SALUTE&BENESSERE: I FARMACI ANTI-OBESITA’ SONO DAVVERO PRIVI DI RISCHI?

Obesità: per molti un problema, per altri un incubo. Non sono pochi quelli che, anche sotto prescrizione medica, usano i farmaci anti-obesità (foto in alto un flacone apposito, venduto soprattutto in Danimarca) ma questi, alla fin fine, sono davvero utili e, soprattutto, sono veramente privi di rischi? Interrogativo e argomento molto importante quello presentato, nella settimanale rubrica “Salute&Benessere”, dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale. Il servizio…

Negli ultimi tempi si sta registrando un notevole aumento dell’utilizzo dei farmaci anti-obesità. Ma c’è la consapevolezza dei benefici e soprattutto dei rischi che assumere sostanze simili comporta? Ad esempio i farmaci GLP-1, che sono in grado di aumentare la sensazione di sazietà e indurre un rallentamento dello svuotamento gastrico, esporrebbero a un rischio ridotto di demenza e dipendenza, tuttavia potrebbero comportare un aumento di possibili problemi renali, pancreatici e gastrointestinali. La questione è stata oggetto di approfondimento dello studio pubblicato su Nature Medicine e condotto dagli esperti della Washington University e del Veterans Affairs (VA) St. Louis Health Care System. La ricerca ha confrontato i dati di 175 pazienti abituali utilizzatori di farmaci GLP-1RA per la cura del diabete e altri che assumevano farmaci più tradizionali, per un totale di oltre due milioni di diabetici, differenziati per età, etnia e sesso, in terapia dal primo ottobre 2017 al 31 dicembre 2023. I benefici sono stati sì confermati, ma allo stesso tempo anche i rischi. Diventa a questo punto fondamentale il monitoraggio della salute dei pazienti.

Ricordiamo che l’obesità è una malattia cronica, sempre più diffusa, con frequenti ricadute sulla salute. Combatterla non è facile: è necessario da parte di chi ne soffre intraprendere un percorso di cura, spesso difficile.

In questi anni la ricerca è andata avanti e sono ormai spesso utilizzati i nuovi farmaci anti-obesità, ovvero molecole che promettono risultati ancora migliori di quelli ottenuti con i farmaci per dimagrire autorizzati fino a poco tempo fa.

La ricerca degli ultimi anni ha consentito di comprendere meglio i meccanismi regolatori del peso corporeo, che coinvolgono una complessa interazione tra cervello, tessuto adiposo e apparato digerente.

Sono state individuate delle molecole che, interferendo con vari processi neurotrasmettitoriali e metabolici, sono in grado di condizionare tutti i processi che riguardano l’assunzione di cibo, i segnali di fame/sazietà, il metabolismo del tessuto adiposo e di influenzare numerosi processi ormonali che regolano il metabolismo dei principali nutrienti.

Da qui sono nati farmaci che agiscono a questi livelli, spesso studiati allo scopo di curare il diabete, poi estesi alla terapia dell’obesità, in considerazione della loro capacità di ridurre il peso, indipendentemente dalla presenza o meno di diabete. Tra i più utilizzati troviamo: la semaglutide e la tirzepatide.

La semaglutide è una molecola derivata dalla liraglutide, analogo dell’ormone GLP-1, attraverso i recettori presenti a livello enterico, che aiuta a tenere sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue, favorendo la secrezione di insulina e riducendo quella di glucagone; rallenta lo svuotamento gastrico, aumentando così il senso di sazietà.

Questo farmaco è in grado di ottenere cali ponderali mediamente del 15% nei pazienti che lo utilizzano, naturalmente con risposte variabili che possono essere minori, ma anche molto maggiori.

L’impiego improprio della semaglutide a dosaggi minori, come si usa per il diabete, a scopo ‘dimagrante’ ha avuto una diffusione incontrollata, specie negli Stati Uniti, diventando quasi una moda, tanto da fare esaurire la disponibilità del farmaco per la cura delle persone diabetiche.

La tirzepatide è un nuovo farmaco che agisce sia sugli stessi recettori enterici su cui agisce la semaglutide (GLP-1), sia su altri recettori di un altro ‘gastroenterormone’, chiamato GIP, anch’esso coinvolto nella secrezione di insulina.

L’FDA (Food and Drug Administration) ha approvato nel maggio 2022 la tirzepatide per la cura del diabete, mentre l’impiego per la terapia dell’obesità è stato autorizzato molto di recente. L’efficacia risulta notevole, come dimostrato dagli studi SURMONT, già presentati alla comunità scientifica mondiale. Va sempre ribadito e sottolineato però che tali terapie devono essere iniziate e proseguite sotto la guida di medici esperti e non possono essere materia di ‘fai da te’. Infatti la gestione della terapia comprende anche la gestione dei possibili effetti indesiderati e richiede comunque un monitoraggio di stretta pertinenza medico-specialistica.

Inoltre queste terapie, per essere efficaci, devono sempre essere associate a cambiamenti di stile di vita e modifiche delle proprie abitudini alimentari. La lotta all’obesità quindi può e potrà avvalersi sempre di più di strumenti preziosi, se però usati nel giusto modo e nei pazienti che abbiano i giusti requisiti. Il tutto sempre sotto stretto controllo medico perché, come abbiamo visto, possono esserci complicanze anche gravissime.

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

ISABELLA SALVIA

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

Edited by, venerdì 31 gennaio 2025, ore 18,00. 

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