Si è svolta, il 2 e 3 febbraio, la seconda festa patronale sui Nebrodi del 2024. Dopo quella di San Sebastiano a Tortorici e Mistretta, è toccato a Militello Rosmarino che ha venerato il patrono SAN BIAGIO, festeggiato anche a Caronia. Il servizio di TERESA FRUSTERI e le foto con la storia di San Biagio in forma brevis. In alto il video, di 3 minuti e mezzo, delle fasi salienti della processione…
TERESA FRUSTERI
Militello Rosmarino ha festeggiato il suo patrono San Biagio. Il 27 gennaio scorso il feretro di San Biagio è rientrato in sede dopo i lavori di restauro e, prima del rientro nella sua chiesa di appartenenza, il venerato simulacro ha fatto una breve sosta in contrada Ferretta nello spiazzale della chiesetta della Madonna di Lourdes. Poi è stato portato a San Piero, nella piazza centrale, dove è stata fatta la benedizione della borgata. Subito dopo il Santo ha fatto rientro a Militello Rosmarino. Quindi si è svolta la festa patronale, la prima secondo il calendario liturgico, prima di quella estiva in programma il 24 e 25 agosto.
Venerdì 2 febbraio, alla vigilia, al mattino si è svolta la processione dell’antico simulacro dell’Immacolata fino alla chiesa di Santa Maria Brignolito con la benedizione delle candele e la Santa Messa.
Nel pomeriggio la suggestiva traslazione del veneratissimo simulacro di San Biagio dalla sua cappella all’Altare Maggiore. A seguire le “Laudi” a San Biagio ed i Solenni Vespri in Chiesa Madre e, ancora, “Sciara Ca Rama” e i “Cannizzoli” per le vie del paese e “U SunETTU” con la benedizione del pane presso la casa di San Biagio e momento di convivialità, degustazione e festa.
Sabato 3, giorno ecclesiastico di San Biagio sul calendario, è stato il grande giorno della festa.
Alle 8,30 svolta la Santa Messa e la benedizione della gola in Chiesa Madre; alle 9,30 preparazione e uscita della maestosa Vara di San Biagio da parte dei devoti portatori.
Alle 11,30 si è celebrata la Santa Messa Solenne con panegirico tenuto da padre Pierangelo Scaravilli.
Quindi, alle 12,30, circa ecco l’attesissima processione dell’antico e venerato simulacro di San Biagio con le due tradizionali “Corse”, il bacio dei bambini in piazza Lodato e la secolare “Salva” pirotecnica in onore del Santo e il rientro in Chiesa Madre nel primo pomeriggio.
Le celebrazioni si sono concluse con la Santa Messa di ringraziamento in Chiesa Madre alle ore 19, benedizione con la reliquia e successiva riposizione di San Biagio nella sua cappella.
Il programma è stato allestito dall’Arciprete Calogero Oriti con il Comitato Festa.
LA STORIA DI SAN BIAGIO, di Giuseppe Lazzaro
Il martire Biagio è ritenuto dalla tradizione Vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della “pax” costantiniana. Il suo martirio, avvenuto intorno al 316, è perciò spiegato dagli storici con una persecuzione locale dovuta ai contrasti tra l’occidentale Costantino e l’orientale Licinio. Nell’VIII secolo alcuni armeni portarono le reliquie a Maratea (Potenza), di cui è patrono e dove è sorta una basilica sul Monte San Biagio. Il suo nome è frequente nella toponomastica italiana – in provincia di Latina, Imperia, Treviso, Agrigento (il comune di San Biagio Platani), Frosinone e Chieti – e di molte nazioni, a conferma della diffusione del culto. Avendo guarito miracolosamente un bimbo cui si era conficcata una lisca in gola, è invocato come protettore per i mali di quella parte del corpo. A quell’atto risale il rito della “benedizione della gola”, compiuto con due candele incrociate.
Edited by, domenica 4 febbraio 2024, ore 14,26.