Palermo, op. “Grande inverno”: Tre arresti e sequestri a Porta Nuova

Due ville, un appartamento e 315.000 euro in contanti. Ammonta a 1,6 milioni di euro il valore dei beni sequestrati d’urgenza dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo nel mandamento mafioso di Porta Nuova. La notte scorsa i carabinieri hanno eseguito perquisizioni a tappeto in quindici immobili dove vivono parenti degli indagati coinvolti nell’operazione “Grande inverno” scattata nei giorni scorsi. Il servizio sul link Sicilia News…

Due ville, un appartamento e 315.000 euro in contanti. Ammonta a 1,6 milioni di euro il valore dei beni sequestrati d’urgenza dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo nel mandamento mafioso di Porta Nuova. Nella notte fra il 4 e il 5 marzo i carabinieri hanno eseguito perquisizioni a tappeto in quindici immobili dove vivono parenti degli indagati coinvolti nell’operazione “Grande inverno” scattata nei giorni scorsi.

L’appartamento sequestrato si trova in viale Strasburgo ed è di proprietà di Gregorio Di Giovanni, ritenuto capo del clan di Porta Nuova e attualmente detenuto in carcere. Le ville, invece, si trovano a Carini, in contrada Cicala, e sono riconducibili a Filippo Maniscalco e Roberta Presti. Quest’ultima, moglie del mafioso detenuto Francesco Arcuri, è stata coinvolta nell’ultimo blitz con l’accusa di avere avuto un canale di collegamento diretto con il capomafia ed ex latitante Giuseppe Auteri. Ed è proprio in questa villa che si svolse una festa di compleanno alla quale partecipò anche l’allora boss in fuga.

Nelle intercettazioni dell’operazione si faceva riferimento alla consegna della cassa del mandamento mafioso da parte di Stefano Comandè, uno degli arrestati, prima di essere trasferito in una casa lavori. La grossa somma di denaro è stata trovata all’interno di una cassaforte a casa della suocera di Angelo Costa, coinvolto nell’ultimo blitz con l’accusa di avere gestito i traffici di droga con l’aggravante mafiosa.

Contestualmente è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Palermo, nei confronti di tre indagati coinvolti nel blitz, accusati di avere costretto un imprenditore nel settembre 2023 a consegnare 5.000 euro e promettere il pagamento di ulteriori 25.000 euro per una estorsione.

Ad agire sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo supportati dai Gruppi di Palermo e Monreale. Con loro anche i “baschi rossi” dello Squadrone eliportato “Cacciatori di Sicilia”, la Compagnia di Intervento Operativo del XII Reggimento “Sicilia”, il Nucleo radiomobile e l’Unità del Nucleo cinofili di Palermo che hanno perquisito gli immobili riconducibili a 35 persone. A casa di una donna c’erano 315.000 euro e alcuni fogli che potrebbero essere la contabilità della famiglia mafiosa. Infine un pregiudicato è stato arrestato perché trovato in possesso di oltre 100 grammi di marijuana e 2.000 euro. La somma è ritenuta provento dello spaccio.

              g.l.

Edited by, giovedì 6 marzo 2025, ore 14,57. 

 

 

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