I carabinieri della Stazione di Brolo (foto in alto una pattuglia) hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale della sottoposizione agli arresti domiciliari emessa dal Gip del Tribunale di Patti, nei confronti di N.S.V., 47 anni, indagato per atti persecutori aggravati, rapina aggravata e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. L’uomo, tornato in libertà ma con obblighi poco più di due settimane fa, avrebbe imposto le prescrizioni imposte dal giudice…
I carabinieri della Stazione di Brolo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale della sottoposizione agli arresti domiciliari emessa dal Gip del Tribunale di Patti, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di N.S.V., 47 anni, indagato per atti persecutori aggravati, rapina aggravata e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti.
Il provvedimento restrittivo scaturisce dall’attività condotta dai militari della Stazione di Brolo che qualche giorno fa ha consentito di documentare la violazione della misura del divieto di avvicinamento alle persone offese a cui l’indagato era sottoposto dall’inizio di giugno. I carabinieri, infatti, nel corso dell’intervento hanno avuto modo di riscontrare la presenza dell’uomo sulla pubblica via, nei pressi dell’abitazione occupata dalle persone offese dai reati per i quali si procede, nonostante gli fosse stato imposto di non avvicinarsi. Pertanto, alla luce della comunicazione inoltrata dai carabinieri di Brolo e su richiesta del sostituto procuratore, titolare del fascicolo, il Gip del Tribunale di Patti, in aggravamento della misura cautelare del divieto di avvicinamento alle persone offese, ha disposto la più afflittiva misura cautelare degli arresti domiciliari, disponendo di fatto le stesse restrizioni a cui l’uomo era stato originariamente sottoposto, nel mese di aprile scorso, all’atto dell’esecuzione del provvedimento emesso nell’ambito dell’indagine condotta nei suoi confronti per i predetti reati. Espletate le formalità di rito, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, per l’esecuzione della misura cautelare, l’uomo è stato condotto presso la propria abitazione.
Lo scorso 7 giugno, dopo oltre un mese dall’arresto di N.S.V., effettuato dagli agenti di polizia del Commissariato di Capo d’Orlando, accusato di atti persecutori, revenge porn e tentata estorsione ai danni di una donna residente nel comprensorio nebroideo, alla quale avrebbe richiesto la corresponsione di somme di denaro per non diffondere le immagini di un video amatoriale, l’uomo era tornato in libertà. Era stata acquisita, con le forme dell’incidente probatorio, la testimonianza della persona offesa ed accogliendo l’istanza dei difensori, gli avvocati Nino Favazzo e Giuseppa Abate, il Gip del Tribunale di Patti Andrea La Spada aveva revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari, sostituendola con quella del divieto di avvicinamento alla persona offesa ed ai luoghi dalla stessa frequentati.
LA VICENDA
Le accuse sarebbero particolarmente pesanti per l’uomo che è indagato per atti persecutori ed anche contestazioni relative alla presunta diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, più comunemente nota come “revenge porn”. A finire vittima di tali condotte sarebbe una donna residente in un comune dell’hinterland nebroideo. Alla base ci sarebbe un video hard con protagonista la donna, presunta vittima nella vicenda, che sarebbe stata ricattata dall’indagato, con richieste di denaro, per non fare diffondere in rete il video medesimo. In particolare è stato accertato come il soggetto, nel corso del tempo, abbia sottoposto a molestie la donna con reiterate forme esplicite di violenza e minaccia, anche in presenza di testimoni. Inoltre è stato accertato come il soggetto ricercava occasioni di incontro con la sua vittima e, connotato da una non comune insistenza, mostrava platealmente una pervicacia ed una inclinazione delinquenziale verso la commissione dei delitti perpetrati, nello specifico, per procurarsi un ingiusto profitto, si introduceva all’interno dell’attività commerciale della donna, in stato di alterazione e sfruttando lo stato di completo soggiogamento della medesima, sottoposta a continui ricatti ed intimidazioni, le procurava delle lesioni colpendola al setto nasale con una testata e procurandole un trauma con fuoriuscita di sangue e facendo leva sul suo stato di paura e timore si impossessava in un’occasione del telefono cellulare ed in un’altra circostanza si appropriava della somma di 1.250 euro prelevandola con violenza dalla borsa della stessa. Si sarebbe reso persino responsabile, inoltre, dell’invio di materiale sessualmente esplicito ritraente la parte offesa anche a parenti della medesima.
Giuseppe Lazzaro
Edited by, venerdì 24 giugno 2022, ore 11,47.