SALUTE&BENESSERE: AVIARIA, UN’ALTRA PANDEMIA IN ARRIVO?

Allarmistico ma attualissimo, quindi oggetto (doveroso) di attenzione. La dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, nella settimanale rubrica “Salute&Benessere”, mette in guardia sul possibile pericolo di un’altra pandemia: l’aviaria. Come e perché ma non è la stessa cosa del Covid di sicuro, e anche molto meno contagiosa. Il servizio…

Un’altra pandemia in arrivo? L’allarme è lanciato da un gruppo di scienziati in una lettera pubblicata sulla rinomata rivista “Science”.

Gli esperti sono preoccupati da una possibile svolta negativa dell’aviaria.

La questione è tornata a essere di stretta attualità soprattutto per i diversi focolai che si stanno verificando negli Stati Uniti e che coinvolgono in particolare gli allevamenti di bovini da latte, con centinaia di casi negli animali e alcune decine di contagi nell’uomo, generalmente con sintomatologia lieve, associata per lo più a congiuntivite e talvolta a sintomi che coinvolgono le vie respiratorie superiori.

Lo scorso gennaio il CDC americano (Centers for Disease Control and Prevention) ha confermato il primo decesso in una persona ricoverata per influenza aviaria in Louisiana.

E un caso era stato segnalato anche nel Regno Unito.

Poco da segnalare, al momento, in Italia, se non focolai in allevamenti di volatili come successo anche in altri Paesi europei.

L’influenza aviaria è una malattia infettiva e contagiosa che colpisce i volatili domestici e selvatici, provocando spesso una malattia grave e perfino la morte dell’animale.

I virus influenzali di tipo A responsabili dell’influenza aviaria possono infettare anche altri animali e, in alcuni casi, gli esseri umani. Non a caso, tra tutti, quello che desta maggiori preoccupazioni, avendo causato diversi casi di malattia, anche mortale, nell’uomo, è il virus A/H5N1, a cui si è aggiunto il pericoloso ceppo H7N9.

I virus che causano l’influenza aviaria sono quindi di diverso tipo.

La loro spiccata patogenicità pone le basi per frequenti mutazioni e fenomeni di ricombinazione; in pratica, i virus dell’influenza aviaria hanno la tendenza a mutare e a scambiarsi tratti genetici per dar vita a nuovi sottotipi virali.

Negli ultimi anni, i focolai di influenza aviaria si sono verificati in Asia, Africa e in parte dell’Europa.

I due principali rischi per la salute umana derivanti dalla malattia sono:

infezione diretta, quando il virus viene trasmesso da un uccello infetto all’uomo

mutazione o ricombinazione del virus in una forma altamente contagiosa per gli esseri umani, trasmissibile più facilmente da persona a persona.

A differenza dell’influenza stagionale umana, l’aviaria H5N1 non si diffonde facilmente da persona a persona. Dal primo caso umano nel 1997, il virus H5N1 ha ucciso quasi il 60% delle persone infettate

Le persone affette da influenza aviaria possono sviluppare complicanze potenzialmente letali, tra cui: polmonite, collasso polmonare, insufficienza respiratoria, disfunzione renale, problemi cardiaci e alterazioni neurologiche.

La malattia si trasmette all’uomo attraverso il contatto con le feci di un uccello infetto o con le sue secrezioni provenienti da naso, bocca e occhi.

Le modalità di trasmissione più comuni sono la trasmissione oro-fecale, oro-nasale e congiuntivale. Mercati all’aperto o fattorie, dove le uova e gli uccelli sono venduti in condizioni di sovraffollamento ed igiene precaria, possono rappresentare focolai di infezione e diffondere la malattia in comunità più ampie. L’infezione può essere contratta semplicemente toccando le superfici contaminate.

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

ISABELLA SALVIA

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

Edited by, venerdì 21 marzo 2025, ore 17,14. 

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