna ad un importante effetto antipertensivo sia negli obesi che negli obesi normotesi.
Purtroppo, molti soggetti non mantengono il calo ponderale iniziale nel lungo termine, riguadagnando così peso corporeo ed elevati valori pressori.
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 9 settembre 2022, ore 19,28.