Catania: Il Covid e le truffe allo Stato all’ombra del clan Santapaola-Ercolano. 5 arresti (tra cui un carabiniere) e 5 obblighi

Cinque persone arrestate tra cui un brigadiere dei carabinieri e cinque sottoposte all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nell’ambito di una operazione scattata all’alba a Catania ed eseguita dalla polizia sotto il coordinamento della Procura. L’inchiesta ha accertato una correlazione tra il periodo del Covid con truffe allo Stato all’ombra del clan mafioso Santapaola-Ercolano. Il servizio sul link Sicilia News…

Oltre 100 agenti della polizia di Catania dalle prime luci dell’alba hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Catania, su richiesta della Procura, a carico di dieci persone responsabili di associazione per delinquere finalizzata alle truffe ai danni dello Stato con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare l’associazione mafiosa Santapaola-Ercolano. Nei confronti dei destinatari della misura restrittiva, nonché di numerosi altri beneficiari di indebiti finanziamenti erogati per fronteggiare l’emergenza Covid-19, il Gip ha disposto il sequestro preventivo di oltre 380.000 euro.

Al vertice dell’associazione criminale, composta, tra gli altri, da vari professionisti del settore, vi sarebbero il funzionario di un noto istituto di credito catanese, Alessandro Mirabella e il direttore generale della Co.Fi.San. Consorzio Fidi, Andrea Pappalardo, i quali avrebbero promosso e organizzato l’attività dei sodali Gabriele Santapaola, Alberto Casisi, Paolo D’Angelo, Paolo Marragony, Concetto Massimino, Paolo Monaco, Claudio Nicotra e Michele Adolfo Pilato imperniata su un preciso modus operandi. Gli indagati, sfruttando la semplificazione procedurale della legislazione d’urgenza del cosiddetto Decreto Liquidità, riguardo alle procedure per la concessione del finanziamento garantito a imprese, lavoratori autonomi e liberi professionisti titolari di partita Iva, avrebbero assicurato a beneficiari compiacenti l’accesso fraudolento ai finanziamenti, istruendo la pratica. Un ruolo centrale sarebbe stato rivestito dal direttore generale della Co.Fi.San. Pappalardo, che avrebbe convogliato le istanze prodotte dai vari professionisti verso dirigenti di istituti di credito compiacenti come Mirabella il quale, a sua volta, avrebbe assegnato tali pratiche a fidati funzionari della banca, tra i quali D’Angelo che, dietro indebito pagamento di una somma di denaro, le avrebbe deliberate positivamente o, qualora viziate, ne avrebbe consigliato il ritiro così da poter essere ripresentate una volta rettificate. A loro volta i professionisti Pilato, Casisi, Nicotra, Massimino e Monaco, questi ultimi due titolari di un’agenzia di disbrigo pratiche finanziarie, sempre facendo riferimento a Pappalardo, avrebbe reperito “clienti” a nome dei quali proporre le richieste di finanziamento garantito, predisponendo la falsa documentazione da allegare alle istanze, per poi riscuotere dal beneficiario compiacente le somme pattuite dopo l’indebita erogazione del finanziamento. Completerebbero l’organigramma del gruppo Gabriele Santapaola, esponente di rango dell’omonimo clan mafioso, e Paolo Marragony, brigadiere capo dei carabinieri in servizio a Catania, i quali avrebbero collaborato stabilmente con il ragioniere commercialista Pilato, presentando numerose richieste di finanziamento intestate a prestanome. Il brigadiere Marragony, inoltre, al quale viene contestato anche il reato di accesso abusivo a un sistema informatico protetto, avendo più volte consultato le banche dati di polizia per finalità diverse da quelle connesse al servizio, avrebbe collaborato con Gabriele Santapaola in quanto, oltre a curare i rapporti con i funzionari di banca, si sarebbe occupato anche della predisposizione della documentazione per ottenere il contributo come l’attivazione della partita Iva, la predisposizione della falsa documentazione reddituale e il suo inoltro telematico, nonché l’apposita attivazione di un’utenza telefonica e di una casella e-mail nella quale pervenivano le varie comunicazioni bancarie alle quali rispondeva personalmente. Dalle indagini sono risultate numerose difformità sulla documentazione di almeno 13 istanze di contributi, così determinando l’indebita erogazione di finanziamenti per circa 380.100 euro.

Dei 10 soggetti coinvolti, 5 sono stati tradotti in carcere e 5 sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e all’obbligo di dimora nel Comune in cui abitano. Queste le misure.

Custodia in carcere:

MARRAGONY Paolo (classe 1973)

MIRABELLA Alessandro (cl. 1961)

PAPPALARDO Andrea (cl. 1977)

PILATO Michele Adolfo Valerio (cl. 1958)

SANTAPAOLA Gabriele (classe 1984)

Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e obbligo di dimora nel comune in cui abitano:

CASISI Alberto Angelo (classe 1991)

D’ANGELO Paolo (cl. 1961)

MASSIMINO Concetto (cl. 1967)

MONACO Paolo (cl. 1985)

NICOTRA Claudio (cl. 1977)

           g.l.

Edited by, giovedì 5 ottobre 2023, ore 11,13. 

 

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