E’ uno dei gravi problemi che può anche essere prevenuto, pure con una corretta e sana alimentazione. Il pericolo infarto è l’argomento di questa settimana proposto dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova, per la rubrica “Saluta&Benessere”…
In questa settimana sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “European Heart Journal” i risultati di un nuovo studio tutto italiano che ha dimostrato, per la prima volta, il ruolo di un batterio intestinale, l’Escherichia coli, che circola nel sangue dei pazienti con infarto e si concentra nel trombo facilitandone la crescita. Sono risultati importanti che aprono nuove prospettive terapeutiche che potrebbero gettare le basi per un vaccino preventivo anti-infarto. Sarebbe un grande risultato futuro, che tutti auspichiamo. Dobbiamo, infatti, ricordare che le malattie cardiovascolari, come l’infarto del miocardio e l’ictus, sono le principali cause di mortalità nel nostro Paese. Ogni anno più di 100.000 italiani sono colpiti da queste gravi patologie con conseguente pesanti sulla salute e sulle famiglie dei malati. La maggior parte degli infarti si verifica a causa della formazione di un coagulo di sangue (trombo) che va a ostruire una o più arterie coronarie (le arterie che portano sangue ossigenato e sostanze nutritive al muscolo cardiaco), ma i meccanismi che ne sono alla base non sono stati completamente chiariti. I ricercatori hanno osservato in un gruppo definito di infartuati una presenza batterica significativa, associandola all’attivazione delle piastrine a livello del trombo. Attraverso metodiche di biologia molecolare è stato possibile dimostrare che il batterio che circolava nel sangue dei pazienti con infarto era l’Escherichia Coli, tipicamente di origine intestinale.
«Nella nostra ricerca – spiega il Prof. Francesco Violi, Direttore della ricerca, in servizio al policlinico Umberto I di Roma, – abbiamo trovato il DNA del batterio Escherichia Coli nel 34% dei soggetti che hanno avuto un infarto perché c’è una maggiore permeabilità intestinale. Abbiamo cercato lo stesso batterio nella gente sana, ma non lo abbiamo trovato nel loro sangue». Importante è cercare di capire perché i cardiopatici hanno una maggiore permeabilità intestinale. «C’è da tenere presente che anche la dieta grassa predispone al passaggio dei batteri nel sangue: più il cibo è grasso più c’è possibilità che i batteri passino nel sangue ed Escherichia coli circola in quantità tali che può dare trombosi e lo abbiamo visto nel modello sperimentale». Per comprendere il motivo della presenza batterica, il team composto da medici e da biologi ha analizzato la permeabilità intestinale dei pazienti, che è risultata alterata.
Ora la ricerca continuerà, con obiettivi più specifici, ma cosa possiamo fare oggi per prevenire l’infarto?
Consideriamo che circa il 50% dei pazienti colpiti da infarto muore prima di arrivare in ospedale. La stragrande parte degli elementi di rischio, come l’obesità e sovrappeso, il fumo, il colesterolo alto, l’ipertensione e il diabete mellito, sono suscettibili di correzione mediante opportune modifiche dello stile di vita. E’ importante, pertanto, capire come sia importante, oltre ad una costante guida medica che monitori l’andamento del nostro stato di salute (anche misurando la pressione arteriosa), controllare il nostro peso ed evitare di essere obesi, poiché l’obesità è tra i primi fattori di rischio delle patologie cardiovascolari che rappresentano la principale causa di morte nelle nazioni industrializzate. Tra i fattori di rischio cardiovascolare esistono alcuni che non sono influenzabili, come la familiarità o l’età (che ci inducono a rivolgersi ad un cardiologo di fiducia), ma altri, che sono poi i maggiori, che sono certamente riducibili con un regine alimentare mirato, come l’obesità, il colesterolo o i trigliceridi alti, l’ipertensione sistemica o il diabete. E’ possibile quindi ridurre il rischio infarto rivolgendosi ad un professionista! Se siete ipertesi o in sovrappeso, in attesa di un auspicabile vaccino, la cosa più sensata oggi è rivolgersi ad nutrizionista, oltre che al medico di fiducia!
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 17 gennaio 2020, ore 18,44.