La puntata n. 90 della nostra seguitissima rubrica “Salute&Benessere”, curata dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova, focalizza questa settimana l’attenzione su un dato incoraggiante prospettato dalla rivista scientifica Lancet: vale a dire che è possibile avere 11 milioni di morti in meno, nel mondo, ogni anno, in relazione ai rischi del pianeta e della salute con diete e cibo…
La prestigiosa rivista scientifica Lancet ha richiamato 30 esperti internazionali che, riuniti in commissione, hanno discusso sul modo in cui produciamo e consumiamo cibo per ottenere una dieta che sia al contempo più salutare e più sostenibile. Insomma, una dieta per la salute del pianeta (Planetary Health Diet), come la definisce il documento appena pubblicato dai 30 esperti proprio sulla rivista Lancet. E’ infatti ormai noto che la salute è basata sull’alimentazione, ma non soltanto la nostra salute, bensì anche quella del pianeta. Nel corso della riunione degli esperti è emerso che l’agricoltura, la pesca e gli allevamenti intensivi rappresentano attualmente una fonte non trascurabile di inquinamento, mettendo a rischio la biodiversità e contribuendo al consumo di risorse essenziali come l’acqua e il suolo. Ma in futuro potrebbero trasformarsi in una risorsa fondamentale, capace non solo di assicurare una migliore salute a tutti noi, ma anche di contrastare i cambiamenti climatici e diminuire l’impatto ambientale della nostra specie. Tutto sta a cambiare le nostre abitudini alimentari e i processi agricoli e di allevamento con cui le sosteniamo.
Che indicazioni possiamo leggere sulla rivista? Nel report si trovano suggerimenti pratici per rendere salutare la dieta del pianeta. La prima cosa da fare è quella di aumentare il consumo di frutta, verdura, farine integrali, legumi, semi oleosi e pesce a scapito di alimenti potenzialmente nocivi come zuccheri, farine raffinate e prodotti di origine animale. I nostri avi consumavano questi ultimi solo nelle grandi occasioni, ma oggi fanno parte della quotidianità. Per raggiungere gli obiettivi della planetary health diet gli esperti puntano a un’inversione di tendenza nel consumo di questi alimenti di almeno il 50% entro il 2050.
Ma per noi italiani o meglio ancora per noi siciliani cosa c’è di nuovo?
Niente, se si pensa che già la maggior parte di noi segue correttamente la dieta mediterranea.
“A guardar bene le tabelle che abbiamo compilato non si tratta di una dieta particolarmente difficile da seguire”, spiega a Wired Francesco Branca, direttore del dipartimento di nutrizione dell’Oms e membro della Eat-Lancet Commission on Food, Planet, Health. “Non parliamo ad esempio di eliminare i prodotti animali, ma di ridurli. In una settimana si possono consumare 100 grammi di carne rossa e 200 di pollame, mentre per latte e derivati si può arrivare anche a 250 grammi al giorno”. Il grosso dell’importo calorico dovrà essere affidato a legumi, riso, grano e mais. E ovviamente frutta e verdura, di cui se ne dovrebbe consumare mezzo chilo al giorno, condendo i piatti (quando serve) con grassi salutari come quelli contenuti nell’olio extravergine di oliva.
Una notizia ottima è che gli esperti parlano di oltre 11 milioni di morti in meno ogni anno in caso di un’ampia adozione di queste linee guida. Ma questa non è una grossa novità perché è risaputo, e non facciamo che ripetere, che l’alimentazione rappresenta un ingrediente fondamentale per la prevenzione di tumori, malattie croniche, disturbi cardiovascolari, obesità e moltissime altre gravi patologie.ù
Ricordo a tutti che eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione ( biologo nutrizionista, dietologo o dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da qualsiasi patologia accertata.
Edited by, venerdì 8 febbraio 2019, ore 19,35.