Librizzi: Era davvero cieco, assolto in appello un anziano

Condannato a 2 anni per truffa ma assolto in appello. Si è conclusa positivamente l’odissea giudiziaria di GIOVANNI SALPIETRO, classe 1946, nato a Oliveri ma residente a Librizzi, difeso dagli avvocati ANTONINO BRANCATELLI e GIACOMO PORTALE (foto in alto). L’uomo era veramente cieco per come dimostrato dalla difesa e aveva ottenuto le giuste retribuzioni dell’Inps…

Giovanni Salpietro, classe 1946, nato a Oliveri, è stato assolto dalla Corte d’Appello di Messina. In primo grado era stato ritenuto colpevole dal giudice monocratico del Tribunale di Patti Marialuisa Gullino, di truffa perché, “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, al fine di trarne profitto per sé, con artifici e raggiri consistenti nel dichiararsi affetto da cecità assoluta mentre, in realtà, era in grado di compiere svariate attività incompatibili con tale stato (quali condurre un’autovettura, camminare a piedi per strada senza l’aiuto di accompagnatori né cani, riconoscere e salutare persone a lui note ed altro ancora) si procurava un ingiusto profitto consistente nel percepimento della indennità di accompagnamento per cieco assoluto pagata dall’Inps e pari a € 848,16 mensili”. Fatti acclarati a Librizzi dove l’uomo risiede.

All’imputato era stata inflitta la pena di 2 anni di reclusione, oltre alla confisca per equivalente di beni di cui aveva la disponibilità per un valore corrispondente a € 194.616,80.

Ma la Corte d’Appello di Messina – Sezione Penale (presidente Alfredo Sicuro) ha accolto l’appello proposto dal Salpietro ed ha riformato in toto la sentenza di primo grado, con la più ampia formula “perché il fatto non sussiste”.

Le investigazioni erano state eseguite dai carabinieri della Compagnia di Patti. Ma i risultati erano stati letti attraverso una lente deformante, che aveva causato un vistoso travisamento, secondo i difensori dell’imputato, avvocati Antonino Brancatelli e Giacomo Portale: gli esiti delle indagini erano senz’altro compatibili con lo stato di cecità, accertato, da autorevoli oculisti non solo italiani ma anche di Parigi. Al di là di ogni ragionevole dubbio, l’imputato presentava un quadro patologico grave, che aveva compromesso la retina e non era suscettibile di miglioramento. La pendenza del procedimento penale, risalente al 2013, ha causato al Salpietro un grave disturbo ansioso depressivo.

         Giuseppe Lazzaro

Edited by, venerdì 11 febbraio 2022, ore 14,38. 

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