Il gonfiore addominale: conseguenze e fastidi. Questo l’argomento della settimana scelto dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, per la rubrica di grande seguito “Salute&Benessere”…
Moltissime persone soffrono di gonfiore addominale, un sintomo definito come una sensazione soggettiva di pressione, indipendentemente da una distensione addominale oggettiva.
Questo sintomo può avere cause molto diverse. Nella maggior parte dei casi, il gonfiore addominale è un disturbo banale associato a errori alimentari e stile di vita; tuttavia, può essere anche la manifestazione di una vera e propria patologia in atto.
Recenti studi stimano che dal 10 al 30% di soggetti di tutte le età soffrono di gonfiore addominale, associato ad alterazioni del transito intestinale.
Prendiamo ad esempio uno studio del 2020 che aveva come obiettivo quello di confrontare la diversità e la composizione del microbiota fecale in pazienti con FABD (gonfiore e distensione addominale funzionale) e individui sani e di valutare la relazione tra crescita eccessiva batterica intestinale (SIBO) e disbiosi.
Il microbiota dei campioni fecali è stato analizzato da 33 soggetti, tra cui 12 controlli sani e 21 pazienti con FABD diagnosticati secondo i criteri di Roma IV. I pazienti con FABD sono stati sottoposti a un test del respiro a idrogeno.
La composizione del microbiota fecale è stata determinata mediante amplificazione e sequenziamento dell’RNA ribosomiale 16S. I risultati dello studio hanno messo in evidenza che la composizione complessiva del microbiota fecale del gruppo FABD differiva da quella del gruppo di controllo. La diversità microbica era significativamente inferiore nel gruppo FABD rispetto al gruppo di controllo. Una percentuale significativamente più elevata di proteobatteri e una percentuale significativamente inferiore di Actinobatteri sono state osservate nei pazienti con FABD.
Rispetto ai controlli sani, è stata riscontrata una percentuale significativamente più elevata di Faecalibacterium nei pazienti FABD e una percentuale significativamente più elevata di Prevotella e Faelicobacterium nei pazienti SIBO con FABD. Faecalibacterium prausnitzii, era significativamente più abbondante, ma Bacteroides uniformis e Bifidobacterium adolescentis erano significativamente meno abbondanti nei pazienti con FABD, rispetto ai controlli sani.
Lo studio, dunque, mette in evidenza come le alterazioni del microbiota intestinale possano provocare un eccesso o una regolazione anormale dei gas intestinali.
Una fermentazione anomala da parte dei batteri intestinali può causare un’eccessiva produzione di gas e sintomi di gonfiori in molti pazienti. Probiotici, prebiotici, e dieta a basso consumo di carboidrati fermentabili possono sicuramente dare sollievo a chi soffre di gonfiore addominale.
La formazione di quantità elevate di gas, infatti, può derivare anche da fenomeni fermentativi e putrefattivi a livello intestinale. Ciò dipende più frequentemente dall’ingestione di bibite frizzanti zuccherate, carboidrati complessi, lieviti contenuti nei prodotti da forno o nella birra e in alimenti ricchi di fibra.
Particolare attenzione andrebbe riposta anche ai metodi di preparazione del cibo: i fritti e l’aggiunta di troppi condimenti potrebbero irritare le pareti intestinali e favorire la formazione di gas. Bollino rosso anche per the, caffè e superalcolici. Ricordiamo infine che i soggetti intolleranti al glutine e al lattosio possono avvertire gonfiore addominale in caso di consumo di alcuni alimenti come i latticini e prodotti a base di farina di grano.
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 4 febbraio 2022, ore 17,35.