S.Agata Militello: Punto nascita (chiuso dal 2019) e criticità all’ospedale, sit-in di Cgil, Uil e Fials

Si è svolto stamane, davanti al presidio di via Medici (foto in alto e in basso), l’annunciato sit-in organizzato dai sindacati Cgil, Uil e Fials sulla chiusura del Punto nascita che perdura dal settembre 2019 e altre criticità dell’ospedale di Sant’Agata Militello. Sotto accusa i vertici regionali della sanità. Prossima tappa: un altro sit-in ma a Palermo. Il servizio…

TERESA FRUSTERI

Riflettori ancora accesi sul Punto nascita di Sant’Agata Militello chiuso ormai dal settembre 2019 e sull’ospedale di via Medici. La mobilitazione organizzata dai sindacati per dire no allo smantellamento del nosocomio è iniziata mesi fa, già il 26 gennaio scorso le sigle sindacali, medici, sanitari e gente comune si erano riuniti in un’assemblea popolare per dire no alla privatizzazione della sanità pubblica. L’iniziativa è stata lanciata dalle organizzazioni sindacali Cgil, Uil e Fials che respingono in maniera forte e decisa il tentativo dell’Asp di Messina, avallato dai vertici regionali della sanità pubblica, finalizzato a privatizzare l’ospedale di Sant’Agata di Militello per la stipula di una convenzione con l’ospedale “San Raffele Giglio” di Cefalù. A distanza di un mese e poco più, non avendo avuto nessuna risposta della Regione Siciliana, gli stessi organizzatori si sono riuniti stamane, nell’area antistante l’ospedale, per ribadire e chiedere più risorse per la struttura sanitaria e la riapertura del Punto nascita e mettere al sicuro le donne in gravidanza, costrette a partorire in casi estremi in auto mentre tentano di raggiungere l’ospedale “Barone Romeo” di Patti o quello di Cefalù.

E qui va detto che per Sant’ Agata si è registrato un rimpallo di responsabilità per la chiusura e il depotenziamento del presidio ospedaliero che addirittura stava per essere trasformato in Covid Hospital durante la pandemia. Nessun atto posto in essere per la deroga al decreto Balduzzi dei 500 parti annui, se non botta e risposta tra l’ex presidente della Regione Nello Musumeci e il sindaco Bruno Mancuso che, a tutt’oggi, avrebbe scaricato ogni responsabilità sulla Regione ma ha sempre ottenuto “un nulla di fatto” per i suoi cittadini e per l’intero comprensorio nebroideo. L’ospedale abbraccia, infatti, un’utenza pari a circa 100 mila persone ma in questi ultimi mesi, anzi, dal 2019 la situazione è peggiorata inesorabilmente.

Adesso i sindacati sono scesi in campo e diffidano dagli interventi estemporanei dei sindaci del Distretto D 31, specie di quelli che hanno interessi nella sanità privata. Nel frattempo le donne attendono che la politica si decida a non prenderle in giro: una telenovela infinita che si ripercuote sui cittadini.

“Il diritto alla salute e alla sanità pubblica, come previsto dalla Costituzione, deve essere garantito a tutti i cittadini. E’ in questo assioma che si inquadra la necessità di rilanciare, attraverso atti concreti, l’ospedale di Sant’Agata d Militello, nosocomio fondamentale e strategico per tutto il territorio nebroideo. Pertanto, la forte mobilitazione popolare che abbiamo lanciato – dicono i sindacati – per respingere qualsivoglia disegno di privatizzazione dell’ospedale di Sant’Agata Militello continuerà, dopo oggi andremo a Palermo, a parte qualche sindaco del centro nebroideo, è assente tutta la politica tra cui assessori e deputati”. “Abbiamo registrato l’assordante silenzio dell’assessorato regionale alla Salute che non ha dato alcuna risposta in merito alle nostre richieste e alle pesantissime criticità che caratterizzano il presidio ospedaliero di Sant’Agata: un comportamento inaccettabile che necessita una nuova forte risposta da parte dei cittadini e dei lavoratori del territorio nebroideo”. Ecco perché, la Uil e la Cgil, insieme alle rispettive categorie rappresentative della sanità e dei pensionati e con tre sigle sindacali autonome della sanità, hanno affermato che il prossimo sit-in si terrà proprio a Palermo. “Non ci fermeremo – è stato detto stamane – . Incalzeremo il governo regionale per ottenere assunzione di personale e investimenti finanziari nonché la riapertura del Punto nascita e il concreto rilancio del nosocomio di Sant’Agata. Si tratta di una battaglia sacrosanta e fondamentale per le prospettive ed il futuro di una vastissima area che non merita ulteriori mortificazioni”. Il sit-in di oggi ha visto una grande partecipazione dei cittadini che, giustamente, pretendono sia la garanzia del diritto alla salute che un ospedale degno di tal nome.

Edited by, sabato 4 marzo 2023, ore 18,44. 

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