La Corte d’Appello di Messina ha ribaltato il verdetto di primo grado condannando una imprenditrice del settore nautico di Piraino di 51 anni per avere diffuso immagini hot del suo ex amante, un uomo di Patti, 51 anni, molto conosciuto negli ambienti sportivi. La donna è stata condannata a 6 mesi per diffamazione, pena sospesa. Il servizio…
La Corte d’Appello di Messina ha ribaltato il verdetto di primo grado condannando una imprenditrice del settore nautico di Piraino di 51 anni per avere diffuso immagini hot del suo ex amante, un uomo di Patti, 51 anni, molto conosciuto negli ambienti sportivi. La donna è stata condannata a 6 mesi per diffamazione, pena sospesa.
Secondo l’accusa la donna, dopo aver indotto l’uomo a farsi immortalare nudo, avrebbe pubblicato le immagini sulle bacheche Facebook di conoscenti e amici e ha diffuso volantini stampati con l’effige dell’uomo sempre nudo, e con didascalie di deviazioni sessuali, del tutto inesistenti, nei suoi confronti.
Immagini manipolate, secondo la denuncia, corredate da frasi che alludevano ad accuse del tutto inesistenti. I volantini erano stati inviati anche alla madre del 51enne pattese, alla sorella, agli amici, ai locali pubblici di Patti, al sindaco di Patti e a personalità politiche della zona. Una devastante campagna diffamatoria che aveva arrecato all’uomo, oltre ad un gravissimo danno di immagine ed alla reputazione, anche seri problemi psicologici, poiché quanto era stato scritto ai suoi danni aveva lo scopo di fare terra bruciata attorno a lui, diffondendo un sospetto ignobile, sebbene destituito di ogni fondamento.
In primo grado il giudice monocratico del Tribunale di Patti, con sentenza dell’aprile del 2022, aveva assolto la donna dai fatti contestati ma la Procura, stimolata anche dalla istanza avanzata dalle parti civili costituite nel processo – oltre alla vittima, anche la madre e la sorella, tutte assistite dall’avvocato Andrea Pirri -, aveva proposto appello. Alcuni giorni fa c’è stato il verdetto di secondo grado che ha ribaltato quello emesso a Patti. Infatti la Corte d’Appello di Messina (presidente Giacobello, a latere Lino e De Rose), in riforma della sentenza impugnata, ha condannato l’imprenditrice pirainese a 6 mesi di reclusione – pena sospesa -, subordinatamente al pagamento di una provvisionale e poi al risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede ed al pagamento delle spese di costituzione di entrambi i gradi di giudizio in favore delle parti civili se la sentenza di condanna dovesse diventare definitiva.
Giuseppe Lazzaro
Edited by, venerdì 20 ottobre 2023, ore 11,03.