Colpo di calore e insolazione: due problemi che caratterizzano l’estate, soprattutto con il grande caldo. La dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, analizza tutto ciò nella settimanale rubrica “Salute&Benessere” ma spiegando perché, colpo di calore e insolazione, sono due problemi diversi…
Oggi vorrei sottoporre all’attenzione dei miei affezionati lettori un argomento attuale della stagione estiva, soprattutto in questi giorni caratterizzati da ondate di calore anomale.
La temperatura elevata estiva aumenta la possibilità di essere soggetti a colpo di calore e insolazione (o colpo di sole), due termini che spesso sono utilizzati come equivalenti ma che invece corrispondono a due disturbi diversi, seppure con alcuni punti in comune. Il rischio aumenta se le temperature elevate sono accompagnate dalle cosiddette ondate di calore, vale a dire periodi di due o più giorni di caldo molto intenso e secco, oppure di caldo molto umido e senza vento.
“Il colpo di calore, si legge sul sito dell’Istituto Superiore di sanità, è provocato da condizioni ambientali di temperatura elevata (a partire da 35°C), ridotta ventilazione e, soprattutto, elevata umidità (maggiore del 60-70%) che non consentono all’organismo di disperdere il calore in eccesso tramite la sudorazione (termoregolazione) e di mantenere la temperatura del corpo intorno ai 37 gradi centigradi (37°C). Se, ad esempio, l’umidità è molto elevata, il sudore evapora più lentamente e il calore corporeo non viene eliminato come dovrebbe. Quando ciò accade, ad esempio durante le ondate di calore, la temperatura del corpo aumenta troppo (ipertermia) causando potenziali danni alla salute. L’ostacolo all’evaporazione del calore rende il caldo umido, a parità di gradi, maggiormente percepito rispetto al caldo secco.
L’insolazione è legata a una esposizione diretta del corpo, in particolare della testa, alle radiazioni solari. All’aumento di temperatura corporea tipico del colpo di calore, nel caso dell’insolazione, si aggiungono gli effetti dei raggi solari sulla pelle e sul capo.
Colpo di calore e insolazione possono avere gravi conseguenze e non devono essere presi alla leggera. È importante riconoscere i primi disturbi in modo da poter intervenire rapidamente.
Gli effetti del colpo di calore, continua il sito dell’ISS, si verificano quando la temperatura corporea aumenta rapidamente (in 10-15 minuti), raggiungendo i 40-41°C, a causa della diminuzione della capacità del corpo di regolarla.
Può causare i seguenti disturbi:
debolezza, abbassamento della pressione arteriosa, gonfiore (edema), soprattutto ai piedi e alle caviglie per la dilatazione dei vasi sanguigni periferici con conseguente ristagno di sangue disidratazione, non sempre seguita da sensazione di sete, nausea e vomito, crampi, causati dalla mancanza di sali minerali dovuta alla forte sudorazione, vertigini e mal di testa, progressiva perdita di lucidità e disorientamento.
Possono verificarsi anche collasso, o svenimento, con un’improvvisa perdita di coscienza, causati da un calo di pressione arteriosa con successiva diminuzione della quantità di sangue che arriva al cervello e, nei casi più gravi, danni agli organi interni (reni, polmoni, cuore, cervello), convulsioni, coma e morte.
Per l’insolazione, gli effetti legati all’aumento della temperatura corporea sono gli stessi del colpo di calore.
Ad essi si aggiungono i disturbi (sintomi) dovuti all’esposizione diretta ai raggi solari e alle radiazioni ultraviolette (UVB e UVA) e infrarosse.
Le persone maggiormente soggette a colpo di calore e insolazione sono:
anziani, neonati e bambini (soprattutto al di sotto dei quattro anni), per le maggiori difficoltà a eliminare il calore in eccesso a causa della diminuita sudorazione. Gli anziani, inoltre, avvertono meno dei giovani lo stimolo della sete e quando fa molto caldo sono portati a bere meno di quanto dovrebbero fare per poter sudare efficacemente e disperdere il calore in eccesso, persone con malattie croniche (malattie cardiache, respiratorie, diabete), individui con scarsa capacità di regolare la propria temperatura, ad esempio persone con malattie che alterano la termoregolazione (ad esempio lupus eritematoso sistemico, atrofia delle ghiandole sudoripare, ipotiroidismo, e alcune forme di dermatite), persone che abusano di alcol o droghe, che aumentano la sensazione di calore e la sudorazione, contribuendo così ad aggravare la disidratazione, persone che soffrono di disturbi psichici, perché potrebbero comportarsi in modo inadeguato (ad esempio sostare a lungo sotto il sole a capo scoperto) o fare uso di farmaci che possono aggravare gli effetti derivanti dal calore, persone che lavorano all’aperto svolgendo intensa attività fisica.
