Dopo Mojo Alcantara, Malvagna (ME), Palagonia e Castiglione di Sicilia (CT), un altro comune è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. E’ quello di Randazzo (foto in alto in panoramica), posto a cavallo tra le provincie di Messina e Catania sul versante est. La decisione è stata adottata dal Consiglio dei ministri su proposta del Ministro dell’Interno MATTEO PIANTEDOSI. Le motivazioni e la vicenda collegata all’operazione “Terra bruciata” scattata il 26 ottobre 2022. Si insedierà una Commissione straordinaria per un anno e mezzo. Il servizio sul link Sicilia News…
GIUSEPPE LAZZARO
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Randazzo (Catania). L’ente sarà affidato per diciotto mesi a una Commissione straordinaria. Il provvedimento è stato intrapreso ai sensi dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali. Lo si legge nel comunicato finale del Consiglio dei Ministri.
IL MOTIVO
La decisione è stata presa “in considerazione delle accertate forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata”. Presunte ingerenze che comprometterebbero “il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione locale, con grave pregiudizio dell’ordine e della sicurezza pubblica”.
LA VICENDA
La drastica decisione del Ministro Piantedosi è collegata all’operazione “Terra Bruciata”, scattata il 26 ottobre 2022 quando, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, i carabinieri eseguirono, nelle province di Catania, Cagliari e Riccione, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 21 persone indagate per associazione di tipo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi e munizioni, aggravati dal metodo mafioso. Nei confronti di altri 13 individui, invece, venne notificato l’avviso di conclusione delle indagini.
Decisive le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Carmelo Porto (che ha confermato la presenza storica del gruppo mafioso sul territorio). Gli investigatori hanno monitorato le evoluzioni delle dinamiche del clan Laudani, anche noti come “mussi ‘i ficurinia”, individuandone il “responsabile per l’area di Randazzo”, ovvero Salvatore Sangani, detto Turi, referente di zona per Paolo Di Mauro, deceduto nel corso dell’indagine e figura apicale, finché in vita, dei Laudani per l’intera fascia jonico-etnea. Turi Sangani, a partire dal febbraio 2008, appena riacquistata la libertà, sostituendosi al fratello Oliviero (detenuto per omicidio plurimo), avrebbe impresso nuovo slancio alle attività criminali, incrementando, in particolare, sia le estorsioni ai danni di imprenditori locali, sia il traffico di sostanze stupefacenti. Nella quotidiana gestione delle attività illecite avrebbe costantemente adottato particolari cautele per evitare che le sue conversazioni potessero essere ascoltate dalle forze dell’ordine, come l’utilizzo di una rete telefonica riservata, caratterizzata da utenze intestate a ignari cittadini extracomunitari, sostituite di frequente. E ancora, il ricorso a nomi in codice per indicare le sedi, di volta in volta diverse, deputate alla trattazione delle varie questioni di interesse del clan, che doveva avvenire esclusivamente in presenza. In quelle occasioni Sangani avrebbe sempre imposto ai suoi interlocutori di non portare i cellulari al seguito. In un quadro così articolato avrebbero rivestito un ruolo di particolare rilievo sia i figli di Sangani, Francesco e Michael, sia suo nipote, Samuele Portale. Quest’ultimo, in qualità di braccio destro dello zio Turi, evitando l’esposizione diretta dello stesso nella gestione degli affari illeciti della “famiglia” relativi agli approvvigionamenti degli stupefacenti, avrebbe mantenuto in particolare i contatti con altre organizzazioni.
Le indagini avrebbero, inoltre, hanno fatto emergere, in occasione delle elezioni amministrative del Comune di Randazzo svolte nel 2018, anche le interferenze del gruppo sull’amministrazione comunale e, in particolare, su tre rappresentanti attuali e passati del Comune, ovvero Francesco Giovanni Emanuele Sgroi, all’epoca delle indagini e tuttora sindaco in carica (è stato rieletto nel giugno 2022), Carmelo Tindaro Scalisi, prima consigliere comunale e ora presidente del consiglio comunale e Marco Crimi Stigliolo, consigliere comunale nella precedente amministrazione, sempre guidata dal sindaco Sgroi. Successivamente, però, il Gip di Catania ha disposto l’archiviazione sia per il sindaco che per il presidente del consiglio.
Il clan prosperava con le estorsioni ai danni di imprenditori del catanese, un fiorente traffico di cocaina, hashish e marijuana, gestito direttamente da Portale e dai figli di Turi Sangani ma anche un ingente traffico illecito di armi, anche da guerra, costituenti un vero e proprio arsenale, custodite da Marco Portale (fratello di Samuele). Degno di nota poi il controllo, capillare e asfissiante, ai danni di solide attività economiche, anche attraverso l’imposizione di assunzioni di alcuni sodali del clan in quelle ditte. Le estorsioni, che servivano al mantenimento delle famiglie degli affiliati detenuti, sarebbero state eseguite da soggetti insospettabili, apparentemente del tutto estranei all’organizzazione criminale ma chiaramente percepiti dalle vittime come mandati dal clan. In alcuni casi la richiesta estorsiva veniva “annunciata” dal sodalizio attraverso il posizionamento di una bottiglia contenente liquido infiammabile all’esterno dell’attività commerciale, accompagnata da un pizzino con la scritta: “cercati l’amico buono”. Al riguardo i carabinieri hanno intercettato un esattore insospettabile che aveva appena riscosso circa 4.000 euro da un imprenditore randazzese. Quest’ultimo, in passato, era già stato vittima di pressanti richieste e di una serie di danneggiamenti.
LA SITUAZIONE AL COMUNE
L’ormai ex sindaco Sgroi
Come detto al Comune di Randazzo si insedierà, a breve, una Commissione straordinaria che sarà composta da tre funzionari e che resteranno in carica 18 mesi. Lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose significa che, da oggi, decade il sindaco Francesco Giovanni Emanuele Sgroi e, con esso, la giunta e l’intero consiglio comunale. A Randazzo si tornerà non prima di due anni.
Edited by, venerdì 26 gennaio 2024, ore 10,56.