Analisi approfondita sulla pandemia del Coronavirus ma anche con attenzione alle “fake news” e alle motivazioni dei tanti decessi. La dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, nella settimanale rubrica “Salute&Benessere”, affronta in toto l’argomento del 2020…
Ogni giorno che passa siamo tutti un po’ più preoccupati per la diffusione pandemica in atto. Sentiamo in TV o su internet tante notizie che spesso vengono poi smentite dai fatti. In ogni momento della nostra vita è importante seguire notizie certe, evitando “bufale” o “fake news”: è questo l’obiettivo di questo sito da sempre. Iniziamo col dire che è importante avere una fonte autorevole dove informarsi. Per questo, consiglio di seguire il sito EPICENTRO dell’Istituto Superiore di Sanità (https://www.epicentro.iss.it/). Consiglio di leggere su questo sito i consigli più utili per noi e per i nostri cari. Al momento non abbiamo una cura certa, né un vaccino per questo virus. Per questi motivi è importante seguire le regole dei DPCM, in particolare mantenere la giusta distanza interpersonale, indossare la mascherina e lavarsi frequentemente le mani. Questa settimana, vorrei analizzare con voi i dati presenti sul sito Epicentro, per tentare di capire cosa sta succedendo. Partiamo dal presupposto che sarà importante conoscere il numero dei positivi, ma è fondamentale fermare i decessi. Evitare i morti, è questo l’obiettivo della Scienza. Per questo motivo oggi analizzerei i dati relativi ai circa 37mila decessi avvenuti in Italia dall’inizio della pandemia a febbraio. Basandosi sui dati presenti nel citato sito (https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia), capiamo che l’età media dei morti era 80 anni, con la maggioranza di uomini (le donne sono il 42,7%). Un dato molto importante è quello relativo alle patologie preesistenti: solo il 3,5% del campione analizzato non aveva patologie certificate. Ben oltre il 63% dei decessi analizzati avevano tre o più malattie. Le malattie più frequenti erano l’ipertensione arteriosa, la cardiopatia ischemica, la fibrillazione atriale il diabete di tipo 2, l’insufficienza renale e l’obesità. Il dato che emerge con chiarezza è che, in assoluta prevalenza, sono purtroppo morti ottantenni con tre o più patologie preesistenti. Sono quindi loro (i meno giovani) i soggetti più vulnerabili che dobbiamo proteggere di più. Per questo motivo, sulla base di un dato scientifico, mi domando e domando a tutti i lettori di questo sito: perchè non immaginiamo di creare un “lockdown” generazionale? Perchè non proviamo a proteggere prima gli ultrasettatenni, che sono più vulnerabili?
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 30 ottobre 2020, ore 19,45.