Dopo la creatinina la settimana scorsa (vedere servizio pubblicato in archivio) la dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, nella rubrica del venerdì “Salute&Benessere”, si occupa dell’azotemia nel sangue e della conseguente funzionalità renale. Come per la creatinina, è un argomento che non va sottovalutato. Il servizio…
La scorsa settimana abbiamo visto nel dettaglio la creatinina; oggi approfondiamo un altro indice di funzionalità renale: l’azotemia.
L’azotemia indica la concentrazione di azoto non proteico presente nel sangue.
L’azoto si distingue in azoto proteico e non proteico in base all’utilizzo che l’organismo ne fa: l’azoto proteico è impiegato all’interno della struttura delle molecole che formano le proteine, quello non proteico è, invece, presente nelle sostanze di scarto dell’organismo.
L’azotemia riflette principalmente il contenuto nel sangue di una sostanza, l’urea, presente in maggiore concentrazione rispetto ad altre sostanze azotate.
La produzione di urea avviene principalmente nel fegato ed è successivamente eliminata dai reni con le urine, mentre una quota minima viene riassorbita.
Il test dell’azotemia è consigliato dal medico per poter valutare il corretto funzionamento dei reni.
Livelli di azotemia troppo alti o troppo bassi possono dipendere anche da altri fattori come un eccessivo esercizio fisico o una dieta troppo ricca di proteine.
Per tale motivo, come abbiamo visto la scorsa settimana, il dosaggio dell’azotemia è spesso associato ad un altro esame, che consiste nella verifica della quantità di creatinina presente nel sangue, molto più preciso nel diagnosticare un cattivo funzionamento o una malattia dei reni perché non influenzato da condizioni esterne come l’alimentazione.
L’esame dell’azotemia si esegue con un semplice prelievo di sangue effettuato inserendo un ago in una vena del braccio. Richiede di essere a digiuno dalla sera prima e di non effettuare attività fisiche di particolare intensità nei giorni precedenti perché i risultati dell’esame potrebbero esserne alterati.
Il test può essere prescritto nell’ambito di un normale controllo, ma diviene indispensabile qualora si presentino sintomi di insufficienza renale o di epatite, quali:
stimolo frequente a urinare, necessità di bere spesso, anomalie nell’urina, (ad esempio urina di colore più scuro, con sangue o schiumosa), dolore alle articolazioni, dolore alle ossa, mal di schiena, frequenti crampi muscolari, sensazione di gambe affaticate, stanchezza e spossatezza, problemi durante il sonno (fatica ad addormentarsi o a riprendere il sonno, risvegli notturni, sonnolenza durante il giorno), pressione alta, diminuzione o scomparsa dell’appetito, gonfiore, localizzato soprattutto alle estremità, come mani e piedi, prurito immotivato.
Il test, associato a quello della creatinina, è utilizzato anche per monitorare il funzionamento dei reni nei malati che soffrono di insufficienza renale o che sono in dialisi.
I livelli normali di azotemia possono variare a seconda dei valori (range) di riferimento adottati da ciascun laboratorio di analisi.
Nelle persone adulte, sono compresi tra 22 e 46 milligrammi per decilitro (mg/dl). Alcuni laboratori, però, utilizzano metodi di analisi diversi facendo riferimento all’indice di azoto ureico (blood urea nitrogen o BUN in lingua inglese); in tal caso i valori normali di azotemia sono compresi tra 10,3 e 21,4 mg/dl. Solitamente, comunque, nei risultati delle analisi oltre ad essere presente il valore di azotemia riscontrato, sono indicati anche i livelli minimo e massimo di normalità.
Un elevato valore dell’azoto ureico non è necessariamente indice di ridotta funzionalità dei reni. Può essere il segnale di una insufficienza renale, ma ci sono molte altre malattie in cui è presente, quali: diminuzione del flusso sanguigno ai reni dovuto a insufficienza cardiaca, emorragia o ustione, recente infarto acuto del miocardio, sanguinamento dal tratto gastrointestinale, problemi che causano difficoltà nel flusso urinario, disidratazione, dieta troppo ricca di proteine, gravidanza e digiuno.
Valori di azotemia inferiori al normale, potrebbero invece essere legati a: dieta troppo povera di proteine, iperidratazione, insufficienza epatica e presenza di danno renale
È importante sottolineare che, in ogni caso, la lettura e interpretazione dei risultati deve essere eseguita dal medico di base ed eventualmente da uno specialista.
Isabella Salvia
Edited by, venerdì 12 aprile 2024, ore 19,13.