Parliamo oggi di un argomento che interessa una grande fetta della popolazione. Parliamo di vitamine. Prima o poi nella vita, tutti ci ritroviamo ad assumere qualche integratore di vitamine. Ma questi integratori fanno bene o fanno male alla nostra salute? Possiamo abusarne? Argomento e interrogativi che trovano risposta nella rubrica “Salute&Benessere”, curata dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, per questa settimana. Il servizio…
Parliamo oggi di un argomento che interessa una grande fetta della popolazione. Parliamo di vitamine. Prima o poi nella vita, tutti ci ritroviamo ad assumere qualche integratore di vitamine. Ma questi integratori fanno bene o fanno male alla nostra salute? Possiamo abusarne? Nella sezione fake news dell’Istituto Superiore di Sanità si parla proprio di questo. Testualmente il sito riporta che “le vitamine godono in genere della fama di sostanze che “possono fare solo bene”, e il consumo di integratori vitaminici si va diffondendo sempre di più. In effetti, le vitamine sono composti indispensabili al nostro organismo, che non è capace di produrle da sé a partire da altri nutrienti. Perciò, se non ne introduciamo attraverso la dieta le quantità necessarie, possiamo andare incontro a carenze di vitamine, dette anche avitaminosi.
L’umanità è stata afflitta per lungo tempo dalle malattie causate da avitaminosi, senza conoscere cosa le determinava. A partire dalla fine del 1700, le vitamine sono state progressivamente identificate proprio osservando che l’introduzione di alcuni cibi e sostanze eliminava le malattie di cui prima non si comprendeva la causa.
Per esempio, continua l’ISS, nel 1753 il medico della marina inglese Lind fu il primo a capire che lo scorbuto, malattia molto grave che all’epoca decimava gli equipaggi delle navi impegnate in lunghe traversate commerciali o di esplorazione, guariva somministrando ai marinai succo di limone o di lime. Fu però solo nel 1932 che la sostanza ‘anti-scorbuto’ venne isolata e identificata chimicamente, ricevendo i nomi di acido ascorbico o vitamina C.
Nel 1937, invece, venne scoperto che la pellagra era causata dalla carenza di una sostanza oggi nota come vitamina B3 La pellagra è una malattia gravissima che per lungo tempo ha afflitto le popolazioni povere, la cui alimentazione era basata esclusivamente sulla polenta. In Italia era stata un autentico flagello nelle regioni del nord, che non avevano farina di grano: il grano, infatti, a differenza del mais, contiene buone quantità di vitamina B3.
Mentre le carenze vitaminiche affliggono a tutt’oggi le regioni povere del mondo, continua ancora l’Istituto Superiore di Sanità, in occidente sono ormai praticamente scomparse, tranne i rari casi in cui una malattia può impedirne l’assorbimento, o se viene seguita una dieta particolarmente squilibrata, oppure in casi di fabbisogno aumentato, come accade in gravidanza. Il consumo di integratori vitaminici perciò è superfluo negli individui sani che si alimentano con una dieta variata.
Non tutti sanno invece che un consumo eccessivo di vitamine può condurre a malattie, dette ipervitaminosi, che possono avere conseguenze a volte molto gravi. Le più frequenti ipervitaminosi si verificano assumendo in eccesso le vitamine liposolubili A, D, E o K. Mentre infatti alcune vitamine, come la C e le B, sono solubili in acqua, se in eccesso vengono rapidamente eliminate nelle urine, le vitamine A, D, E e K, che non sono solubili in acqua per la loro natura chimica, vengono immagazzinate nel fegato e nel grasso corporeo, e possono essere eliminate molto lentamente. La sintomatologia legata all’ipervitaminosi è variabile e dipende sostanzialmente da quale vitamina si accumula. In caso di ipervitaminosi A si hanno cefalea, vomito e stato di torpore, con ossificazione precoce o malformazioni, rispettivamente nel bambino e nel feto. Nell’eccesso di vitamina D si osserva l’aumento dei livelli di calcio nel sangue, con sete, dolori addominali e affaticamento, fino a casi più gravi di alterazioni dello stato di veglia. L’ipervitaminosi E non è tossica, ma può portare a disturbi intestinali. L’eccesso di vitamina K è più raro ma può dare vampate, trombosi e anemia.
Assumere dosi eccessive di queste vitamine attraverso l’alimentazione è estremamente difficile se non impossibile: la maggior parte dei casi di ipervitaminosi riportati sono dovuti a un consumo eccessivo di integratori.
È bene perciò, conclude l’ISS, tenere sempre presente che i supplementi vitaminici non devono essere assunti indiscriminatamente e senza un reale necessità, e che è consigliabile informare sempre il nostro medico di tutti gli integratori che prendiamo o facciamo prendere ai nostri bambini.”
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 20 settembre 2024, ore 18,39.