SALUTE&BENESSERE: MPOX, L’ATTUALE VIRUS CHE FA PAURA

Non è paragonabile al Covid, come hanno detto gli esperti, ma fa ugualmente paura l’MPOX, il virus, causato dal vaiolo delle scimmie in origine, che si sta diffondendo, soprattutto in Africa. Un argomento delicato e da attenzionare, per questo trattato dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, nella settimanale rubrica “Salute&Benessere” che riprende dopo due settimane e la pausa di Ferragosto. Il servizio…

L’Mpox, precedentemente denominato?monkeypox o vaiolo delle scimmie, è una malattia infettiva zoonotica causata dal virus monkeypox (MPXV) e identificata per la prima volta nell’uomo nel 1970 nei villaggi rurali delle zone delle foreste pluviali dell’Africa centrale e occidentale, quando invece il vaiolo era nelle fasi finali dell’eradicazione.

Il MPXV è un virus a DNA a doppio filamento appartenente alla famiglia Poxviridae, genere Orthopoxvirus, stesso genere del virus Variola che causa il vaiolo, e del virus Vaccinia che causa il vaiolo delle mucche.

Sono diverse le specie animali che sono state identificate come suscettibili al MPXV, che è diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa. Ciò include scoiattoli di corda, scoiattoli arboricoli, ratti marsupiali del Gambia, ghiri, primati non umani e altre specie. Tuttavia, permangono delle incertezze su quali siano i serbatoi naturali del virus e su come venga mantenuta la sua circolazione in natura.

L’Mpox è endemico in Africa centrale e occidentale, dove sono regolarmente segnalati dei focolai, soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo (RDC, ex Zaire).

Nei Paesi endemici la trasmissione avviene prevalentemente da animale a uomo. Fino al 2022, i rari casi che venivano segnalati in Paesi non endemici erano solitamente di importazione. mentre la trasmissione interumana ricopriva una percentuale limitata di casi.

La malattia colpisce tutte le fasce di età.

Il 14 agosto 2024, l’OMS ha di nuovo dichiarato l’Mpox “Emergenza di salute pubblica internazionale”, in seguito all’impennata dei casi registrati nella Repubblica Democratica del Congo nell’ultimo anno, e all’allargamento dell’epidemia in numero crescente di Paesi africani. Nella RDC, il numero di casi segnalati nel 2024 ha superato il totale del 2023, con oltre 15.600 casi e 537 decessi, la maggior parte di cui in bambini sotto i 15 anni di età.

Il primo caso di Mpox clade I in Europa è stato segnalato dalla Svezia il 15 agosto 2024 dall’Agenzia di sanità pubblica Svedese.

L’Mpox è una zoonosi virale e nei Paesi endemici la trasmissione avviene prevalentemente da animale a uomo, attraverso il contatto diretto con animali infetti, spesso durante la caccia, la cattura e la lavorazione degli animali infetti o delle parti di animali infetti e dei loro fluidi. I piccoli mammiferi possono essere portatori del virus, a volte senza sintomi apparenti, mentre i primati non umani possono ammalarsi e avere segni della malattia come gli esseri umani. Non sono noti i serbatoi naturali del virus nelle aree endemiche.

La trasmissione da persona a persona avviene attraverso il contatto stretto e prolungato con una persona sintomatica. Per contatto stretto si intende un contatto prolungato faccia a faccia (come parlare, respirare o cantare uno vicino all’altro, attività che possono generare goccioline o aerosol a corto raggio); pelle a pelle (attraverso un contatto con lesioni cutanee e durante i rapporti sessuali); bocca a bocca; o bocca a pelle.

Inoltre, il MPXV può essere trasmesso tramite oggetti contaminati, come lenzuola, asciugamani, indumenti, dispositivi elettronici e superfici toccati da una persona infetta. Una persona che tocca questi oggetti potrebbe infettarsi se ha tagli o abrasioni o se tocca accidentalmente gli occhi, il naso, la bocca o altre membrane mucose.

La trasmissione interumana attraverso il contatto fisico stretto, compresa l’attività sessuale, è stato un fattore significativo nell’epidemia del 2022. L’Mpox può essere trasmesso a chiunque abbia uno stretto contatto con una persona infetta, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere.

