Catania: Op. “Dazio”. Pestaggi alla discoteca Ecs Dogana. A capo della gang un 15enne, sette arresti

Un branco guidato da un 15enne, stretto parente di un boss mafioso del clan Nizza, avrebbe spadroneggiato in una discoteca di Catania, la Ecs Dogana, ingaggiando finte risse per creare disordini, minacciando e picchiando barman e buttafuori per estorcere entrate e consumazioni gratuite, intimidendo i clienti e causando in una circostanza l’interruzione di una festa privata. E’ quanto emerge dall’operazione “Dazio” dei carabinieri che hanno arrestato sette persone. Il servizio sul link Sicilia News…

Un branco, guidato da un 15enne stretto parente di un boss mafioso del clan Nizza, avrebbe spadroneggiato in una discoteca di Catania, la Ecs Dogana, ingaggiando finte risse per creare disordini, minacciando e picchiando barman e buttafuori per estorcere entrate e consumazioni gratuite, intimidendo i clienti e causando in una circostanza l’interruzione di una festa privata. E’ quanto emerge dall’operazione “Dazio” dei carabinieri, che hanno arrestato sei giovani, il 37enne Giuseppe Caruso, il 22enne Maurizio Sottile, il 29enne Giovanni Miceli, il 25enne Gianluca Zimbone, il 23enne Concetto Penna e il 29enne Carmelo Christian Patanè e disposto la custodia in un istituto penitenziario per il quindicenne. I sette sono indagati per estorsione, lesioni personali commesse con utilizzo di armi, violenza privata, il tutto con l’aggravante del metodo mafioso.

Il boss, parente del ragazzo, è attualmente detenuto al 41 bis (carcere duro) e appartiene al clan mafioso Santapaola-Ercolano. La gang, tra febbraio e maggio scorsi, avrebbe attuato una serie di violenze e minacce nei confronti del titolare e dipendenti della discoteca nel porto di Catania. Gli investigatori ritengono “emblematico un episodio di violenza del 27 febbraio scorso quando il gruppo criminale, ostentando la disponibilità di pistole, avrebbe violentemente pestato due giovani”. In particolare uno dei due, dopo essere stato accerchiato dal branco, sarebbe stato colpito alla testa con il calcio della pistola e poi preso a calci e pugni dal gruppo. L’aggressione sarebbe continuata nonostante fosse sanguinante: in cinque – il minorenne, Patanè, Sottile, Zimbone e Penna – , avrebbero proseguito la propria azione al grido “’u ‘mmazzamu, ‘u ‘mmazzamu, ‘u stamu ammazzannu!”.

Gli indagati si sarebbero anche rivolti ai barman con frasi del tipo “se non mi fai un cocktail giro e ti sfondo tutto”, “stai zitto altrimenti ti taglio le mani”; intimidito clienti e causando, in una circostanza, l’interruzione di una festa privata. Conseguenza di tali ripetute incursioni violente, oltre ovviamente alle perdite derivanti dal mancato incasso degli ingressi e delle consumazioni, la riduzione delle presenze (apparendo il locale non più sicuro) e la fuga dei dipendenti.

             g.l.

Edited by, mercoledì 18 ottobre 2023, ore 16,06. 

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