Non si è ancora esaurita la lunga vicenda giudiziaria scaturita dall’operazione “CONCUSSIO”, vale a dire le presunte richieste estorsive ai danni dei titolari, marito e moglie, di una impresa di Brolo che doveva svolgere dei lavori di restauro delle sculture a Fiumara d’Arte. Su rinvio della Cassazione si svolge un nuovo processo, davanti alla Corte d’Appello di Messina: chiesta, nella requisitoria, la condanna a 4 anni per GIUSEPPE LO RE (foto in alto), detto “Pino”, di Caronia e a 2 anni e 6 mesi per la zia, la cartomante di Acquedolci ISABELLA DI BELLA (foto in basso). Il 13 dicembre arringhe difensiva e, probabilmente, arriverà la sentenza. Il servizio…
Non si è ancora esaurita la lunga vicenda giudiziaria scaturita dall’operazione “Concussio”, vale a dire le presunte richieste estorsive ai danni dei titolari, marito e moglie, di una impresa di Brolo che doveva svolgere dei lavori di restauro delle sculture a Fiumara d’Arte, nella Valle dell’Halaesa, del mecenate di Tusa Antonio Presti.
Dopo la conclusione in Cassazione, con rinvio (leggere servizio di riferimento sul link Cronaca, del 30 settembre 2023 ndr), davanti alla Sezione Penale della Corte d’Appello di Messina (presidente Katia Mangano) si è svolta l’udienza che segue a suddetto rinvio e che vede come imputati, a piede libero, Giuseppe Lo Re, detto “Pino”, per anni considerato il presunto referente per conto di Cosa nostra a Caronia e la zia, Isabella Di Bella, cartomante, di Acquedolci.
Il sostituto procuratore generale Maurizio Salamone, al termine della requisitoria, ha chiesto la condanna di Lo Re a 4 anni di reclusione e della Di Bella a 2 anni e 6 mesi. La richiesta è uguale alla sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Messina nel novembre 2022 con l’esclusione, per i due imputati, dell’aggravante del metodo mafioso. Condanna poi annullata dalla Cassazione, con rinvio, per vizi formali. I due imputati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Serafino e Alvaro Riolo. L’udienza è stata aggiornata al 13 dicembre quando ci saranno le arringhe difensive ed è probabile che la Corte d’Appello, al termine, vada in camera di consiglio per emettere la sentenza avverso alla quale sia la difesa che l’accusa, potranno comunque appellarsi nuovamente alla Cassazione.
Giuseppe Lazzaro
Edited by, mercoledì 16 ottobre 2024, ore 11,02.