SALUTE&BENESSERE: OLI ESSENZIALI. COSA SONO E PERCHE’ SERVONO?

Cosa sono gli oli essenziali? Per cosa vengono impiegati? Questo l’argomento della settimana proposto dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, nella settimanale rubrica “Salute&Benessere”…

Cosa sono gli oli essenziali? Per cosa vengono impiegati? Molti di noi se lo saranno chiesto e quindi vediamo cosa ci dice l’ISS, Istituto Superiore di Sanità. “Gli oli essenziali (OE), si legge sul sito internet dell’ISS, sono sostanze organiche volatili (dette anche COV – composti organici volatili) prodotte dalle diverse parti di una pianta: dai fiori (come nel narciso, garofano o neroli), dalle radici (genziana, iris, angelica, zenzero), dal tronco (sandalo, canfora, pino cembro, pino marittimo, ecc.), dalle resine (mirra e incenso), dai semi (noce moscata, ginepro, finocchio, cardamomo, anice, pepe nero), dalla buccia dei frutti (agrumi come arancio, limone, bergamotto, pompelmo), dalla pianta intera tranne le radici (salvia, origano, menta, citronella, cannella) o dall’intera pianta (rosmarino, mirto, lavanda, maggiorana, camomilla). Talvolta, gli OE sono immagazzinati in alcuni organi delle piante, in particolare foglie ma anche corteccia, tronco e radici, come nel caso delle conifere, da cui possono essere rilasciati successivamente nell’aria e nel suolo; in altri casi, una volta prodotti sono immediatamente rilasciati.

Gli oli essenziali sono chiamati “essenziali” perché sono “l’essenza” di una pianta. I riferimenti moderni definiscono l’olio essenziale come l’essenza o l’estratto che è fonte dell’aroma e del sapore di una pianta.

Le funzioni degli oli essenziali sono diverse: moderano la risposta della pianta agli stimoli esterni, costituiscono una difesa contro gli erbivori e i microrganismi patogeni, rappresentano segnali di comunicazione tra piante e possono attrarre insetti impollinatori. Ad esempio, gli essudati oleosi che compaiono quando il tronco di un albero viene ferito prevengono la perdita di linfa e agiscono come un sigillo protettivo dai parassiti e dagli organismi patogeni.

Gli OE hanno una composizione chimica molto complessa e possono essere costituiti da un’ampia gamma di sostanze tra cui fenoli, terpeni, aldeidi, chetoni, eteri, epossidi e molti altri. Ogni olio essenziale, quindi, è caratterizzato da un componente principale che spesso conferisce uno specifico effetto all’olio stesso. La variabilità della composizione dell’olio essenziale è legata al periodo della raccolta della pianta (non solo della stagione, ma anche nelle diverse ore del giorno), all’ambiente in cui la pianta è coltivata e ai diversi metodi di estrazione dell’olio essenziale. La composizione è definita grazie a una specifica tecnica: la gas cromatografia che individua qualitativamente e quantitativamente le diverse componenti contenute nell’olio essenziale, determinando anche l’efficacia e il grado di tossicità.

Il maggiore utilizzo degli oli essenziali (OE) è nella cosmetologia, nella produzione di profumi e nell’aromaterapia. Gli oli essenziali sono prodotti anche a scopo industriale e impiegati nel settore alimentare come conservanti degli alimenti e nel settore agrario come erbicidi o antiparassitari.

Gli oli essenziali sono largamente studiati per le loro attività antiossidanti, anti-infiammatorie, antimicrobiche, antivirali, antifungine e antiparassitarie, immunostimolanti. Ricerche scientifiche sempre più attendibili ne testimoniano le importanti proprietà biologiche, con evidenze maggiormente consolidate per il contrasto di disturbi psicologici e stress-dipendenti come avviene, ad esempio, con l’impiego di olio essenziale di lavanda. Esistono evidenze preliminari, anche in Italia, che i composti più volatili dei COV emessi dalle piante nell’atmosfera forestale esercitino un’azione efficace sugli stati d’animo attraverso una sorta di “aromaterapia all’aria aperta”.

