Il giudice monocratico del Tribunale di Patti (foto in alto) EDOARDO ZANTEDESCHI ha condannato a 4 anni di reclusione, con l’accusa di omicidio colposo con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, l’imprenditore di Brolo GIUSEPPE RICCIARDELLO, 75 anni, titolare di una ditta individuale in ambito agricolo. A Ficarra, nell’ottobre 2013, nel ribaltamento di un trattore perse la vita l’operaio di Capo d’Orlando SILVIO FAVAZZO e i familiari sono costituiti parte civile. Il servizio…
Giuseppe Lazzaro
Il giudice monocratico del Tribunale di Patti Edoardo Zantedeschi, cancelliere Marilina Adornetto, ha condannato a 4 anni di reclusione, con l’accusa di omicidio colposo con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, l’imprenditore di Brolo Giuseppe Ricciardello, 75 anni, titolare di una ditta individuale in ambito agricolo. La vicenda si riferisce alla morte di un operaio di Capo d’Orlando, Silvio Favazzo, avvenuta a Ficarra nell’ottobre del 2013. L’imprenditore è stato condannato “perché, nella sua qualità di titolare della omonima ditta individuale e, quindi, di datore di lavoro, per negligenza, imprudenza, imperizia ed in violazione delle norme, provocava la morte del lavoratore”. Così si legge nel capo di imputazione e, in particolare, il Favazzo, dipendente irregolare con mansioni di autista di mezzi meccanici, impegnato nell’esecuzione di lavori di pulitura di un terreno agricolo sito in località Cavola del comune di Ficarra mediante l’uso di un trattore cingolato marca Goldoni C45M che era collegato nella parte posteriore ad un attrezzo frangistoppie attraverso un giunto cardanico, mentre effettuava la pulizia di una porzione del terreno in pendenza, nei pressi del torrente Cavola, con il cingolo sinistro toccava il bordo sinistro del torrente e, ribaltandosi, cadeva nel greto dello stesso rimanendo schiacciato dal mezzo meccanico a causa del mancato utilizzo del dispositivo di protezione “roll bar”, di cui il trattore era dotato, e dell’assenza di cintura di sicurezza”. L’imputato è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali e al risarcimento del danno patito dalle parti civili costituite da liquidarsi, in separata sede, con provvisionale di 50.000 euro ciascuna. Le parti civili, la moglie dell’operaio Maria Princiotta e le figlie Elisa, Valentina e Sonia, sono state assistite dall’avvocato Francesco Cacciola. Il giudice ha anche disposto l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni per l’imprenditore e la sospensione per un anno dall’esercizio delle funzioni svolte tramite la ditta individuale. Per gli altri reati contestati è stata dichiarata la prescrizione. L’imputato è stato difeso dall’avvocato Nino Favazzo. Le motivazioni della sentenza saranno depositate in cancelleria entro sessanta giorni.
Edited by, martedì 28 marzo 2023, ore 10,42.