La giustizia, a volte, funziona. Nel giro di appena tre anni, dall’arresto a marzo 2019 sino al rinvio a giudizio e ai tre gradi, è finita la vicenda di una studentessa, minorenne al tempo dei fatti e con deficit cognitivo, di Rocca di Caprileone, sottoposta a violenza sessuale dall’assistente scolastico dell’istituto di Capo d’Orlando che la ragazza frequentava (foto in alto il casolare, in località Tavola Grande nel centro paladino, per l’accusa luogo di uno degli episodi di violenza contestati). La Cassazione ha confermato e reso definitiva la condanna per A.B., di Rocca di Caprileone, a 10 anni di reclusione così come sentenziato in primo e secondo grado. In aggiunta al servizio la nota dell’associazione “Pink Project” (presidente MARIA GRAZIA GIORGIANNI, avvocato CRISTINA MANFREDI GIGLIOTTI), costituita parte civile al dibattimento…
Giuseppe Lazzaro, da Gazzetta del Sud (Pagine Sicilia)
La Terza sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato, e reso definitiva, la condanna a 10 anni di reclusione nei confronti di A.B., 62 anni, assistente scolastico, originario di Pace del Mela ma residente a Rocca di Caprileone, accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti di una studentessa di Rocca di Caprileone, minorenne al tempo dei fatti e con deficit cognitivo. Nel ricorso presentato dal legale di fiducia, avvocato Decimo Lo Presti, è stata eccepita la questione di nullità relativa alla perizia disposta in ordine alla capacità a testimoniare della persona offesa. La Suprema Corte ha però ritenuto di rigettare il ricorso accogliendo la richiesta formulata dal procuratore generale di conferma della condanna, cui si sono associate le parti civili, rappresentate dagli avvocati Bernardette Grasso e Cristina Manfredi Gigliotti, rispettivamente per la famiglia della presunta vittima e dell’associazione “Pink Project”, con la presidente Maria Grazia Giorgianni, che contrasta la violenza contro le donne ed i femminicidi.
Il 5 ottobre 2021 la Corte d’Appello di Messina aveva confermato la condanna a 10 anni così come, il 29 settembre 2020, aveva sentenziato il collegio giudicante del Tribunale di Patti in primo grado. La vicenda emerse la mattina del 13 marzo 2019 quando l’assistente scolastico, in servizio in un plesso appartenente ad uno dei due Istituti Comprensivi di Capo d’Orlando, venne arrestato dagli agenti di polizia del Commissariato orlandino. Durante le indagini, avviate alcuni mesi prima e coordinate dal sostituto procuratore di Patti Alice Parialò, erano emersi i gravi episodi contestati dall’accusa anche con l’ausilio delle riprese di videocamere di sorveglianza ed ingressi a scuola lungo il breve tragitto tra Rocca di Caprileone e Capo d’Orlando (spesso l’assistente accompagnava la ragazza a scuola come emerso dalle indagini). Secondo l’accusa un episodio di abuso sarebbe avvenuto sulla spiaggia in località Zappulla a Rocca mentre un altro caso, ricostruito dal racconto rivelato dalla presunta vittima all’assistente sociale in sede di indagini preliminari, si sarebbe verificato in un casolare abbandonato in contrada Tavola Grande, a Capo d’Orlando. Accuse che sono state sempre seccamente respinte dall’imputato, professatosi anzi amico della famiglia della ragazza.
LA NOTA DELLA “PINK PROJECT”
La presidente Maria Grazia Giorgianni
A seguito di udienza pubblica la Corte di Cassazione, Sezione III, ha rigettato il ricorso proposto dalla difesa dell’imputato che conteneva alcuni motivi dal carattere certamente suggestivo. La vicenda, anche per la brutalità e le modalità di consumazione del reato, rappresenta un importante precedente per i centri antiviolenza e, in particolare, per il centro ”Pink Project” di Capo d’Orlando, che da anni sostiene le vittime di violenza di genere ed ha affiancato e sostenuto la persona offesa fino al grado di legittimità. Le molteplici questioni tecnico-giuridiche affrontate dalla difesa sono state tutte respinte dalla Suprema Corte che ha sancito definitivamente la correttezza dell’operato del Tribunale di Patti, prima del G.I.P. e poi del Collegio, la cui sentenza è stata riconosciuta esente da vizi, sia logici che giuridici.
L’avvocato Cristina Manfredi Gigliotti per il Centro “Pink Project”, dice: “È stato un processo impegnativo, sia per la vicenda umana che sotto il profilo processuale. All’esito, possiamo ritenerci soddisfatte in quanto è stato definitivamente acclarato l’ossequioso rispetto delle forme e della sostanza processuale ed è stata resa una sentenza che è conforme a giustizia. La presidente Maria Grazia Giorgianni dice: “Siamo state parte attiva a fianco della giovane vittima fin da quando è riuscita a raccontare quanto subito alla polizia di Capo d’Orlando ed abbiamo partecipato come parte civile a tutti i gradi di giudizio per rappresentare l’interesse e il diritto di tutte le bambine, di tutte le ragazze e di tutte le donne a vivere libere dalla violenza. La violenza, in tutte le sue forme, non è un fatto privato ma è reato non solo a danno di chi la subisce direttamente ma di tutta la società. Per questo ogni giorno siamo al servizio del territorio per le donne, per accogliere le loro storie e sostenere i difficili e dolorosi percorsi di fuoriuscita dalla violenza”.
Edited by, venerdì 20 maggio 2022, ore 10,13.