Un OE, continua l’Istituto Superiore di Sanità, deve essere di qualità e certificato. Un olio essenziale puro è un olio che non è stato alterato, diluito o mescolato con qualche altra sostanza. Ogni prodotto deve riportare una etichettatura dettagliata in cui sia presente il nome della pianta (denominazione botanica, genere, specie) e la parte utilizzata per l’estrazione dell’olio. Nelle etichette dovrebbero essere indicate anche le molecole principali dell’OE.

Un olio essenziale è spesso “bio” (proveniente da colture biologiche) e può indicare in etichetta anche per quanto tempo può essere utilizzato dopo l’apertura (PAO,Period After Opening).

Gli oli essenziali devono essere conservati in boccette di vetro di colore scuro perché i composti chimici potrebbero reagire con la plastica e degradarla e i raggi ultravioletti potrebbero alterarli. Vanno conservati in luogo fresco e riparato dal sole e dal calore.

Poiché anche una sostanza che rientra nella categoria dei prodotti a base di piante medicinali, pur essendo naturale può comunque risultare pericolosa per la salute, si raccomanda di utilizzare gli oli essenziali (OE), o qualsiasi trattamento aromaterapico, dopo aver consultato il proprio medico.

È sconsigliato l’utilizzo di OE in gravidanza, allattamento, nella prima infanzia e in presenza di malattie. Prima di utilizzarli deve sempre essere consultato il proprio medico curante.

Alcuni OE possono essere tossici per alcune persone, ma non per tutte. Questa variabilità nella sensibilità degli OE può essere determinata dall’età (bambini e persone anziane possono essere più sensibili), dalla somministrazione contemporanea con altri farmaci o altre sostanze che possono indurre effetti collaterali non previsti dal solo impiego di OE. La tossicità può essere determinata non solo dai componenti degli OE, ma anche da alcuni edulcoranti presenti nell’OE stesso.

La tossicità di un OE è differente da quella della pianta da cui deriva, sia per l’elevata concentrazione dei principi attivi, ma anche perché gli oli essenziali sono lipofilici e quindi in grado di attraversare la membrana plasmatica delle cellule umane.

Gli OE non devono essere applicati su cute e mucose (naso, orecchio, mucosa vaginale o rettale). Prima di utilizzare gli oli essenziali a livello locale, si raccomanda di diluirli con un olio vegetale (olio veicolo) come olio di mandorle, di cocco frazionato o anche olio extravergine d’oliva. È consigliabile diluire due-tre gocce di olio essenziale in un cucchiaio di olio vegetale.

In caso di applicazione di olio essenziale puro, è possibile eliminarlo utilizzando dell’olio vegetale. La parte va poi risciacquata con acqua. Dopo aver toccato un olio essenziale con le dita bisogna sempre lavarsi le mani con il sapone ed evitare di toccarsi gli occhi. Se si ingerisce per sbaglio un olio vegetale va subito consultato il medico.

L’uso improprio degli oli essenziali può causare effetti indesiderati. Come tutte le sostanze potenzialmente nocive, conclude l’ISS, anche gli oli essenziali possono causare una tossicità acuta se impiegati in dosi eccessive o maggiori di quelle consigliate oppure se la persona che ha assunto l’OE è ipersensibile a uno o più dei suoi componenti. In questi casi i bambini, le donne in gravidanza, in allattamento e gli anziani sono i più a rischio. Gli OE possono causare anche fenomeni di tossicità cronica dovuti una lunga esposizione all’OE o ai suoi componenti. Una lunga esposizione può provocare gravi danni al DNA (mutagenesi). L’avvelenamento da OE può avvenire anche in animali domestici come i cani e gatti.”

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

ISABELLA SALVIA

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

Edited by, venerdì 8 settembre 2023, ore 18,28. 

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