Non può altro che essere il Coronavirus l’argomento anche di questa settimana trattato, per la rubrica “Salute&Benessere”, dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova. Dopo l’amuchina la settinana scorsa (vedere archivio), ecco la mascherina sulla cui reale utilità e, soprattutto, per il modello con la quale viene indossata, la responsabile della rubrica invita a leggere alcune precisazioni. L’antidoto migliore per fronteggiare il Covid-19? Semplice, l’hashtag “io resto a casa” che anche la dottoressa Isabella sottolinea (foto in alto)…
Come tanti di voi, ancor di più da biologa, sto seguendo con la massima attenzione, anche qui in questa rubrica settimanale, lo sviluppo del nuovo coronovarus COVID-19. In queste ultime settimane, abbiamo compreso l’importanza di lavarci spesso le mani e mantere una distanza minima di un metro con i nosri interlocutori. Questa settimana è fondamentale seguire l’indicazione di RESTARE A CASA!
Vi ribadisco, poi, l’importanza di affidandorsi a fonti autorevoli, evitando le “fake news”, che nel settore della salute fanno ancora più male perché sono dannose per la nostra vita. Per questo motivo, da settimane vi consiglio a mantenersi aggiornati sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità (www.epicentro.iss.it/coronavirus), sempre aggiornato con notizie provenienti dalle Autorità internazionali.
Dopo aver letto sull’ amuchina fatta in casa, in un mio precedente articolo che potete sempre leggere nella rubriva “Salute e Benessere” di glpress, ieri mi è stata chiesta qualche precisazione sulla mascherina con la carta forno, che non è proprio una bufala, ma bisogna fare qualche precisazione.
Premettiamo che che i sussidi più efficaci contro il Coronavirus sono le mascherine FFP2 e 3, ovvero quelle dotate di un’apposita valvola che funge da filtro, che offrono una protezione elevate contro le particelle. Le mascherine chirurgiche sono utili per evitare l’infezione parta da sé, ed inquini altri individui. In assenza di mascherine FFP2 e 3 (praticamente introvabili, o proposte a prezzi spropositati, non accessibili a tuttI), diversi medici specialisti hanno suggerito di realizzare in autonomia una mascherina con la carta forno, piegando la carta a fisarmonica e fissando alle due estremità degli elastici con una spillatrice per poterla agganciare alle orecchie, e farla così aderire al volto per coprire naso e bocca.
L’importanza di questo materiale sta nella sua idrorepellenza, ottenuta praticamente a costo zero.
Bisogna ricordare che certi rimedi fai-da-te non devono e non possono sostituirsi ai presidi sanitari veri e propri.
Poi dobbiamo aver chiaro che la maschera oggi non serve all’aperto per un soggetto sano, è meglio un’attenzione alle procedure di pulizia e igiene. La prima norma sanitaria, poi, è la distanza di sicurezza di almeno 1 metro.
Ricordiamo inoltre che qualsiasi genere di mascherina, affinché sia garantita la propria efficacia dal contagio da Coronavirus e da altri agenti patogeni, deve aderire completamente al volto, senza lasciare il ben che minimo spazio. La carta forno, pur essendo un idrorepellente a costo zero, è difficile aderisca in toto al volto: in questo modo, l’esposizione ai Droplet (goccioline di saliva) è probabile.
Va bene premunirsi, anche con la mascherina carta forno in assenza delle FFP2 e 3 (che purtroppo quasi non si trovano più), ma attenzione a rispettare sempre le distanze di sicurezza (pari a minimo un metro) gli uni dagli altri quando si esce di casa per questioni di comprovata necessità (fare la spesa, emergenze medico-sanitarie ed esigenze lavorative): questo è l’unico modo che abbiamo per limitare i contagi.
Vi saluto virtualmente, ricordandovi che IO RESTO A CASA!
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 13 marzo 2020, ore 19,37.