Salute e Ambiente. Tanto se ne parla, in rapporto ai rischi, soprattutto per chi vive sotto la cappa degli insediamenti industriali (Ilva di Taranto come esempio). Argomento di preminente attualità trattato, nella puntata n. 91 della rubrica “Salute&Benessere”, dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova…
Voglio subito rispondere alla domanda di questa settimana: SI, la nostra Salute e l’Ambiente, che è la salute del nostro pianeta, vanno a braccetto! La chiave è comprendere che la dieta più salutare per l’essere umano è anche la più sostenibile per il pianeta. Se a un cambiamento nelle abitudini alimentari si associa anche una rivoluzione nelle tecniche con cui vengono prodotti gli alimenti, si potrà sostenere la crescita mondiale, che ci porterà, entro il 2050, ad essere 10 miliardi di persone sul pianeta. Per raggiungere questo obiettivo, tutto il sistema deve cambiare, per promuovere l’adozione di una dieta più sana e di una produzione più mirata e sostenibile. Non ultimo, poi, occorre una sostanziale riduzione degli sprechi: un problema non indifferente, se si pensa che circa il 50% del cibo prodotto nel pianeta attualmente viene sprecato, a causa di cattive abitudini, sovrapproduzione, e problemi infrastrutturali (specie nei paesi in via di sviluppo) che rovinano gli alimenti prima che raggiungano le tavole dei consumatori. Sul piano produttivo, il report della rivista Lancet che abbiamo illustrato la scorsa settimana disegna una roadmap molto precisa che dovrebbe guidare il comparto alimentare da qui al 2050. Occorre partire dalla de-carbonizzazione della produzione agricola (l’abbandono di tecniche e metodi produttivi basati sui combustibili fossili), passando per un dimezzamento degli sprechi alimentari, per la necessità di non aumentare in alcun modo il consumo di acqua e di suolo e di azzerare la perdita di biodiversità. In questo modo sarà possibile garantire cibo sostenibile per 10 miliardi di persone, e migliorare al contempo la salute globale. Se la strada da seguire è chiara, si tratterà evidentemente di un percorso accidentato che richiederà profondi cambiamenti non solamente nelle nostre abitudini quotidiane, ma anche nei sistemi produttivi e commerciali che regolano il comparto alimentare.
A livello individuale, poi, le cattive abitudini a tavola provocano rischi più alti per la salute di tabacco, sesso non protetto e alcol tutti insieme. Per salvare noi e il pianeta occorre raddoppiare a livello globale i consumi di frutta, verdura, legumi e noci e ridurre di oltre il 50% quelli di zuccheri e carni rosse entro il 2050. Sono alcuni dei passaggi dello studio della Commissione Eat-Lancet presentato a Oslo in Norvegia e pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica Lancet. La commissione riunisce autori considerati tra i massimi esperti di nutrizione e sostenibilità (dal professore di Harvard Walter Willett all’inventore del ‘chilometro zero’ Tim Lang) provenienti da università di tutto il mondo e organizzazioni come Fao e Oms.
Sarà importante, quindi, per il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti considerare che l’alimentazione e la sostenibilità ambientale devono andare a braccetto, evitando sprechi e il consumo di alimenti che, oltre che costosi, spesso sono dannosi per la nostra salute e per l’ambiente!
Eventuali quesiti potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 15 febbraio 2019, ore 18,06.