Ci sono anche un medico generico, ANTONINO BARBERA ed un commercialista, ROBERTO PISA, nell’elenco delle sei persone arrestate (il medico in carcere, gli altri 5 ai domiciliari) dai finanzieri del Gruppo di Messina nell’ambito di una indagine su una presunta truffa sui bonus edilizi. Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere dedita alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, indebite compensazioni fiscali ed autoriciclaggio. Sequestrati 37 milioni di euro. Foto in alto la conferenza stampa di stamane: in mezzo a due ufficiali delle Fiamme Gialle, il Procuratore ANTONIO D’AMATO e la Procuratrice vicaria ROSA RAFFA. Il servizio…
Una persona in carcere e cinque ai domiciliari per un intricato schema fraudolento, progettato per lucrare sui vantaggi fiscali derivanti dal Decreto Legge n. 34 del 2020, quello del cosiddetto “Rilancio”. Il sistema è stato scoperto grazie alle indagini avviate a seguito di una segnalazione alla guardia di finanza da parte di un privato cittadino che aveva ricevuto informazioni da un funzionario dell’Agenzia delle Entrate riguardo all’inserimento nel proprio cassetto fiscale di crediti d’imposta per un valore di 1,3 milioni di euro, attribuiti a lavori edilizi mai effettuati. Dalle prime verifiche condotte dai finanzieri del Gruppo di Messina è emerso che tali agevolazioni fiscali, legate al cosiddetto “Superbonus 110%”, erano stati ceduti tramite la piattaforma on line “cessione crediti” dell’Agenzia delle Entrate a una società specializzata nella locazione di immobili che si è poi rivelata priva di personale e strutture idonee per svolgere l’attività.
Gli arrestati:
Antonino Barbera, 72 anni, medico (in carcere);
Domenica Barbera, 69 anni (ai domiciliari);
Nicola Barbera, 45 anni (ai domiciliari);
Felicia De Salvo, 68 anni (ai domiciliari);
Silvia Lo Giudice, 41 anni (ai domiciliari);
Roberto Pisa, 62 anni, commercialista (ai domiciliari).
Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere dedita alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, indebite compensazioni fiscali ed autoriciclaggio.
Ulteriori approfondimenti investigativi, comprendenti analisi tecniche, accertamenti bancari e perquisizioni sul territorio, hanno permesso di individuare ulteriori ingenti crediti inseriti nei sistemi informatici da un singolo individuo e ceduti da soggetti privati alle stesse società messe in luce, tutte riconducibili a membri di una stessa famiglia. Il fulcro di questa attività criminale sarebbe, secondo l’accusa, un medico generico di Messina, Antonino Barbera che, sfruttando la fiducia dei suoi pazienti, proponeva loro la possibilità di ottenere i contributi statali “Ecobonus” e “Superbonus” per la ristrutturazione dei loro immobili. Per fare ciò chiedeva loro di fornirgli le credenziali “SPID” e di consentirgli l’accesso al loro cassetto fiscale, alle loro caselle di posta elettronica e di conferirgli il mandato per la gestione dei crediti d’imposta. In sostanza il dott. Barbera, con l’ausilio di un commercialista, Roberto Pisa, operando a distanza nei cassetti fiscali dei pazienti ignari, riusciva a completare la procedura istruttoria dell’Agenzia delle Entrate, facendo confluire la cessione del credito d’imposta nella piattaforma on line “cessione crediti”. I crediti così ottenuti venivano poi ceduti ad altre entità, incluse quattro società legate al medico e ai suoi parenti, al fine di monetizzarli o compensarli con debiti fiscali reali. Il Gip del Tribunale di Messina ha ordinato il sequestro preventivo di oltre 37 milioni di euro, una parte dei quali è ancora presente sulla piattaforma telematica, rappresentando i profitti generati da questa attività criminale.
Giuseppe Lazzaro
Edited by, martedì 26 marzo 2024, ore 14,44.