L’ISS raccomanda che, per prevenire i colpi di calore e l’insolazione ,è utile:
- uscire solo nelle ore più fresche, fino alle 11 di mattina e dopo le 18 di sera (ora legale), possibilmente in aree verdi, dove sono presenti zone di ombra e anche fontane, fiumi o laghi;
- evitare di svolgere attività fisica nelle ore più calde della giornata e comunque sotto il sole;
- indossare abiti comodi e leggeri, in fibre naturali (cotone, lino, etc.), perché non impediscono la traspirazione, e di colori chiari che non assorbendo i raggi solari non favoriscono l’aumento della temperatura del corpo;
- bagnare spesso la testa, e rinfrescare tutto il corpo con una doccia o con un bagno;
- coprire il capo e utilizzare gli occhiali da sole per proteggersi meglio dai raggi solari, far indossare ai bambini un cappellino con visiera e usare ombrellini parasole anche durante le passeggiate e non solo al mare o in montagna;
- aumentare il consumo di acqua, per reintegrare i liquidi persi tramite la sudorazione. In caso di caldo intenso, per mantenere l’idratazione del corpo possono essere utili anche le bevande che contengono sali minerali. Di norma, è necessario bere almeno 2 litri acqua al giorno, indipendentemente dal senso di sete, tranne diverse indicazioni da parte del medico curante;
- fare pasti leggeri, prevalentemente a base di frutta e verdura, non esagerare con i condimenti piccanti e preferire pesce e carni bianche (ad esempio, pollo, tacchino);
- evitare l’uso di alcolici, perché aumentano la sensazione di calore e la sudorazione, contribuendo così ad aggravare la disidratazione;
- programmare i viaggi in auto evitando le ore più calde, controllando le condizioni del traffico per non restare a lungo sotto il sole e facendo scorta di acqua;
- non lasciare persone nella macchina parcheggiata al sole, neanche per brevi periodi, soprattutto se non autosufficienti;
- arieggiare la casa durante la notte e il mattino presto, evitando l’ingresso diretto dei raggi del sole (ad esempio, oscurando le finestre con tende). Se possibile, mantenere fresca l’abitazione con l’aiuto di condizionatori. Prima di accenderli, se sono stati inattivi per un periodo di tempo, devono essere sottoposti a corrette manutenzione e pulizia dei filtri per evitare che siano fonte di contaminazione batterica; dentro casa è bene regolare la temperatura dei condizionatori intorno a 25-26 gradi e, comunque, con una differenza di pochi gradi rispetto alla temperatura esterna: lo sbalzo di temperature troppo elevato è una delle cause possibili di congestione;
- non indirizzare l’aria dei ventilatori sulle persone, regolarli in modo di far circolare l’aria in tutto l’ambiente. Poiché i ventilatori muovono l’aria ma non abbassano la temperatura, se la temperatura interna è maggiore di 32°C non vanno utilizzati perché l’aria calda potrebbe aumentare la sudorazione e la disidratazione;
Se nonostante tutte le precauzioni sopra descritte dovessero comparire uno o più disturbi come, ad esempio, malessere generale, elevata temperatura corporea, nausea, sete intensa, crampi, confusione mentale, svenimento è bene chiamare al più presto il proprio medico curante, la guardia medica o i numeri di soccorso sanitario (118).
Nell’attesa, conclude l’Istituto Superiore di Sanità:
- trasportare la persona in un luogo fresco e ventilato
- distenderla con le gambe sollevate rispetto al resto del corpo
- raffreddare il corpo e il capo, usando panni bagnati o immergere il corpo in una vasca di acqua fresca (ma non troppo fredda)
- mantenere calma la persona, perché l’ansia aumenta ulteriormente la temperatura
- non strofinare il corpo con l’alcol, perché potrebbe raffreddarlo troppo rapidamente e provocare uno sbalzo termico pericoloso. Si tratta di una vecchia credenza popolare, più dannosa che utile
- fare bere acqua non troppo fredda a piccoli sorsi, o bevande arricchite di sali minerali
- non somministrare farmaci per abbassare la febbre (antipiretici), senza aver consultato il medico”.
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 22 luglio 2022, ore 17,18.