Riprende, dopo la settimana di pausa pasquale, la nostra rubrica di grande successo “Salute&Benessere”, appuntamento fisso del venerdì sera da oltre quattro anni, a cura della dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale. E proprio ricollegandosi alle trascorse festività, viene affrontato l’argomento della dermatite atopica…
Trascorse le festività pasquali possiamo avere a che fare, oltre che con qualche chilo di troppo, anche con un fastidioso disturbo di natura infiammatoria: la dermatite atopica.
La dermatite atopica (DA), comunemente chiamata anche eczema costituzionale, è un’infiammazione della pelle che si presenta con la formazione improvvisa di cute secca e pruriginosa e di chiazze rosse con vescicole. In alcuni soggetti si associa ad asma o a rinite allergica. Può interessare la fascia infantile o quella dell’adulto. Le sedi colpite sono varie e la dermatite atopica compare nei soggetti che hanno la pelle secca e iperattiva.
Solitamente colpisce le mani, i piedi, la piega interna del gomito e quella posteriore delle ginocchia, polsi, caviglie, viso, collo, torace. È frequente anche la manifestazione intorno agli occhi.
Nella sua forma infantile si manifesta nei primi mesi o anni di vita del bambino, generalmente in maniera improvvisa. La comparsa improvvisa della DA è un tratto comune anche nella popolazione adulta. In alcuni casi, quando la dermatite atopica si cronicizza o si è costretti a grattarsi ripetutamente, la pelle può ispessirsi, dando vita a una formazione di pelle dura ispessita e molto pruriginosa.
Le cause della dermatite atopica non sono note. Si ritiene che ci sia una componente ereditaria che induce a una reattività infiammatoria spiccata verso agenti comuni.
I soggetti affetti hanno una funzione barriera della pelle difettosa per cui entrano in contatto con sostanze normalmente tenute all’esterno.
Il cambiamento di stagione e lo stress psicofisico sono tra le maggiori cause di scatenamento della dermatite atopica.
Come detto, la dermatite atopica, è un disturbo di natura infiammatoria che può essere trattato su più fronti: su quello farmacologico, ovviamente, ma anche su quello alimentare. Alcuni alimenti, infatti, sono in grado di scatenare allergia e di peggiorare quindi l’infiammazione: può succedere che i soggetti atopici manifestino intolleranza verso alcuni alimenti. Al contrario, prolungare il più possibile l’allattamento al seno potrebbe aiutare a ritardare la comparsa del disturbo nei piccoli che presentano una predisposizione genetica a svilupparla.
I soggetti predisposti o comunque colpiti dalla dermatite atopica dovrebbero consumare con cautela quegli alimenti che rilasciano istamina, un composto azotato che ricopre un ruolo primario nelle risposte infiammatorie. Tra questi abbiamo il cioccolato, l’albume d’uovo, il pesce e i cibi conservati in generale, gli insaccati, i crostacei, la soia, gli agrumi, il pomodoro, gli spinaci, gli insaccati, la frutta secca, l’ananas, le fragole, il latte e i formaggi fermentati.
Alcuni cibi possono invece favorire la remissione dei sintomi della dermatite atopica: questi alimenti aiutano infatti ad attenuare i sintomi tipici dell’infiammazione. Si tratta di tutti quei cibi che andrebbero assunti nell’ambito di un’alimentazione sana e ben bilanciata, ovvero ricca di fibre, sali minerali, vitamine e grassi vegetali.
E’ bene inoltre evitare l’uso di saponi più o meno aggressivi, onde evitare di impoverire la pelle degli strati esterni che la proteggono, e asciugare la pelle delicatamente, tamponando l’umidità in eccesso, piuttosto che sfregandola.
Altro consiglio utile è quello di evitare indumenti di fibra sintetica e di colori scuri.
Ricordo a tutti voi di rivolgervi al vostro dermatologo di fiducia che, nel corso di un’accurata visita attraverso l’osservazione dei sintomi, potrà diagnosticare con certezza la dermatite atopica.
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 9 aprile 2021, ore 18,16.