Op. “Pandora”: Il Comune di Tremestieri Etneo sciolto per mafia

Dopo Palagonia, Castiglione di Sicilia (che andranno al voto in primavera) e Randazzo (tutt’ora commissariato) un altro comune della provincia di Catania è stato sciolto per mafia. E’ quello di Tremestieri Etneo, posto a 13 km dal capoluogo, su decisione del Consiglio dei ministri in seguito all’inchiesta “Pandora” per la quale, lunedì scorso, è stato condannato, a 8 anni di reclusione, l’ex sindaco SANTI RANDO (foto in alto) per voto di scambio politico-mafioso. Il servizio sul link Sicilia News…

GIUSEPPE LAZZARO

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, “in considerazione degli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento dell’azione amministrativa, ai sensi dell’articolo 143 del Testo unico degli enti locali (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267), ha deliberato lo scioglimento del consiglio comunale di Tremestieri Etneo (CT) e l’affidamento della gestione a una commissione straordinaria per la durata di diciotto mesi”.

Così è scritto sul comunicato finale del Cdm. La riunione, assente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni perché impegnata a Parigi al vertice dei “volenterosi”, è stata presieduta dal ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani.

I FATTI

Reggono le richieste avanzate dalla Procura di Catania a conclusione della requisitoria nel processo con il rito abbreviato nato dall’inchiesta “Pandora” su infiltrazioni della criminalità organizzata ed episodi di corruzione al Comune di Tremestieri Etneo. Il giudice, lunedì scorso 24 marzo, ha condannato a 8 anni di reclusione l’ex sindaco Santi Rando per voto di scambio politico-mafioso per le elezioni amministrative del 2015 e per alcuni casi di corruzione, da uno dei quali è stato assolto.

Condanna a 7 anni e 2 mesi per Pietro Alfio Cosentino, accusato di concorso esterno e voto di scambio politico-mafioso e indicato dall’accusa come il collegamento tra politica e Cosa nostra, anche per la parentela con il boss Vito Romeo, suo cognato, condannato a 6 anni di reclusione. Stessa condanna disposta anche per Francesco Santapaola, figlio di Salvatore “Colluccio” e cugino di secondo grado dello storico capomafia Benedetto Santapaola. Il Gup del Tribunale di Catania ha inoltre condannato Antonio Battiato a 4 anni e 4 mesi di reclusione; Salvatore Bonanno a 8 mesi; Domenico Cucinotta a 4 anni e 2 mesi; Antonio Cunsolo a 4 anni e 4 mesi; Giuseppe Ferlito a 4 anni, e Giovanni Naccarato a 5 anni e 2 mesi.

Battiato e Cunsolo sono i due carabinieri accusati di corruzione assieme al deputato regionale della Lega Luca Sammartino, che è stato rinviato a giudizio con la stessa accusa per avere chiesto ai due militari di bonificare la sua segreteria politica dalla possibile presenza di microspie. Su quest’ultima accusa, visto che gli uffici erano nella titolarità dell’allora senatrice (ora deputata della Lega) Valeria Sudano, compagna di Sammartino, è stata chiamata a decidere la Corte Costituzionale che dovrà valutare l’utilizzabilità delle intercettazioni fatte dai carabinieri del Comando Provinciale di Catania in quei locali che erano in uso a una parlamentare.

Edited by, giovedì 27 marzo 2025, ore 17,47. 

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