E’ dedicato al calcio e, nello specifico, alla salute di ossa e denti, la puntata della settimanale rubrica “Salute&Benessere” curata dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed iscritta all’Ordine Nazionale dei Giornalisti…
Nell’uomo la maggior parte del calcio, addirittura fino al 99%, si trova nelle ossa e nei denti dove forma, insieme ai fosfati, un composto strutturale analogo al minerale apatite. La rimanente quota si trova distribuita nel sangue, nei liquidi extracellulari e nei tessuti molli, soprattutto in quello muscolare, dove è coinvolto in tutti i meccanismi che regolano la coagulazione del sangue, contribuisce al funzionamento delle membrane cellulari, regolandone la permeabilità a varie sostanze, ha un ruolo fondamentale nella trasmissione dell’impulso nervoso, intervenendo nel rilascio di alcuni neurotrasmettitori, regola la contrazione della muscolatura liscia e striata, interviene nella liberazione di insulina da parte delle cellule pancreatiche e catalizza numerose reazioni biologiche.
I livelli di calcio necessari per portare a termine queste funzioni vengono mantenuti a spese del calcio localizzato nelle ossa, quindi un carente apporto dietetico di questo elemento difficilmente ha un effetto diretto su queste funzioni. L’assorbimento, l’utilizzazione e l’eliminazione del calcio sono regolati da numerosi fattori endogeni, come la vitamina D, la calcitonina e l’ormone paratiroideo, e influenzati da fattori esogeni, come la presenza di acido fitico o ossalico negli alimenti, il rapporto calcio-fosforo e il pH. La Società Italiana di nutrizione umana ha stabilito che l’assunzione giornaliera raccomandata di calcio per un adulto è di 800-1000 mg. Livelli di 1200 mg sono consigliati durante l’adolescenza, la gravidanza e l’allattamento e quantità ancora maggiori, in assenza di una terapia ormonale sostitutiva, dopo la menopausa.
Il calcio è presente in quantità significative in un ridotto numero di alimenti; fra questi il latte e alcuni suoi derivati come il formaggio e lo yogurt. In questi alimenti il contenuto di calcio è circa il doppio di quello del fosforo, e questo rapporto viene considerato favorevole per un efficiente assorbimento del calcio. Nello yogurt, poi, l’assorbimento è ulteriormente favorito dal pH acido, dovuto alla presenza di acido lattico.
Per coloro che non fanno uso di questi alimenti, dobbiamo ricordare che anche le uova contengono una discreta quantità di calcio, anche se essa è di gran lunga inferiore a quella presente nel latte. Tra gli alimenti di origine vegetale il calcio è presente nei cereali, nei legumi e in alcune verdure a foglia verde, ma nei legumi sono presenti anche quantità elevate di acido fitico che, legandosi al calcio, forma complessi insolubili che ne pregiudicano l’assorbimento. Negli spinaci, poi, è presente l’acido ossalico che, legandosi sempre con il calcio, ne impedisce l’utilizzo. Un ulteriore aiuto può arrivare dal consumo delle giuste tipologie di acqua, in particolare di quelle classificate come calciche.
Il Biologo Nutrizionista sarà in grado di stilare un piano alimentare che tenga conto dell’eventuale carenza di calcio, raggiungendo la dose giornaliera raccomandata dalla Società Italiana di Nutrizione Umana.
La carenza di calcio può causare nel bambino il rachitismo, caratterizzato da un’insufficiente calcificazione delle ossa, e nell’adulto l’osteomalacia e l’osteoporosi, con impoverimento della sola componente minerale (osteomalacia) o anche di quella proteica (osteoporosi).
Sembra tuttavia accertato che queste malattie si manifestino quando un apporto alimentare inadeguato di calcio è aggravato da uno squilibrio dei complessi meccanismi che ne regolano l’assorbimento e l’eliminazione e soprattutto da un’insufficiente presenza di vitamina D nell’organismo.
Ricordo a tutti che eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (biologo nutrizionista, dietologo o dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da qualsiasi patologia accertata.
Edited by, venerdì 26 gennaio 2018, ore 19,41.