Il Gup del Tribunale di Termini Imerese ha rinviato a giudizio il sindaco di Cerda e deputato regionale della Lega SALVATORE GERACI (foto in alto) che avrebbe tentato di costringere il comandante della polizia municipale a scrivere al Questore di Palermo per ottenere che la processione del Venerdì Santo del 2022 passasse davanti alla casa di un boss del comune madonita. Tentata concussione e abuso d’ufficio le accuse contestate al sindaco-onorevole. Gli altri rinviati a giudizio per diverse accuse. Il servizio sul link Sicilia News…
Il Gup del Tribunale di Termini Imerese ha rinviato a giudizio il sindaco di Cerda e deputato regionale della Lega Salvatore Geraci. Secondo la Procura di Termini Imerese, l’on. Geraci avrebbe tentato di costringere il comandante della polizia municipale a scrivere al Questore di Palermo per ottenere che la processione del Venerdì Santo del 2022 passasse davanti alla casa di un boss del comune madonita.
Tentata concussione e abuso d’ufficio. Sono questi i reati contestati al sindaco, che è anche deputato regionale della Lega e componente della commissione antimafia dell’Ars. È approdato al partito di Salvini dopo avere lasciato “Sud chiama Nord” di Cateno De Luca.
Al centro dell’inchiesta la Via Crucis della Settimana Santa 2022. “Di mafia qui non c’è nulla. E manco c’è la concussione. È una vicenda surreale, una bolla di sapone e come tale evaporerà in fretta. Abbiamo ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini e chiariremo punto per punto le contestazioni”, aveva detto l’avvocato dell’indagato, il penalista Vincenzo Lo Re, all’epoca. “Al dibattimento dimostreremo le ragioni storiche e culturali, ma anche di ordine pubblico, per le quali non era favorevole al cambio di percorso della processione”, aggiunge ora il legale. Insieme al sindaco di Cerda, Salvatore Geraci, sono stati rinviati a giudizio anche alcuni dipendenti comunali per l’organizzazione della Sagra del carciofo del 2022. L’amministrazione comunale esentò i commercianti dal pagamento della Tosap (la tassa per l’occupazione del suolo pubblico) per gli spazi espositivi durante la manifestazione contravvenendo, secondo la Procura, al regolamento comunale. Hanno scelto di essere processati con il rito abbreviato i dipendenti comunali Vincenzo Tripi e Antonina Iolanda Iudicello. Rinviati a giudizio con il rito ordinario anche il presidente del consiglio comunale Mario Dioguardi, l’ex assessore al Turismo Cristian Vivirito, il fratello del sindaco, Simone Geraci, i commercianti Gaetana Castiglia e Salvatore Cappadonia.
A Dioguardi e Vivirito viene contestata l’appropriazione indebita di poco più di 2.600 euro incassati con la vendita dei ticket per la sagra. Il fratello del sindaco risponde delle minacce che avrebbe rivolto a un addetto alla vigilanza di un seggio in occasione delle elezioni regionali. Il Comune di Cerda e il capo dei vigili Giuseppe Biondolillo si sono costituiti parte civile con l’assistenza degli avvocati Giuseppe Canzone e Francesco Caratozzolo.
“Il rinvio a giudizio sui fatti relativi al Venerdì Santo ed alle accuse mosse contro di me dal comandante dei vigili urbani del Comune di Cerda, consentirà di difendermi da una impostura, da tanta infamia e da vicende con le quali la mafia non c’entra nulla. Non ho mai dato indicazioni sul percorso delle processioni e su dove queste dovessero stazionare”, ha affermato Geraci. “Ed ho già detto tramite il mio legale che i condannati di mafia di Cerda sono lontani dai miei pensieri e dalle mie attenzioni. Ho combattuto la mafia con fatti e atti concreti. Nel mio percorso politico-amministrativo ho sempre combattuto per la legalità, ne sono dimostrazione un bene confiscato alla mafia che da sindaco di Cerda ho adibito a centro di raccolta comunale, la rimozione dalla via Roma della pompa di benzina che negli anni è stata oggetto di attenzione della mafia locale, la nuova caserma dei carabinieri in una struttura ceduta dal Comune e la nomina nella mia giunta dell’ex sindaco Mendola, vittima in passato di intimidazione mafiosa”, ha aggiunto il sindaco del comune madonita in provincia di Palermo. “Vengo rinviato a giudizio per fatti rispetto ai quali sono del tutto estraneo, che nulla hanno a che vedere con imputazioni per reati di mafia e che, di contro, scaturiscono proprio da subdole ritorsioni per quello che è stato, da decenni, il mio reale impegno contro esponenti e famiglie mafiose locali, cui appartengono taluni dei miei detrattori. – ha detto –. Ora aspetto con fiducia che il processo chiarisca con una sentenza ogni cosa dimostrando la liceità del mio agire. Confido di uscirne a testa alta perché sono e resto un uomo perbene che ama il comune che amministra e che svolge le funzioni pubbliche alle quali mi hanno chiamato i cittadini con disciplina e onore”.
g.l.
Edited by, venerdì 21 giugno 2024, ore 11,31.