Palermo-New York: L’operazione antimafia Polizia-Fbi. Convalidati i fermi per i 6 siciliani, in carcere l’81enne boss Francesco Rappa

Il Gip del Tribunale di Palermo ha convalidato i fermi disposti dalla Procura del capoluogo regionale a carico di 6 indagati con l’accusa di essere esponenti delle «famiglie» mafiose di Torretta, Borgetto e Partinico. Sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, incendio. Nell’operazione, scattata tra martedì e mercoledì scorsi da parte di Polizia italiana e Fbi americana, 11 indagati sono stati arrestati negli USA, in particolare a New York. Il servizio sul link Sicilia News…

Il Gip del Tribunale di Palermo ha convalidato i fermi disposti dalla Procura del capoluogo regionale a carico di 6 indagati con l’accusa di essere esponenti delle «famiglie» mafiose di Torretta, Borgetto e Partinico. Sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, incendio. L’inchiesta che ha portato ai provvedimenti è stata condotta dalla polizia in collaborazione con l’Fbi. Contestualmente gli investigatori americani hanno eseguito altre 10 misure restrittive. Le indagini hanno confermato l’esistenza di strettissimi rapporti tra la cosca newyorkese dei Gambino e Cosa nostra siciliana.

Il Gip, oltre a convalidare i fermi, ha disposto la custodia cautelare in carcere per Francesco Rappa e Salvatore Prestigiacomo, 50 anni, mentre per Maria Caruso, Giacomo Palazzolo, padre dell’assessore di Giardinello Rosario Faro che, dopo la retata, ha rassegnato le dimissioni, e Salvatore Prestigiacomo, di 54 anni, omonimo del boss cinquantenne finito in carcere, ha stabilito i domiciliari.

Per Isacco Urso, quarantenne di Verbania, il giudice ha deciso invece gli arresti ospedalieri. L’indagato era già ricoverato all’ospedale Villa Sofia di Palermo. Nel blitz di mercoledì 8 novembre a Palermo è stato fermato anche Giovan Battista Badalamenti, 69 anni, di Torretta.

Personaggio centrale della tranche siciliana dell’indagine è l’anziano boss Francesco Rappa, 81 anni, tornato a guidare la «famiglia» di Borgetto dopo aver scontato tre condanne per mafia.

Gli indagati negli USA sono: Joseph Lanni, 52 anni, noto anche come Joe Brooklyn e Mommino, presunto capo della famiglia criminale organizzata dei Gambino; Diego Danny Tantillo, 48 anni; Angelo Gradilone, 57 anni, noto anche come Fifì; James La Forte, 46 anni; Vito Rappa, 46 anni, presunto affiliato della mafia siciliana, residente negli USA e associato ai Gambino come Francesco Vicari, 46 anni, noto anche come Zio Ciccio, presunto associato della mafia siciliana residente negli Stati Uniti d’America; Salvatore Di Lorenzo, 66 anni; Robert Brooke, 55 anni; Kyle Johnson, 46 anni; Vincent Minsquero, 36 anni, noto anche come Vinny Slick.

A rendere noti i nomi e le accuse è il Dipartimento di giustizia americano con una nota stampa dell’ufficio del procuratore federale dell’Eastern District di New York. Tutti e dieci gli indagati sono stati arrestati martedì e già ieri pomeriggio si sono presentati davanti al giudice Ramon E. Reyes jr. In relazione agli arresti, le autorità federali hanno eseguito mandati di perquisizione, uno dei quali ha portato al sequestro di numerose armi da fuoco ad un affiliato della famiglia criminale dei Gambino.

Sono accusati di associazione a delinquere, racket, estorsioni violente, aggressioni, incendi dolosi e crimini legati al sindacato. Un fascicolo che conta ben 16 capi di imputazione per i “picciotti” di Cosa Nostra siciliana emigrati in America che volevano adottare i classici metodi insegnati direttamente dai “padrini” siciliani, rimasti referenti per le nuove leve cresciute o dislocate oltreoceano. L’obiettivo era quello di dominare le industrie di trasporto e demolizione della Grande Mela. Ma non solo. Le mire economiche arrivavano a comprendere investimenti nella Fifth Avenue, la strada elegante di New York, oltre al controllo di ristoranti nel New Jersey: anche in questo caso non era stato evitato l’avvertimento pesante al proprietario.

Una parte importante dell’inchiesta è quella di indagare sulle accuse di frode che coinvolgono i sindacati e i loro piani di benefici per i dipendenti affiliati. Come affermato nei documenti giudiziari del governo e degli investigatori americani, i membri della famiglia criminale Gambino avrebbero utilizzato violente estorsioni, frodi, furti e schemi di appropriazione indebita per infiltrarsi nelle industrie di trasporto e demolizione per arricchire se stessi ed il clan Gambino, anche riciclando proventi criminali.

           g.l.

Edited by, sabato 11 novembre 2023, ore 14,24. 

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