Riaprire il caso. A distanza di quasi tre anni dalla tragedia, ANGELINA MIRAGLIA, moglie del dipendente comunale e ciclista amatoriale di Acquedolci FEDERICO LATTERI (foto in alto), chiede la riapertura delle indagini sulla morte del marito, avvenuta il 24 luglio 2022 all’ospedale di Sant’Agata Militello dopo lo scontro tra la sua bici e l’auto guidata da una donna, ROSA SCILIBERTO, di Torrenova. L’impatto avvenne sulla strada di collegamento per Torrenova sul lungomare di Sant’Agata Militello. L’indagine, a carico della donna, accusata di omicidio colposo fu archiviata, su richiesta della Procura, dal Gip del Tribunale di Patti ANDREA LA SPADA. Il servizio…
Riaprire il caso. A distanza di quasi tre anni dalla tragedia, Angelina Miraglia, moglie del dipendente comunale e ciclista amatoriale di Acquedolci Federico Latteri, chiede la riapertura delle indagini sulla morte del marito, avvenuta il 24 luglio 2022 all’ospedale di Sant’Agata Militello dopo lo scontro tra la sua bici e l’auto guidata da una donna, Rosa Sciliberto, di Torrenova. L’impatto avvenne sulla strada di collegamento per Torrenova sul lungomare di Sant’Agata Militello (foto sotto i rilievi sul luogo).
Per la Procura di Patti Federico Latteri ebbe un infarto subito prima dell’impatto con l’auto e così, un anno dopo, venne archiviata l’inchiesta sulla conducente che era stata accusata di omicidio colposo. L’esito dell’indagine della Procura di Patti si basava su due accertamenti chiave: la perizia tecnica sull’incidente affidata all’ingegnere Cucinotta, che concludeva che l’auto aveva invaso la carreggiata opposta e la perizia medico legale del dott. Giovanni Andò, che parlava di infarto del 52enne.
Il Gip del Tribunale di Patti, Andrea La Spada, accogliendo la richiesta di archiviazione della Procura, fece cadere l’ipotesi di responsabilità per la Sciliberto, difesa dall’avvocato Massimiliano Fabio. Per gli inquirenti e il giudice prevalse l’accertamento medico.
Una conclusione che la moglie di Federico Latteri non ha mai accettato sostenendo che non c’è traccia di infarto nelle analisi svolte allora all’ospedale santagatese sul marito il quale, vigile e cosciente, dopo l’incidente, attese quasi mezzora l’arrivo dell’ambulanza del 118 e anche i medici che erano lì presenti per caso e si fermarono per prestare i soccorsi non riscontrarono alcun infarto.
“Federico – dice la moglie, docente – aveva ferite ovunque, una gamba rotta, è morto per le troppe ferite, non ha mai perso il controllo della bici per un infarto”.
Per questo la donna ha dato mandato agli avvocati Claudio Congedo e Giuseppe Greco, entrambi del foro di Palermo, di riesaminare le carte e i legali si sono accorti che l’analisi dei vetrini repertati durante l’autopsia era stata effettuata dal solo medico legale della Procura e non anche da un anatomopatologo, a loro giudizio professionista indispensabile per la corretta valutazione dei vetrini. Su richiesta dei legali la Procura di Patti ha autorizzato la nuova analisi dei vetrini, sottoposti anche al prof. Emiliano Maresi, consulente della famiglia Latteri che ha rilevato come nei vetrini non ci sarebbe traccia di infarto, come aveva invece concluso il consulente della Procura. Ma, anche alla luce di questo nuovo accertamento, la conclusione della magistratura è la stessa: consulente della Procura e consulente di parte arrivano a tesi diverse rispetto all’analisi medica ma ciò non cambia il fatto che il giudizio processuale appare insostenibile, scrive in sostanza il giudice. No alla riapertura del caso, quindi. Ma la battaglia andrà avanti.
Giuseppe Lazzaro
Edited by, venerdì 7 marzo 2025, ore 12,32.