E’ stato individuato e fermato a Noto (SR) dai carabinieri, il suo centro di origine e residenza, STEFANO ARGENTINO (foto in alto a dx), 27 anni, studente universitario a Messina, ritenuto l’autore della coltellata rifilata, ieri pomeriggio, alla collega di corso SARA CAMPANELLA (foto in alto a sx), 22 anni, di Misilmeri (PA), deceduta poco dopo al Policlinico. Il giovane, rinchiuso in carcere in attesa dell’udienza di convalida, avrebbe agito perché da tempo andava dietro alla ragazza venendo sempre respinto, quindi ci sarebbe un motivo sentimentale. La ricostruzione del femminicidio e il primo punto di svolta delle indagini nel servizio…
GIUSEPPE LAZZARO
E’ stato individuato e fermato a Noto, in provincia di Siracusa, il suo centro di origine e residenza, Stefano Argentino, 27 anni, studente universitario a Messina, ritenuto l’autore della coltellata rifilata, ieri pomeriggio, alla collega di corso Sara Campanella, 22 anni, di Misilmeri (Palermo), deceduta poco dopo al Policlinico.
LA RICOSTRUZIONE
I carabinieri ieri pomeriggio sul luogo dei fatti
Intorno alle ore 17 di lunedì 31 marzo i carabinieri, a seguito di una chiamata pervenuta al numero di emergenza 112, sono intervenuti in viale Gazzi, nei pressi di un distributore di carburanti ubicato nelle adiacenze dello stadio “Giovanni Celeste” di Messina, dove Sara Campanella, studentessa presso la facoltà di Tecniche di Laboratorio Biomedico del Policlinico, era stata ferita al collo da un giovane armato di coltello, datosi immediatamente alla fuga.
La ragazza, a seguito delle gravi ferite, è stata immediatamente trasportata – in codice rosso – da un’ambulanza del 118 al vicino Policlinico Universitario “Gaetano Martino” dove è morta poco dopo. All’atto dell’aggressione, la 22enne è stata accoltellata con due fendenti al collo e alla scapola.
Sono subito state avviate le indagini da parte dei carabinieri sotto la direzione della Procura di Messina, volte ad acquisire testimonianze, analizzare sistemi di videosorveglianza e svolgere tutti gli accertamenti necessari per risalire all’autore del delitto e rintracciarlo.
A seguito degli accertamenti e delle ricerche condotte dai carabinieri del Comando Provinciale di Messina, è stato individuato, quale soggetto fortemente sospettato, Stefano Argentino, di Noto, anche lui studente nella stessa facoltà di Sara il quale, dopo alcune ore di ricerca, è stato rintracciato, con il supporto dei carabinieri del Comando Provinciale di Siracusa, presso un’abitazione del suo paese dove si era rifugiato viaggiando, quindi, da Messina per poco meno di tre ore.
Lo studente è stato quindi condotto presso la Compagnia dei carabinieri di Messina Sud (territorialmente competente nella zona dove i fatti si sono verificati) dove, in esito ai primi accertamenti effettuati, è stato sottoposto a decreto di fermo di indiziato di delitto con l’accusa di omicidio.
Da una prima ricostruzione dei fatti l’indagato avrebbe seguito la giovane studentessa nei pressi del Policlinico, per poi percorrere insieme a lei un breve tratto di strada; arrivati nei pressi del distributore di benzina, verosimilmente dopo una animata discussione, l’avrebbe accoltellata per poi allontanarsi velocemente. Dagli accertamenti, il giovane avrebbe commesso il delitto per motivi sentimentali in quanto invaghito della ragazza senza essere corrisposto e già da diverso tempo, forse da un paio di anni.
Quindi non c’entra nulla nella vicenda il ruolo di un altro giovane, ex di Sara, sul quale si erano incentrati i primi sospetti. In attesa dell’interrogatorio e dell’udienza di convalida davanti al Gip del Tribunale di Messina, Stefano Argentino è stato tradotto e rinchiuso nel carcere di Messina Gazzi.
LA CONFERENZA STAMPA
I particolari sul femminicidio sono stati forniti nel corso di una conferenza stampa che si è svolta stamane al Palazzo di Giustizia di Messina. Gli investigatori sono risaliti a Stefano Argentino grazie ai filmati delle videocamere di sorveglianza posizionate all’esterno del Policlinico e a quelle di alcuni esercizi commerciali lungo viale Gazzi. Determinanti sono state le testimonianze di alcuni ragazzi che hanno assistito all’omicidio, tra cui alcuni colleghi e colleghe della vittima, come ha riferito il Procuratore capo di Messina, Antonio D’Amato, parlando con i cronisti in conferenza stampa. “Abbiamo chiesto al Gip l’emissione di un provvedimento restrittivo nei confronti del presunto omicida che siamo riusciti a identificare grazie a una serie di elementi che fanno ritenere sussistente un quadro indiziario grave”, ha affermato il capo della Procura di Messina. I testimoni oculari “hanno fornito un contributo determinante non solo ai fini dell’identificazione del presunto omicida, ma anche per la sua successiva localizzazione”.
“Sul movente sono in corso delle indagini, siamo alle battute iniziali – ha detto ai cronisti a margine della conferenza stampa a Messina il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Lucio Arcidiacono, -. Quello che abbiamo fatto in maniera serrata è stato ricostruire la dinamica dell’evento e per farlo ci siamo avvalsi fortunatamente della collaborazione di diversi testimoni e dei filmati di video sorveglianza presenti nella zona. Abbiamo individuato il presunto omicida grazie all’impegno di chi ha lavorato al caso in stretta simbiosi con la Procura”.
Gli investigatori non dicono nulla sulla reazione che ha avuto il ragazzo fermato con l’accusa di omicidio. “Su questo non posso riferire nulla, siamo nella fase iniziale delle indagini e dobbiamo sviluppare una serie di cose che ci permetteranno di comprendere il quadro complessivo”, ha affermato il comandante dei carabinieri. Gli investigatori fanno le analisi di tutti i dispositivi elettronici della vittima e del presunto omicida “e di tutto ciò che fa parte dell’attività investigativa”, ha aggiunto il colonnello Arcidiacono. “Non c’è stata alcuna denuncia nel tempo da parte della ragazza. E’ un caso delicato e dobbiamo ricostruire bene tutto quello che c’è attorno”, ha concluso l’ufficiale.
Edited by, martedì 1 aprile 2025, ore 13,30.