Dal 24 gennaio scorso l’Unione Europea ha dato l’ok adattando il proprio regolamento di produzione alimentare alla disponibilità di un nuovo ingrediente: il grillo in polvere parzialmente sgrassato. Questo l’argomento proposto in questa settimana, nella rubrica “Salute&Benessere”, dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale…
Ormai è ufficiale!
Dal 24 gennaio scorso l’Unione Europea ha dato l’ok adattando il proprio regolamento di produzione alimentare alla disponibilità di un nuovo ingrediente: il grillo in polvere parzialmente sgrassato.
Che le popolazioni asiatiche mangino cavallette, coleotteri e formiche non ci stupisce più, ma siamo pronti ad accogliere anche in Italia prodotti a base di insetti come la farina di grilli? Potrebbe accadere a breve, visto il recente via libera da parte dell’Unione Europea ai prodotti che contengono non solo farina di grillo (Acheta domesticus), ma anche le larve del verme della farina minore (Alphitobius diaperinus), vendute surgelate, in pasta o essiccate.
Dalla consistenza tipicamente polverosa, la farina di grilli ha un colore bruno scuro e si ottiene macinando proprio le larve dei grilli.
La tecnica di produzione è stata valutata e validata dall’EFSA, passaggio fondamentale per la messa in commercio dei novel food, ovvero tutti quei prodotti e sostanze alimentari privi di storia di consumo significativo in UE, e che, quindi, devono sottostare a un’autorizzazione per valutarne la sicurezza prima della loro immissione in commercio.
L’elaborazione inizia generalmente con la rimozione delle viscere dell’insetto, sebbene questo passaggio sia facoltativo. Vengono quindi sottoposti a liofilizzazione e infine impacchettati.
La farina prodotta a partire dai grilli è priva di organismi patogeni, micotossine, metalli pesanti e idrocarburi. L’unico problema potrebbe essere rappresentato dalla chitina, la proteina contenuta nel carapace dei grilli che, nelle persone allergiche, può dare manifestazioni che vanno dal semplice eritema cutaneo allo shock anafilattico, proprio come può accadere ad esempio per gli arachidi o i crostacei; inoltre un uso prolungato e frequente, anche per chi non è allergico, potrebbe portare a una sensibilizzazione verso il prodotto. La farina di grillo non sembra avere molte caratteristiche in comune con la maggior parte delle farine di origine animale oggi usate in allevamento e in agricoltura.
Gli inventori fanno leva su una caratteristica decisamente invidiabile, ovvero l’eco-sostenibilità, ma il prezzo resta ancora abbastanza caro.
Ma quali sono i valori nutrizionali? I grilli, come la maggior parte degli insetti destinati all’alimentazione umana, contengono pochissimi grassi e hanno un contenuto proteico che sfiora il 60-70%; le proteine, inoltre, sono ad alto valore biologico.
Inoltre, i grilli sono ricchissimi di minerali e vitamine, come il calcio, il potassio, il ferro, la vitamina B12 e la B2.
Ad oggi, l’impiego principale della farina di grillo a livello industriale è come ingrediente di: barrette proteiche, pasta, pane, tortillas, biscotti, snack, burger vegetali e smoothies.
Occhio all’etichetta perchè la farina di grillo sta rapidamente trovando impiego anche nelle formulazioni casalinghe, ad esempio negli impasti dei panificati.
Ma siamo sicuri di non avere mai mangiato nessuna specie di insetto?
In Sardegna, ma anche in altre Regioni italiane, esistono, ad esempio, dei formaggi con le larve della mosca casearia, la cui produzione, per motivi igienici, è stata proibita. Pensiamo poi al colore rosso caratteristico dello spritz, dello yogurt ai frutti rossi, del succo d’arancia rosso o delle caramelle gommose. Questo colore è dato dai coloranti, spesso ottenuto dalla cocciniglia, un piccolissimo insetto appartenente alla stessa famiglia della coccinella. Possiamo riconoscerlo in etichetta con la sigla E120. L’ingestione di insetti può avvenire anche attraverso l’assunzione di barrette di cioccolato, insalata, marmellate, succhi di frutta, passate di pomodoro e farine dove sono in genere presenti parti di insetti.
Anche mangiando alimenti pregiati come i funghi porcini possiamo mangiare insetti. Questi, infatti, sono spesso infestati dalle larve di alcuni ditteri che possono deporre le uova sul fungo da cui escono i caratteristici vermetti bianchi, a noi noti. Per quanto riguarda la farina di grilli, però, possiamo stare tranquilli, se si leggono le etichette, nessuno potrà mai mangiarli per sbaglio!
E voi, siete curiosi di assaggiarla?
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
ISABELLA SALVIA
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 3 febbraio 2023, ore 19,44.