Il Tar di Catania ha rigettato l’istanza cautelare presentata da nove comuni della provincia (Messina, San Pier Niceto, San Filippo del Mela, Letojanni, Montagnareale, Mistretta, San Piero Patti, Librizzi e Montalbano Elicona) che avevano chiesto la sospensione dell’efficacia delle delibere adottate dai vari commissari ad acta nominati dalla Regione Siciliana per l’adozione dello statuto della società partecipata “Messinacque s.p.a.” per la gestione del servizio idrico integrato dell’ATI Messina. L’udienza di merito è stata fissata al 27 febbraio 2024. Soddisfazione al Comune di Mistretta rappresentato dall’esperto, avvocato PAOLO STARVAGGI (foto in alto). Il servizio…
Il Tar di Catania ha rigettato l’istanza cautelare presentata da nove comuni della provincia di Messina che avevano chiesto la sospensione dell’efficacia delle delibere adottate dai vari commissari ad acta nominati dalla Regione Siciliana per l’adozione dello statuto della società partecipata “Messinacque s.p.a.” per la gestione del servizio idrico integrato dell’ATI Messina. L’udienza di merito è stata fissata al 27 febbraio 2024.
Nell’udienza è stata riunita la trattazione dei rispettivi ricorsi proposti dai vari comuni che sono stati: Messina, San Pier Niceto, San Filippo del Mela, Letojanni, Montagnareale, Mistretta, San Piero Patti, Librizzi e Montalbano Elicona.
Nel dettaglio la Quinta sezione del tribunale amministrativo regionale etneo (Michele Buonauro presidente ed estensore, Giuseppina Alessandra Sidoti consigliere e Salvatore Accolla referendario), ha motivato il rigetto dell’istanza cautelare sottolineando che “la riorganizzazione del servizio idrico integrato dell’ATI Messina costituisce obiettivo PNRR, rispetto al quale l’attivazione dei poteri sostitutivi appare, ad un primo esame, giustificato dalla inerzia serbata dagli organi dell’Assemblea rispetto ad un puntuale obbligo sancito dalla previsione normativa di settore. “In virtù del principio di unitarietà della gestione del servizio idrico a livello di ambito fissato dal d. lgs. n. 152 del 2006, le relative competenze amministrative spettano all’ente di governo dell’ambito, con conseguente obbligo di adesione alle scelte organizzative decise dall’ATI – si legge ancora nell’ordinanza – e, nel bilanciamento degli opposti interessi, la complessità delle questioni e la non manifesta fondatezza delle censure attinenti la scelta del modello di gestione del servizio, tenuto anche conto che le pregresse indicazioni da parte degli enti consorziati non si sono concretizzate in una determinazione finale, inducono a fissare con sollecitudine la trattazione nella più adeguata sede di merito”.
COMUNE DI MISTRETTA
“Il comune di Mistretta esprime soddisfazione per l’esito dell’udienza di ieri al Tar Catania, per il ricorso avverso l’adesione forzata all’Ati Idrico di Messina e la gara per la scelta del socio privato, per l’importo stimato di 2 miliardi e mezzo di euro. Il carrozzone dell’Ati Idrico si profila ancora più devastante per i Comuni rispetto a quello dell’Ato Rifiuti”. Il Comune di Mistretta, su una intuizione del sindaco Sebastiano Sanzarello, prontamente raccolta dal suo esperto legale, avvocato Paolo Starvaggi, ha voluto provare a porre rimedio alla spada di Damocle sulla testa dei Comuni della provincia di Messina, rappresentata dalla gestione unitaria del servizio per 108 comuni, che hanno peculiarità ed esigenze diverse, del tutto disattese nel procedimento che ha portato ai commissariamenti ed alla mega gara.
L’avvocato Starvaggi fa rilevare come il Tar, nel fare riferimento al regime derogatorio della gestione delle sorgenti ricadenti nel comune di Mistretta, gravate da uso civico in favore dei cittadini del luogo, ha solo escluso il pregiudizio connotato da attuale irreparabilità, ma non ha dichiarato la mancanza di fumus boni iuris, in cui il Comune di Mistretta confida molto in vista dell’udienza per la decisione del ricorso fissata per il 27 febbraio 2024. In tale sede la partita appare assolutamente aperta ed il Comune di Mistretta si giocherà tutte le carte a disposizione per tutelare l’ente ed i propri cittadini.
All’udienza sono stati unitariamente discussi i ricorsi anche degli altri comuni (Letojanni, Montalbano Elicona, Librizzi, San Piero Patti, Messina, Montagnareale, San Filippo del Mela, San Pier Niceto) e l’intervento presentato dall’avvocato Michele Ridolfo, nell’interesse dei consiglieri comunali di minoranza di Caronia, che hanno fortemente voluto questo intervento e promosso la partecipazione dell’Associazione di cittadini che si è costituita proprio per la tutela dell’acqua pubblica “Bene comune di Caronia”.
Giuseppe Lazzaro
Edited by, giovedì 9 novembre 2023, ore 7,46.