Brolo: Tentate lesioni gravissime dentro e fuori il “GOA”. I 4 marocchini restano ai domiciliari

Restano agli arresti domiciliari i quattro extracomunitari marocchini, ma residenti in Italia, arrestati sabato scorso da carabinieri e polizia tra Brolo e Capo d’Orlando, con l’accusa di tentate lesioni gravissime pluriaggravate in concorso per quanto avvenuto, dentro e fuori il locale di Brolo “GOA” (foto in alto, da Facebook, una delle nottate di questa estate), lo scorso 24 luglio. Lo ha deciso il Gip del Tribunale di Patti UGO DOMENICO MOLINA. Si passa al TdR. Il servizio…

GIUSEPPE LAZZARO

Restano agli arresti domiciliari i quattro extracomunitari marocchini, ma residenti in Italia, arrestati sabato scorso da carabinieri e polizia tra Brolo e Capo d’Orlando, con l’accusa di tentate lesioni gravissime pluriaggravate in concorso. Stamane si è svolto l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip del Tribunale di Patti Ugo Domenico Molina. Si tratta di:

FAKHREDDINE Ilyas, residente a Capo d’Orlando, difeso dall’avvocato Manuela Alessandrino del Foro di Patti;

Il fratello FAKHREDDINE Mohamed, residente a Capo d’Orlando, difeso dall’avvocato Giuseppe Tortora del Foro di Barcellona Pozzo di Gotto;

DOUMA Achraf, residente a Biancavilla, difeso dall’avvocato Giuseppe Milazzo del Foro di Catania;

ELMAHYR Monsif, residente a Paola (CS) ma domiciliato a Capo d’Orlando, difeso dall’avvocato Carmelo PORTALE del Foro di Patti.

Ilyas Fakhreddine e Monsif Elmahyr si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, Mohamed Fakhreddine e Achraf Douma si sono sottoposti a interrogatorio fornendo la loro versione dei fatti.

Il Gip, all’esito, ha confermato la propria ordinanza cautelare, rigettando le richieste di revoca o sostituzione della misura cautelare con altra meno gravosa formulate dai difensori dei due fratelli e di Douma.

Il difensore dell’indagato Elmahyr non ha avanzato al giudice la richiesta di revoca o sostituzione della misura cautelare, preannunciando immediato ricorso al Tribunale del Riesame di Messina che sarà presentato anche dagli altri legali della difesa.

LA VICENDA

Sabato scorso, 17 agosto, i carabinieri della Stazione di Brolo e gli agenti del Commissariato di polizia di Capo d’Orlando, al comando del dirigente, il vice questore aggiunto Carmelo Nicola Alioto, nell’ambito di un’operazione congiunta, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Gip del Tribunale di Patti, Ugo Domenico Molina, su richiesta della competente Procura della Repubblica, nei confronti dei quattro soggetti marocchini e di nazionalità italiana, di età compresa tra i 20 e 22 anni, due residenti a Capo d’Orlando e gli altri due a Biancavilla e Paola (CS) ma domiciliato a Capo d’Orlando, tre dei quali già destinatari di Daspo Urbano emessi dalle Questure di Messina e Catania, resisi responsabili, in concorso tra loro, del reato di lesioni personali gravi commesso in Brolo il 24 luglio scorso.

Il provvedimento restrittivo scaturisce dall’esito delle indagini condotte congiuntamente da carabinieri e polizia avviate subito dopo la cruenta aggressione avvenuta di cui sopra sia all’intero che all’esterno di un locale pubblico ubicato sul lungomare di Brolo, il “GOA”. Le investigazioni condotte, in perfetta sinergia tra i due reparti operanti, sin dalle fasi immediatamente successive all’evento, attraverso la raccolta di convergenti dichiarazioni rese dalle persone offese e dai testimoni oculari, nonché l’acquisizione e la disamina di registrazioni video, in parte diffuse anche via web, in particolare su social network, hanno permesso di identificare tutti gli autori delle azioni delittuose contestate, di ricostruire l’intera dinamica dell’evento e le condotte dei singoli indagati, consistite in aggressioni caratterizzate da ferocia, efferatezza e brutalità.

Gli elementi raccolti hanno permesso di delineare i futili motivi delle aggressioni patite dalle persone offese, la prima delle quali è scaturita dall’invito rivolto da una di esse ad un indagato, a cui era stato semplicemente chiesto di rispettare la fila per poter usufruire del bagno, visto che con prepotenza aveva tentato di evitarla. Ne è conseguita una prima violenta aggressione, anche attraverso l’uso di bicchieri e bottiglie utilizzati come armi, per colpire ancora più violentemente i malcapitati, finanche al viso e alla testa.

Gli indagati, agendo “in branco”, hanno posto in essere aggressioni, in rapida successione tra loro e proseguite anche all’esterno del locale, nei confronti dei soggetti intervenuti a difesa del primo. Le vittime hanno fatto tutte ricorso a cure mediche per le lesioni gravi riportate a seguito dei colpi ricevuti alla testa, al volto e in varie parti del corpo. La visione delle immagini acquisite hanno consentito di riscontrare le condotte degli indagati anche in ordine a danneggiamenti compiuti, all’atto di allontanarsi dal locale, su auto e motoveicoli in sosta.

Edited by, mercoledì 21 agosto 2024, ore 17,17. 

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