SALUTE&BENESSERE: GIORNATA MONDIALE DELL’ENDOMETRIOSI

Oggi, 28 marzo, è la Giornata Mondiale dell’Endometriosi 2025 ed è questo l’argomento di questa settimana proposto dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, per la rubrica “Salute&Benessere”. In tutta Italia hanno luogo diverse iniziative per aumentare la consapevolezza di questa malattia femminile, che consiste nella crescita di tessuto uterino, l’endometrio, anche al di fuori dell’utero stesso, quindi a livello di tube, ovaie, intestino e pelvi. Il servizio…

Oggi, 28 marzo, è la Giornata Mondiale dell’Endometriosi 2025. In tutta Italia hanno luogo diverse iniziative per aumentare la consapevolezza di questa malattia femminile, che consiste nella crescita di tessuto uterino, l’endometrio, anche al di fuori dell’utero stesso, quindi a livello di tube, ovaie, intestino e pelvi.

L’endometrio è soggetto alle sollecitazioni ormonali cicliche e, di conseguenza, la donna avverte in modo esponenziale tutti i disturbi collegati al ciclo mensile. Oltre a dolore ed emorragie, però, l’endometriosi può anche interferire con la serenità della vita sessuale e causare infertilità. Eppure troppo spesso si considera normale e perfino giusto sopportare il dolore e il disagio senza intervenire: anche questa cultura sbagliata è tra le cause di ritardo diagnostico.

La Giornata Mondiale dell’Endometriosi 2025, come ogni anno, aiuta a vincere gli atteggiamenti scorretti.

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia sono circa tre milioni le donne che soffrono di endometriosi. Di queste, circa 134mila, tra i 15 e i 50 anni, hanno subito un ricovero ospedaliero a causa dei disturbi legati all’endometriosi. Gli esperti della Società Italiana di Riproduzione Umana aggiungono che questa malattia riguarda tra il 5 e il 10% delle donne in età riproduttiva, causando problemi di infertilità in quasi un terzo dei casi.

Nonostante le perdite annuali per le assenze lavorative in Europa siano stimate in circa 30 miliardi di euro, la Comunità Europea negli ultimi anni ha destinato solo 15,6 milioni di euro per progetti relativi all’endometriosi. Aumentare la consapevolezza su questa malattia è essenziale per far capire alle donne che non si deve “sopportare” il dolore come inevitabile e per conoscere le attuali possibilità di cura.

L’endometriosi va affrontata nel modo adeguato perché, oltre a causare dolore intenso e perdite di sangue che possono causare anemia, può causare problemi di concepimento senza corretta diagnosi  nelle donne che desiderano un bambino. Secondo gli esperti, l’endometriosi è al terzo posto delle cause di infertilità femminile, interferendo in vari modi sulla fertilità spontanea della donna.

Ovaie e tube, avvolte da tessuto endometriosico e cisti, non riescono a svolgere le loro regolari funzioni di produzione degli ovociti e di conduzione degli stessi fino all’incontro con gli spermatozoi.

Inoltre lo stato infiammatorio crea alterazioni biochimiche che influiscono con la maturazione degli ovuli, l’ovulazione e la fecondazione dell’ovulo. Anche qualora avvenisse la fecondazione, spesso i focolai dell’endometrio impediscono l’annidamento dell’embrione sulla mucosa uterina, perché provocano una reazione di difesa che impedisce l’annidamento dell’embrione nell’utero.

Il problema dell’infertilità diviene ancora più serio a causa del ritardo diagnostico che talvolta è di sei anni. Per questo, gli esperti raccomandano di non considerare “normali” dolori intensi e mestruazioni abbondanti e debilitanti.

Riconoscere che il dolore mestruale non debba essere accettato come una parte inevitabile della vita può costituire un passo cruciale verso una diagnosi precoce e un trattamento adeguato.

L’unico sistema per una diagnosi certa è il prelievo di tessuto uterino in laparoscopia.

Si esegue un’anestesia generale e poi si praticano, sull’addome, alcuni fori che permettono l’introduzione di una sonda ottica, attraverso la quale il ginecologo visualizza gli organi interni, scoprendo eventuali cisti e aderenze e può anche prelevare frammenti di tessuto da sottoporre ad esame microscopico per avere la diagnosi definitiva.

Attualmente, i trattamenti per l’endometriosi non assicurano una guarigione definitiva ma esistono diverse strategie per gestire e controllare i sintomi. È possibile ricorrere a:

Farmaci ormonali, come contraccettivi orali e progestinici, che sono frequentemente utilizzati per mantenere la malattia sotto controllo;

Intervento chirurgico che è riservato ai casi in cui il dolore persiste, con l’obiettivo di rimuovere le lesioni e migliorare la qualità della vita.

La gravidanza, anche ottenuta con la procreazione medicalmente assistita, può comportare un miglioramento della sintomatologia e della malattia stessa perché mette a riposo l’attività ormonale. E’ essenziale avere un buon centro ginecologico di riferimento.

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

ISABELLA SALVIA

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

Edited by, venerdì 28 marzo 2025, ore 17,12. 

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