Caffè, che passione! Zuccherato o amaro resta una delle bevande più amate nel mondo ma sorge anche un dubbio: fa male al fegato? Spiega tutto la dottoressa e docente ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, nella settimanale rubrica “Salute&Benessere”…
Il caffè è una bevanda ottenuta dalla macinazione dei semi di alcune specie di piccoli alberi tropicali appartenenti al genere Coffea. Sebbene all’interno di questo genere siano identificate e descritte oltre 100 specie, commercialmente le diverse specie di origine sono presentate come diverse varietà di caffè e le più diffuse tra esse sono l’arabica e la robusta.
Il caffè è la bevanda più diffusa nel mondo.
La composizione esatta del caffè dipende da diversi fattori, tra cui il tipo di caffè (Arabica o Robusta), la provenienza geografica e le condizioni di tostatura, il confezionamento e lo stoccaggio.
Nella composizione chimica dei chicchi di caffè tostati rientrano centinaia di sostanze chimiche volatili, delle quali ne sono state identificate 800 fino a questo momento.
Tra queste, i composti volatili che possono essere utilizzati per caratterizzare il caffè, secondo uno studio pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, sono sei: acido acetico, 2-metilpirazina, furfurale, 2-furfuril alcol, 2,6-dimetilpirazina e 5-metilfurfurale.
In media, 100 grammi di chicchi di caffè contengono: 4,1 gr di acqua, 10,4 gr di proteine, 15,4 gr di lipidi e 28,5 gr di cardoidrati.
Riguardi al contenuto di caffeina, questa varia a seconda del tipo di preparazione, con l’espresso che ne contiene 85 mg per razione e la moka 100 mg per razione.
Molti ricercatori sconsigliano il caffè decaffeinato, cioè quello contenente meno del 0,1% di caffeina, rimarcando l’uso di solvente tossico per eliminare la caffeina, del quale rimarrebbero tracce, che tuttavia per legge dovrebbero non essere sopra una soglia minima, comunque considerata dai medesimi detrattori troppo alta. In realtà molte aziende utilizzano dei metodi di produzione del decaffeinato che non necessitano di alcun solvente realmente tossico, e che quindi si possono considerare sicuri.
Dopo questa doverosa descrizione, torniamo alla nostra domanda: il caffè fa male al fegato?
No, il caffè non fa male al fegato, anzi! Diversi studi scientifici dimostrano che un moderato consumo di caffè può avere addirittura effetti benefici e protettivi.
Sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità, nella sezione Falsi Miti e Bufale, si legge: “Un fegato sano è fondamentale per il benessere del nostro organismo: aiuta a ripulire il sangue eliminando le sostanze nocive prodotte dal nostro corpo; secerne la bile, che serve a scomporre il grasso contenuto nel cibo favorendone l’assorbimento; immagazzina il glucosio affinché possa essere utilizzato quando abbiamo bisogno di energia in tempi rapidi. Spesso si pensa che esista una correlazione negativa tra il caffè e l’insorgenza della cirrosi epatica, la temibile infiammazione cronica del fegato, difficile da curare e che può portare al tumore. Negli ultimi anni molti studi hanno cercato di capire la relazione tra il consumo di caffè e la salute del fegato.
In passato bere caffè era considerata una cattiva abitudine, come quella di bere alcool o fumare. Nel 1991, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sulla base delle ricerche e delle conoscenze scientifiche di allora, aveva inserito il caffè nell’elenco delle sostanze definite “possibilmente cancerogene per gli esseri umani”. Nel 2016, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), ha stabilito che non ci sono prove sufficienti per definire il caffè una sostanza “possibilmente cancerogena” per l’uomo. La relazione negativa tra il consumo di caffè e l’insorgenza di danni al fegato non è stata confermata, anzi il caffè risulterebbe essere un ottimo protettore contro la cirrosi epatica. In aggiunta, continua ancora l’ISS, nel tempo si sono accumulate numerose evidenze scientifiche a dimostrazione che non solo il caffè non fa male (tranne in soggetti con alcune patologie) ma che, se consumato in dosi moderate di 2-3 tazzine al giorno, può rappresentare una buona fonte di antiossidanti. Attenzione però a non pensare che basti qualche tazzina di caffè per ridurre il rischio di danno al fegato. Per mantenere il nostro fegato in salute è molto importante ridurre il consumo di alcool, del fumo di sigarette e seguire una dieta equilibrata e varia insieme a regolare esercizio fisico.
Inoltre, conclude l’Istituto Superiore di Sanità, i tumori primari del fegato sono ampiamente evitabili sia con il vaccino contro il virus dell’epatite B che eradicando il virus dell’epatite C. Infine è fondamentale assumere farmaci solo dopo aver consultato il proprio medico e, in ogni caso, non abusarne mai”.
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
ISABELLA SALVIA
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 17 giugno 2022, ore 18,54.