Il collegio giudicante del Tribunale di Patti con una condanna e nove prescrizioni ha posto fine al processo di primo grado scaturito dall’operazione “PAYROLL” scattata nel 2013 da parte dei carabinieri della Compagnia di Patti. Truffe a banche e finanziarie al centro dell’indagine. L’unico imputato condannato, a 5 anni e 8 mesi, è il promotore finanziario di Capo d’Orlando FRANCESCO PAOLO LETIZIA (foto in alto)…
GIUSEPPE LAZZARO
Il collegio giudicante del Tribunale di Patti (presidente Mario Giuseppe Samperi, a latere Marialuisa Gullino ed Edoardo Zantedeschi) con una condanna e nove prescrizioni, ha posto fine al processo di primo grado scaturito dall’operazione “Payroll” scattata nel 2013 che portò, da parte dei carabinieri della Compagnia di Patti, all’applicazione di alcune misure cautelari per un’associazione finalizzata alle truffe a Patti, Brolo, Piraino, Sant’Agata Militello, Rocca di Caprileone e Caronia. Al termine della requisitoria il pm Andrea Apollonio aveva chiesto 5 anni di reclusione per il solo reato associativo per un imputato ed il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per tutti i restanti imputati e per tutti gli altri reati. Ma la difesa di una dei due fratelli brolesi, costituitisi parte civile al dibattimento, assistiti dall’avvocato Sabrina Ligato, dopo aver evidenziato che non erano ancora maturati i termini prescrizionali, ha determinato la scelta del Tribunale, che ha condannato Francesco Paolo Letizia, classe 1978, promotore finanziario di Capo d’Orlando, a 5 anni e 8 mesi di reclusione, oltre al pagamento di 2.000 euro di multa e delle spese processuali, con l’accusa di estorsione. L’imputato è stato condannato anche alla pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici, per misura di sicurezza non potrà soggiornare nel Comune di Capo d’Orlando e dovrà risarcire dei danni in favore delle parti civili liquidati in via definitiva in 1.000 euro per due fratelli di Brolo oltre al rimborso delle spese di giudizio liquidate in 1.290 euro, oltre accessori come per legge, in favore di ciascuna parte da versare in favore dello Stato, essendo le parti civili ammesse al beneficio del patrocinio a spese dello Stato.
Il collegio giudicante ha dichiarato il non doversi procedere nei confronti degli altri imputati: Antonino Campione, Calogero Cangemi, Federico Nascone, Giuseppe Ricciardello, Rosalia Mistretta, Daniele Casella, Antonino Befumo, Salvatore Saffo e Simone Tascone tutti, al momento in cui scattò l’operazione oggetto, a vario titolo, di misure cautelari, dagli arresti domiciliari al divieto di soggiorno, in ordine ai reati rispettivamente ascritti perché estinti per intervenuta prescrizione.
Nel 2013 i carabinieri della Compagnia di Patti diedero esecuzione a 7 misure cautelari personali per il delitto di associazione a delinquere finalizzata alla commissione delle truffe a banche ed istituti finanziari. Destinatari dei provvedimenti anche due promotori finanziari. Le indagini accertarono che un numero importante di pratiche finanziarie per il conseguimento di finanziamenti e mutui con falsa documentazione erano al centro delle attenzioni degli originari indagati ed erano stati coinvolti, inconsapevolmente, anche istituti di credito e finanziarie ai quali erano state avanzate richieste di finanziamenti e mutui per circa 200.000 euro. Le indagini, iniziate nel 2010, avevano fatto emergere le frodi ad istituti di credito e finanziarie mediante la compilazione di pratiche di finanziamento corredate da documentazione falsa ed in particolare buste paga e modelli CUD predisposte di volta in volta a clienti che venivano procacciati dai componenti il sodalizio criminale. Ai richiedenti la pratica di finanziamento o di mutuo, infatti, non svolgendo attività lavorativa dimostrabile venivano predisposti buste paga e modelli CUD falsi. Dopo una somma iniziale, che si aggirava da 100 a 300 euro, a finanziamento ottenuto, il gruppo pretendeva dal 40 al 50% della somma finanziata. Il gruppo era composto da insospettabili oltre al promotore finanziario e mediatore creditizio Francesco Paolo Letizia c’erano impiegati dell’ospedale di Sant’Agata Militello in pensione, ausiliari del traffico, artigiani, impiegati ed ex impiegati di banca. Al tempo l’Associazione Nazionale dei Promotori Finanziari prese le distanze sul ruolo dell’oggi condannato Letizia, dichiarando che lo stesso non era iscritto all’albo nazionale della categoria.
Edited by, giovedì 21 luglio 2022, ore 10,15.