Il ruolo dei sali minerali nel rischio di diabete di tipo 2. Come sempre tematica sempre diversa e interessante l’argomento settimanale proposto dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, nella seguitissima rubrica “Salute&Benessere”. Il servizio…
La scorsa settimana abbiamo visto come l’aggiunta dello zucchero nel caffè potrebbe annullare gli effetti benefici che la nostra amata bevanda potrebbe darci per il controllo del peso corporeo. Se dunque è ormai chiaro che lo zucchero in tutte le sue colorazioni può avere effetto nocivo sul dimagrimento, vale la pena sottolineare che è uno dei componenti della nostra dieta che spesso peggiora o addirittura causa, nel suo eccesso, il diabete. Ricordiamo che il diabete è una patologia che si verifica quando l’organismo non è in grado di utilizzare il glucosio ematico.
I livelli di glicemia sono controllati dall’insulina, un ormone prodotto dall’organismo che favorisce l’ingresso del glucosio nelle cellule muscolari e adipose. Il diabete insorge quando il pancreas non produce abbastanza insulina o l’organismo non risponde all’insulina che è stata prodotta.
Nella regolazione del metabolismo del glucosio giocano un ruolo importante diversi fattori, compreso la presenza di elementi come il ferro (Fe), il rame (Cu) e lo zinco (Zn), contenuti in tracce negli alimenti che compongono la nostra dieta.
Le ricerche che hanno indagato l’associazione tra l’assunzione di questi elementi e il rischio di sviluppare diabete di tipo 2, la patologia caratterizzata da livelli costantemente elevati di glucosio nel sangue, hanno tuttavia fornito fino ad oggi risultati contrastanti, indentificando in alcuni casi una correlazione positiva (e quindi sfavorevole) tra l’assunzione di ferro, rame e zinco e il rischio di sviluppare la patologia, e riscontrando in altri l’assenza di associazione al proposito.
I risultati di questo studio osservazionale recente, condotto in Corea su circa 16.000 soggetti di età superiore a 40 anni, confermano l’esistenza di un’associazione sfavorevole tra l’apporto alimentare di ferro, rame e zinco e il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 sia negli uomini che nelle donne.
In particolare, la relazione con la patologia sembra più forte per l’assunzione alimentare a breve termine (rilevata cioè in tempi più recenti) che per l’apporto medio nel tempo degli stessi elementi, soprattutto negli uomini: tra i soggetti nel quartile con apporto a breve termine più elevato di rame, il rischio di diabete risultava infatti triplicato rispetto ai soggetti nel quartile con apporto più basso, mentre era raddoppiato nel quartile con apporto più elevato di zinco e di ferro. L’incremento del rischio era molto più modesto nella popolazione femminile.
Sebbene la natura complessa delle interazioni tra nutrienti e rischio di malattie richieda ulteriori indagini per delineare chiaramente il ruolo specifico degli elementi presenti in tracce negli alimenti nello sviluppo del diabete di tipo 2 e per valutare gli effetti delle variazioni dell’apporto con la dieta nel tempo, queste osservazioni appaiono comunque rilevanti in un’ottica di salute della popolazione generale.
La prevenzione della malattia diabetica, le cui diagnosi sono in progressivo aumento a livello globale, rappresenta infatti un obiettivo importante, sia per i costi di gestione elevati della patologia, e sia per il conseguente aumento del rischio di incorrere in complicanze gravi, quali la retinopatia diabetica, l’insufficienza renale e l’infarto miocardico.
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
ISABELLA SALVIA
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 27 ottobre 2023, ore 17,34.