Sono state documentate anche altre vie di trasmissione, come quella attraverso la placenta, dalla madre al feto (che può portare al Mpox congenito) o durante e dopo la nascita attraverso un contatto diretto pelle a pelle tra madre e neonato.

Non è ancora chiaro se l’Mpox possa essere trasmesso da una persona all’altra anche attraverso il sangue o altri fluidi corporei.

Una persona infetta rimane contagiosa per tutta la durata della malattia sintomatica (a partire dalla comparsa dei sintomi prodromici fino alla caduta delle croste di tutte le lesioni e la formazione di nuova pelle), normalmente da 2 a 4 settimane. Non è noto se il virus possa essere diffuso da persone asintomatiche.

L’Mpox è solitamente una malattia autolimitante e in genere dura da 2 a 4 settimane. Alcune persone possono sviluppare una malattia più grave e necessitare di ricovero ospedaliero. Le persone a più alto rischio includono i bambini, le donne in gravidanza e le persone con compromissione del sistema immunitario inclusa l’infezione da HIV.

La prognosi della malattia dipende da molteplici fattori inclusi lo stato di pregressa vaccinazione, lo stato di salute iniziale della persona, malattie concomitanti e comorbidità.

Dopo un periodo di incubazione che può variare da 5 a 21 giorni (in genere da 6 a 13 giorni), la malattia è generalmente caratterizzata da:

  • una fase prodromica, che dura tra 0 e 5 giorni, con febbre, intensa cefalea, linfoadenopatia (linfonodi ingrossati), mal di schiena, mialgia e intensa astenia (debolezza). La linfoadenopatia è una caratteristica distintiva del Mpox rispetto ad altre malattie che inizialmente possono apparire simili (per esempio la varicella);

  • un’eruzione cutanea che di solito si presenta entro 1-3 giorni dalla comparsa della febbre, tipicamente iniziando sul viso e poi diffondendosi ad altre parti del corpo, soprattutto alle estremità, inclusi i palmi delle mani e la pianta dei piedi nel 75% dei casi. Possono essere coinvolte anche le mucose orali nel 70% dei casi, i genitali e le congiuntive. Il coinvolgimento oculare può portare a ulcere corneali e cecità. L’eruzione cutanea generalmente evolve in sequenza da macule (lesioni con una base piatta) a papule (lesioni solide leggermente rialzate), vescicole (lesioni piene di liquido trasparente), pustole (lesioni piene di liquido giallastro) e croste che si seccano e cadono. Il numero di lesioni varia da poche a diverse migliaia.

I sintomi prodromici che precedono l’eruzione cutanea non sempre si manifestano, e sono assenti in quasi il 50% dei casi.

Le complicanze tipiche del Mpox possono includere infezioni batteriche secondarie, broncopolmonite, sepsi, encefalite e infezione della cornea con conseguente perdita della vista. Sono state inoltre descritte complicanze genitali, perianali e orali, tra cui proctite e tonsillite. Non sono state riscontrate differenze nei sintomi di presentazione della malattia tra casi HIV positivi e HIV negativi.

Il tasso di letalità dell’Mpox variava storicamente dallo 0% all’11% nella popolazione generale delle aree endemiche ed è più alto tra i bambini piccoli. Sono disponibili dati limitati sul tasso di letalità nell’epidemia in corso dal 2023.

La maggior parte delle persone a cui viene diagnosticato l’Mpox guarisce senza alcun trattamento. Il trattamento è generalmente sintomatico e di supporto. Alle persone che presentano una malattia severa o che hanno una compromissione del sistema immunitario può essere prescritto un antivirale noto come tecovirimat (TPOXX). Questo farmaco antivirale è stato sviluppato originariamente per il vaiolo e agisce interferendo con una proteina che si trova sulla superficie degli orthopoxvirus, impedendo in questo modo ai virus di riprodursi normalmente, rallentando la diffusione dell’infezione.

La settimana prossima vedremo le misure di prevenzione di questo temuto virus.

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

Isabella Salvia

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

Edited by, venerdì 23 agosto 2024, ore 17,30. 

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