Bronte: Estorsione e rapina ai danni di una donna, arrestato a Cesarò uno dei presunti responsabili

A distanza di due mesi e mezzo dai fatti i carabinieri hanno arrestato GIANLUCA LONGHITANO, 33 anni, di Bronte ma ammanettato a Cesarò dai carabinieri del luogo (foto in alto la caserma) e della Compagnia di Santo Stefano di Camastra. L’uomo è accusato di estorsione (di 50 euro) e rapina (di uno smartphone) ai danni di una donna avvenuti, dopo due inseguimenti, lungo la S.S. 284 tra Bronte e Cesarò. Il servizio…

Su disposizione della Procura Distrettuale di Catania, i carabinieri della Compagnia di Santo Stefano di Camastra hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura custodiale, emessa dal Gip del Tribunale di Catania, nei confronti di Gianluca Longhitano, 33 anni, in ordine a due episodi delittuosi: estorsione, aggravata dall’aver perpetrato il delitto in riunione con altro soggetto allo stato ignoto, e rapina, aggravata dalla presenza di circostanze atte ad ostacolare la privata difesa e dall’aver commesso il fatto in più persone riunite, commesse a Bronte nel mese di maggio di quest’anno.

Le indagini, coordinate dalla Procura ed eseguite dai carabinieri della Stazione di Cesarò, hanno permesso di acquisire, elementi indiziari che dimostrerebbero il coinvolgimento dell’indagato in due gravi episodi di azioni predatorie commesse in danno di una donna. Il provvedimento restrittivo compendia gli esiti dell’attività di indagine scaturita dalla denuncia della persona offesa per i delitti di cui era stata vittima lo scorso 20 maggio.

Stando alle indagini la vittima, una donna, stava percorrendo la Strada Statale n. 284 in direzione Catania e veniva dapprima inseguita da un veicolo con due individui a bordo che, accostandosi pericolosamente al suo mezzo, la costringevano a fermarsi e, con minaccia, a consegnare la somma di 50 euro. In seguito i due, dopo avere commesso il reato di estorsione e una volta ripresa la corsa dei mezzi, continuavano a inseguire la donna, costringendola ancora una volta a fermarsi in un luogo isolato, laddove si impossessavano del suo smartphone, per impedire l’utilizzo delle eventuali foto che la stessa poteva avere scattato durante la commissione del reato.

Le attività investigative, tempestivamente svolte, consentivano non solo di ricostruire compiutamente la dinamica dei fatti ma di individuare uno degli autori delle azioni delittuose proprio in Gianluca Longhitano, di Bronte e arrestato a Cesarò.

                Giuseppe Lazzaro

Edited by, lunedì 5 agosto 2024, ore 13,56. 

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